Fmi: economia globale in contrazione del 3% per crisi coronavirus, in Italia il crollo peggiore (-9,1%)
Secondo il World Economic Outlook, nel 2020 l’economia globale si contrarrà del 3%: “È necessaria un’azione multilaterale”. Nel frattempo, i paesi del G7 si dicono disposti a sospendere il pagamento dei debiti
L’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale sulle stime di crescita dell’economia globale era uscito a gennaio. Al tempo, il nuovo ceppo di coronavirus che si è sviluppato a Wuhan, nella provincia cinese dell’Hubei, già aveva provocato le prime vittime (il virus ha iniziato a girare verso le fine del dicembre 2019), ma solo verso la fine del mese il governo di Xi Jinping ha dichiarato lo stato di emergenza, quando le vittime, almeno secondo i dati riportati da Pechino, erano poche decine.
Cosa dicono i dati dell’Fmi?
I dati pubblicati oggi sono invece la fotografia di una delle recessioni più gravi da quella dell’inizio del XX secolo.
Il Fondo parte dal presupposto che la maggior parte delle nazioni nel mondo sconteranno il picco degli effetti di contenimento della pandemia (oltre che delle misure di supporto implementate dai governi per far fronte all’emergenza) nel secondo trimestre 2020, che si è appena aperto, mentre le perdite potrebbero iniziare a contrarsi già dalla seconda metà dell’anno. In generale, l’Fmi prevede una contrazione dell’economia globale del 3% - a gennaio, le previsioni erano per una crescita aggregata del 6,3%; nel 2009, le stime davanti alla crisi economico-finanziaria ammontavano a una contrazione dell’1%.
D’altra parte, il Fmi tiene in conto anche l’effetto delle misure volte al salvataggio delle varie economie nazionali: entro il 2021 le operazioni di immissione di liquidità per le piccole e medie imprese, per la cassa integrazione e per il sostegno al sistema finanziario permetteranno un rimbalzo del 5,8%.
Come saranno distribuite le perdite?
L’Italia è il paese che subirà la contrazione peggiore non solo tra i paesi dell’Eurozona, ma a livello globale: con una previsione di crescita a -9,1%, conquista la maglia nera di paese più colpito (a livello economico) dalla pandemia.
Seguono Spagna (-8%), Francia (-7,2%) e Germania (-7%), mentre il Regno Unito si stima perderà intorno al 6,5%. Dall’altro lato dell’Atlantico, il Canada subirà una contrazione del 6,2%, mentre gli Stati Uniti perderanno il 5,9%.
Passando invece alle economie dei paesi in via di sviluppo, i numeri sono più contenuti. Si passa dal -5,5% della Russia e il -6,6% del Messico ai valori positivi (ma comunque in forte contrazione, rispetto a quelli pre-Covid) di India e Cina, rispettivamente +1,2% e +1,9%. Fatte salve queste eccezioni, è la prima volta dalla crisi del 1929 che ad essere in recessione sono sia i paesi industrializzati che nelle economie in via di sviluppo: nel 2009, per quanto in contrazione queste ultime non erano mai scese in territorio negativo.
Il virus accentuerà la distanza tra il nord e il sud del mondo?
Il Fondo Monetario Internazionale, nel pubblicare il report, ha sottolineato come la cooperazione multilaterale sarà essenziale nella ripresa dell’economia globale. Nello specifico, l’appello è alla concessione di moratorie sui pagamenti e sulle ristrutturazioni dei debiti pubblici, soprattutto per supportare la spesa nei paesi in via di sviluppo. Il Fmi richiama anche l’accesso a linee di swap tra le banche centrali, come d’altra parte sta già succedendo.
Da parte sua, il Fondo ha predisposto una linea di credito da mille miliardi di dollari a supporto delle economie più vulnerabili, tramite finanziamenti di emergenza e servizi di alleggerimento del debito. Attraverso il Catastrophe Containment and Relief Trust (Ccrt), il Fondo ha approvato la riduzione del debito per 25 paesi.
E la riunione del G7?
Proprio oggi si sono riuniti anche i governatori delle banche centrali e i ministri di Economia e Finanza delle sette principali economie globali. Secondo quanto affermato dal Dipartimento del Tesoro Usa in una nota rilasciata alla conclusione dell’incontro, “i Paesi membri del G7 sono favorevoli alla sospensione temporanea dei pagamenti sul debito da parte dei Paesi più poveri se c’è accordo con i Paesi membri del G20”. Sempre secondo la nota, “i ministri e governatori si impegnano a utilizzare tutte le risorse disponibili per raggiungere una crescita che sia forte, sostenibile, inclusiva e bilanciata”.
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