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Operatori in cerca di risposte in vista della riunione della Banca centrale di domani.
Sfide importanti attendono la Bank of England (BoE) alla luce dei recenti dati macro. L'inflazione è tornata ad accelerare ad agosto, raggiungendo il 2,9% a/a, lo stesso ritmo di maggio e il massimo da giugno 2013. La tendenza è stata confermata anche da quella core, salita al 2,7%, il livello più alto da dicembre 2011.
Questi dati mettono pressione alla Banca centrale britannica per una revisione della politica monetaria, in questo momento molto accomodante. La BoE dovrebbe pensare così a un rialzo dei tassi, attualmente fermi al minimo storico dello 0,25% da luglio 2016. Già nell'ultima riunione di agosto, due membri hanno votato per un rialzo dei tassi contro sei, invece, che hanno preferito lasciarli ai livelli attuali. Domani la situazione potrebbe essere ancora più bilanciata.
La questione è complicata dal fatto che la crescita dei salari rimane stabile su livelli bassi, come hanno confermato oggi i dati relativi al mese di luglio (2,1% a/a). E' un fattore questo che non può essere trascurato dato che minaccia il potere d'acquisto delle famiglie britanniche e da qui i consumi. Questo problema potrebbe addirittura accentuarsi nei prossimi mesi. Il tutto peggiora se consideriamo che i negoziati della Brexit procedono a rilento e con forte difficoltà.
Paradossalmente la Bank of England potrebbe essere forzata a fare marcia indietro sulla politica accomodante proprio nel momento in cui l'economia ne ha più bisogno. Per questo motivo, crediamo che la BoE continui a perseguire una politica monetaria espansiva, cercando con le parole del governatore Carney di preservare la sterlina da nuovi cali. Un compito di certo non facile.
La sterlina diventa quindi cruciale per le scelte della BoE dei prossimi mesi. Se dovesse deprezzarsi troppo, rischierebbe di accentuare le spinte inflattive nel Paese attraverso l'import di beni non discrezionali, come quelli alimentari. Una stabilizzazione sui livelli attuali o più forti potrebbe, invece, aiutare ad allentare tali pressioni inflattive.
Sul cambio EUR/GBP, dopo essersi avvicinato ai massimi dell'autunno scorso, confermiamo il target della parità entro fine 2018, mentre per il cambio GBP/USD alziamo il target precedente a 1,22.
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