Brexit preme sulla sterlina. Ecco le prossime tappe
Non si allentano le vendite sulla divisa britannica quando manca solo una settimana ormai per capire chi sarà il prossimo premier del Regno Unito.
Minimi da 27 mesi e da 6 mesi. Sono questi i valori che la sterlina ha raggiunto rispettivamente verso dollaro e verso euro stamane. Gli investitori iniziano a scontare lo scenario peggiore in vista della nomina del successore di Theresa May che sarà annunciato la prossima settimana. La corsa a due tra Jeremy Hunt e Boris Johnson vede al momento favorito quest’ultimo, fervido sostenitore dell'hard Brexit.
BREXIT: i prossimi step
Ma quali sono i prossimi step? Eccoli di seguito:
- il 22 Luglio alle 17 sarà l’ultimo giorno disponibile per votare da parte dei 160 mila membri del partito Conservatore chiamati a legittimare il prossimo premier;
- il 23 luglio ci sarà la proclamazione ufficiale del successore di Theresa May;
- il 24 luglio Theresa May lascerà Downing Street, terrà un discorso al Parlamento e successivamente rimetterà l’incarico davanti alla Regina, mentre al suo successore verrà affidato l’incarico di formare un governo;
- il nuovo governo dovrebbe ottenere la fiducia del Parlamento entro il 25 luglio, ovvero quando poi ci sarà la pausa estiva. In caso di bocciatura, il governo avrebbe 14 giorni per richiedere un nuovo voto di fiducia;
- il 3 settembre riaprono i lavori in Parlamento, ma dopo due settimane inizieranno le annual conference dei vari partiti, che vedranno impegnati i Laburisti tra il 21 e il 25 settembre e i Conservatori tra il 29 settembre e il 2 ottobre;
- solo successivamente riprenderanno i negoziati per la Brexit con la Ue. Ricordiamo che al momento la legge prevede che ogni accordo dovrà essere ratificato dal Parlamento;
- il 31 ottobre il Regno Unito dovrà lasciare l’Unione europea.
Lo scenario
Insomma, a colpo d’occhio sembra piuttosto difficile che si riesca a raggiungere un accordo in così poco tempo. L’ipotesi dell’ennesimo slittamento è, a nostro avviso lo scenario base, ed è stato in qualche modo confermato anche dal Ministro della Brexit, Stephen Barclay, che ha anche sottolineato come la probabilità di un No Deal sia sotto prezzato al momento. Toni distensivi sono arrivati, intanto, dalla neo presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, che ieri dopo la sua approvazione al Parlamento europeo, ha dichiarato come al Regno Unito deve essere dato il tempo necessario per un'uscita ordinata.
Intanto, anche i dati macro continuano a deteriorarsi settimana dopo settimana e l'impressione che i veri nodi della Brexit stiano affiorando solo ora. Di tutto questo paga dazio la sterlina, il cui forte deprezzamento potrebbe creare non pochi grattacapi alla Bank of England, stretta in una morsa tra congiuntura in forte rallentamento e pressioni inflattive crescenti.
Dopo i recenti cali, la sterlina potrebbe cercare di respirare un po' durante le prossime settimane. In un'ottica di lungo periodo siamo convinti che la sterlina proseguirà la sua discesa, con degli obiettivi di 1,20 verso dollaro e 0,94 per il cambio Eur/Gbp entro fine 2019.
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