Effetto Brexit sulla sterlina: analisi, previsioni e scenari futuri
Investitori nel limbo di Theresa May, in attesa di un risvolto sulla Brexit; BoE in stand-by. Referendum bis solo in extremis: passa la linea Coryn dell'unione doganale. Amministrative inglesi: Tory perdono il 16% dei consensi.
Sterlina pronta a nuovi picchi di volatilità, legata, più che alla preoccupazione, alla completa incertezza che regna sul mercato. Dopo aver scampato la brusca fine di una Brexit no-deal lo scorso 29 marzo, Theresa May ha strappato a Bruxelles la possibilità di una proroga al 31 ottobre 2019, tempo transitorio stimato come sufficiente per raggiungere un accordo approvato dalla maggioranza dei parlamentari inglesi.
Brexit: effetto sulla sterlina inglese GBP
Sono passati ormai quasi tre anni da quel 23 giugno 2016, quando la Gran Bretagna lasciò i mercati senza parole, decidendo con voto referendario di lasciare l’Unione europea a 43 anni dall’adesione.
A partire da quel giorno, la sterlina ha iniziato a decrescere, perdendo terreno sia contro dollaro che contro euro. Rispetto ai valori di fine 2015, in area 1,55, il cambio GBP/USD è sceso a fine 2016 a ridosso del supporto a 1,20, assestandosi quindi nel biennio seguente attorno a 1,30. Discorso analogo per il pound contro euro: partita da un range di valori compresi tra 0,70 e 0,75, la coppia EUR/GBP ha guadagnato terreno, raggiungendo un picco massimo (ottobre 2016) poco sotto 0,95, bilanciandosi quindi su valori compresi tra 0,90-0,85.
Referendum bis? Passa la linea Jeremy Corbyn
Dopo avere più volte fallito nel tentativo di portare il parlamento britannico a sostenere il proprio accordo per tempo, la premier Theresa May ha dovuto accettare una proroga lunga dei termini, vincolando in tal modo il Regno Unito a partecipare alle elezioni europee del prossimo 23-26 maggio. May si è però ripromessa di impegnarsi al fine di ottenere una maggioranza prima di allora.
Sebbene il voto inglese alle europee sia stato letto da alcuni come un secondo voto sulla Brexit, l’idea di un referendum bis che possa scongiurare l’uscita inglese dall’Ue sembra essere lontana. Tra i laburisti, riunitisi per decidere una strategia condivisa in vista di fine maggio, è prevalsa la linea Corbyn: il partito dei Labour valuterà l’opzione di un secondo referendum solo in ultima istanza, qualora saltasse il piano Corbyn sulla Brexit (unione doganale ed inclusione all’interno del mercato unico europeo) e se non si andasse ad elezioni anticipate.
Nelle scorse ore sono intanto giunti i risultati delle amministrative inglesi, che hanno segnato un’ulteriore sconfitta per i conservatori (Tory) che hanno perso attorno al 16% del controllo nei diversi distretti. Meglio è andata ai laburisti (con un -2%) mentre a guadagnare quote (+8% e +9%) sono stati rispettivamente il partito dei liberal democratici e le liste civiche. Per la “brutta figura” incassata su più fronti, i deputati dei Tory hanno ribadito la propria sfiducia nei confronti di Theresa May, non escludendo nuove azioni in tale direzione.
Brexit: effetti sul cambio USD/GBP, EUR/GBP
Il rinvio della Brexit a sei mesi ha spiazzato consumatori, imprese ed investitori, incerti su come comportarsi. Secondo i dati raccolti da un sondaggio Reuters, gli analisti sembrano concordare circa la possibilità che le parti alla fine raggiungeranno un accordo di libero scambio. Non solo: relativamente alla domanda su quanto in basso possa finire la corsa del cambio GBP/USD, la risposta mediana si è attestata in area $1,27 (con stime minime alla fine del terzo trimestre fino a $1,23). Nella direzione massima, il livello top pronosticato mediano si è fissato a $1,35 (con massimi entro il nuovo termine della Brexit tra $1,45 e $1,50).
Riguardo alla coppia EUR/GBP le variazioni risultano essere più contenute, con un valore mediano stabile da qui ad un anno a 0,86, un massimo a tre mesi a quota 0,90 ed un minimo sul medesimo time frame a 0,80. Prevedendo un accordo entro i termini di Bruxelles, le stime degli analisti Reuters a un anno sul cambio EUR/GBP peggiorano a discapito della prima, con un livello che a fine aprile 2020 potrebbe calare fino a 0,78.
Regno Unito in stand-by: le mosse della BoE
Nel caso il Parlamento inglese riuscisse ad approvare un accordo a maggioranza o a votare per la revoca dell’Articolo 50, la sterlina potrebbe tornare ad apprezzarsi in breve tempo. Per contro, qualsiasi mossa che potrebbe aumentare la probabilità di una Brexit senza accordo andrebbe contro il pound.
All’interno di un quadro politico incerto, la Bank of England ha deciso ieri di mantenere inalterata la propria politica monetaria ed ha avvertito circa il fatto che la Brexit ha offuscato e confuso le prospettive dei futuri interventi. Il board della BoE ha votato all'unanimità per mantenere i tassi di interesse allo 0,75%, come da attese, sottolineando però che a tendere sarebbe necessaria una politica più severa. Da attese, la l’istituto centrale britannico dovrebbe aumentare i costi di finanziamento di 25 punti base all'inizio del prossimo anno, lasciandoli invariati per il resto del 2020.
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