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Euro in calo contro le principali valute, dopo il rinnovato ottimismo degli scorsi giorni.
Tra le ragioni dell'ottimismo, gli sviluppi di un accordo sulla Brexit, la possibile apertura italiana alle modifiche di bilancio della Commissione Ue, la distensione dei rapporti commerciali Cina - Usa e la debolezza del dollaro americano sui rumors di un rallentamento di politica monetaria.
Input positivi, dissoltisi rapidamente...
Con un movimento del cambio EUR/USD all’interno del range tra 1,14 ed 1,1330 (-0,5%), a pesare sulla divisa unica nella giornata di oggi sono stati i timori di un rallentamento della crescita dell’Eurozona, che potrebbe portare la Banca centrale europea a riconsiderare le proprie mosse future, allungando i tempi di un incremento del costo del denaro.
Euro in calo anche contro la sterlina britannica, che cresce rispetto alla divisa unica dello 0,10%, nonché contro le valute di riserva yen giapponese e franco svizzero, rispettivamente a rialzo contro euro dello 0,6% e 0,25%.
Le rilevazioni emerse dalla lettura dell'indagine congiunturale sull'attività del settore privato nel Vecchio Continente hanno mostrato una crescita più debole delle attese. A pesare sul dato, il calo delle esportazioni, penalizzate dal rallentamento della domanda globale, che sconta su più fronti gli effetti legati alla guerra commerciale condotta dagli Stati Uniti.
Non hanno contribuito alla tenuta della moneta unica nemmeno i dati di novembre sui direttori degli acquisti del settore servizi e quelli sul Pmi manifatturiero, rispettivamente in calo a 53,1 e 51,5 (sotto le attese di 53,6 e 52,0).
Con i dati odierni, oltre all’euro, a calare sono state anche le prospettive di un futuro intervento restrittivo da parte della Bce e le aspettative di inflazione per il prossimo periodo.
Considerata inoltre una differenza tra il tasso di interesse interbancario overnight per la zona euro (Eonia) ed il tasso forward Eonia alla data del prossimo meeting Bce (giovedì 13 dicembre) pari a 8,8 punti base (in calo di 1,2 bp rispetto a lunedì), gli investitori starebbero prezzando una possibilità inferiore al 90% di un aumento di 10 punti base del tasso sui depositi Bce (rispetto all'attuale -0,4%).
Fin dalle prime ore di contrattazione, l’euro ha mostrato la propria debolezza, aprendo la giornata con un ribasso contro dollaro dello 0,4%, poi allungatosi in area -0,55%. Il cambio torna così a quotare al di sotto della soglia di 1,14, fluttuando attorno al livello di 1,135.
In uno scenario ribassista, i primi livelli sotto osservazione sono quelli a 1,1320 – 1,1300, con successivo supporto sui minimi da giugno 2017 a 1,1220.
Nel valutare uno scenario rialzista, il cambio dovrà confermare il superamento di 1,1400, con passaggio successivo il raggiungimento di 1,1450.