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Il cambio cerca il riscatto dopo lo scivolone delle ultime 3 settimane.
Prove di ripartenza per il cambio Eurodollaro dopo il forte calo delle ultime settimane. Non siamo ancora in grado di dire se la discesa sia terminata qui, dato che molti catalizzatori di questo movimento permangono. A muovere il cambio nelle ultime settimane sembrano essere stati una serie di fattori. In primo luogo, le vendite sulla moneta unica sono state ricondotte a un rallentamento vistoso della crescita nella prima parte dell'anno (evidenziate nei PMI) e a una bassa inflazione nella zona euro, tanto che molti investitori hanno pensato a un atteggiamento ancora accomodante della Bce, con ipotesi di prolungamento QE sino a dicembre (contro la scadenza attuale di settembre).
Oltre alla debolezza dell'euro, anche il dollaro ha giocato la sua parte nel recente calo del cross. Il ritorno del rendimento del Tnote decennale sopra il 3% ha attirato molti investitori, rafforzando il biglietto verde. D'altronde i dati macro Usa sembrano essere piuttosto incoraggianti e questo tiene aperta la possibilità di quattro rialzi Fed per l'anno in corso.
I prossimi catalizzatori saranno ancora gli eventi geopolitici internazionali - guerra commerciale Cina-Usa e tensioni in MO - in grado di influenzare i prezzi del petrolio e da qui le aspettative inflattive. Attenzione anche ai dati sulla crescita della zona euro. In proposito, domani osservato speciale sarà l'indice Zew sulla fiducia degli investitori tedeschi, in forte calo negli ultimi 4 mesi.
Graficamente, il cambio è tornato verso 1,20, dopo esser sceso sino a 1,1820 (bottom del 22 dicembre scorso) la scorsa settimana. La resistenza qui è importante e un suo superamento potrebbe liberare acquisti sino in area 1,2150, dove passa la resistenza successiva. E' quest'ultimo il livello chiave oltre il quale il mercato si lascerebbe da parte la recente incertezze riaprendo di fatto l'opportunità di tornare a 1,24 e poi a 1,2550.
Indicazioni di debolezza si avrebbero sotto 1,18 con il supporto collocato sulla trend line rialzista che unisce i minimi dei primi 4 mesi del 2017 e che ora transita su 1,16. Ogni test a questo livello manterrebbe aperta ancora l'ipotesi rialzista, mentre un cedimento aprirebbe a un'inversione di trend importante.
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