Guerra commerciale Usa-Cina: dollaro sui massimi. Nuovi dazi antidumping su materassi e birra
Investitori avversi al rischio sull'escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina. EUR/USD sui minimi da inizio 2019. Dollaro forte, rendimento del Treasury in calo. Nuovi dazi antidumping su materassi e fusti in acciaio.
Guerra commerciale uguale a fuga da mercati finanziari, o meglio, dagli assets più rischiosi di mercato, a beneficio di beni rifugio quali titoli di Stato e dollari americani.
Guerra commerciale: benefici per il dollaro USD
Le tensioni tra Stati Uniti e Cina non solo non hanno mostrato segni di miglioramento, ma il continuo allargarsi del ventaglio di attività colpite da tariffe ha accresciuto le paure degli operatori, che temono ora possa registrarsi un rallentamento della crescita globale più brusco delle attese.
Le prossime ore potrebbero quindi rivelarsi chiave, con gli Stati Uniti che alle 14:30 di oggi riveleranno il dato in seconda lettura sul Pil trimestrale a stelle e strisce (atteso in crescita del 3,1%), dopo il dato mostre della prima lettura, quando lo Zio Sam ha superato ogni previsione riportando una crescita del 3,2% (contro attese del 2%). Domani all’alba sarà invece la volta dell’indice manifatturiero e non manifatturiero cinese, il primo dei quali dovrebbe registrare un calo del PMI al di sotto della soglia dei 50, segnale di contrazione economica. Considerato il remoto rischio che gli Stati Uniti sprofondino dall’oggi al domani in una fase di recessione, è possibil che le tendenze di mercato oggi in essere si confermino per i periodi futuri, specie nel caso la Cina rivelasse nuovi segni di fragilità.
EUR/USD: minimi da inizio 2019
Contro il paniere delle sei principali valute, il biglietto verde ha ricominciato a salire, tornando sui massimi da inizio 2019 e riportandosi su valori che mancavano da maggio 2017. Negativa la reazione dell’euro, che contro dollaro ha perso un ulteriore vantaggio, portandosi sui minimi dell’anno a 1,11350, all’intero del canale discendente in essere da inizio gennaio.
Dopo che lunedì, a borse americane chiuse per il Memorial Day, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di "non essere ancora pronto" per fare un accordo con Pechino sul commercio, i media cinesi hanno riportato l’indiscrezione di una possibile contromossa del Dragone, che avesse al centro del contendere le terre rare, delle quali gli Usa sono importatori diretti (il 37% dell’export di terre rare cinesi).
Dati Usa, specchio di stabilità economica
Lo status di biglietto verde come valuta di riserva non solo ha attirato offerte d’acquisto da tutto il mondo, ma ha spinto anche a ribasso il rendimento dei Treasury a dieci anni, arrivati a toccare i minimi da settembre 2017. Uno yield in calo è sintomatico di un rischio in fase di contrazione.
Anche l’Europa ha portato benefici al dollaro, che ha risposto coi rialzi ai nuovi segnali di tensione politica tra Italia ed Unione europea. Infine, la domanda di dollari ha contenuto anche i rialzi potenziali dello yen giapponese, tendenzialmente comprato in fasi di precarietà economica.
Dazi antidumping: cosa sono e quando si applicano
Intanto, il Dipartimento del commercio statunitense ha ufficializzato mercoledì l’imposizione di nuovi dazi antidumping su alcuni prodotti cinesi, “scaricati” in terre americane ad un prezzo fuori dalla concorrenza di mercato (spesso anche inferiore rispetto al costo di produzione). Il provvedimento prevede l'imposizione di tariffe pari alla differenza tra il prezzo base di acquisto del prodotto sul mercato e quello applicato dal Paese che vende a cifre capaci di viziare la concorrenza. Tale pratica è possibile alla Cina grazie al sostegno interno delle sovvenzioni statali. Ad essere colpiti, materassi e fusti di birra in acciaio inossidabile.
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