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-a rupia indiana prova ad alzare la testa contro dollaro, dopo aver perso attorno al 2% nelle due scorse sedute (con picchi a ribasso fino al 4%). La ragione del calo, ancora una volta, sembra trovare ragioni (indirette) nella politica di governo del premier Narendra Modi.
Dopo aver toccato la soglia dei 73, il cambio USD/INR è tornato a quotare in area 72,5 (-0,3%) sui livelli di metà settembre 2018, quando la rupia, al pari delle altre valute emergenti, ha attraversato un periodo critico. Alla base delle forti vendite che colpirono allora la divisa locale, la politica di rialzo dei tassi della Federal Reserve e la minor appetibilità degli investimenti emergenti (a maggior rischiosità) a favore di asset più solidi.
Le ragioni, ora, sono però differenti.
La divisa di Mumbai ha scontato negativamente le dimissioni inattese di Urjit Patel, Governatore della Reserve Bank of India, quarto funzionario di alto livello del Paese ad aver lasciato la propria carica presso un istituto economico finanziario. Il mandato del banchiere, in carica dal settembre 2016, sarebbe scaduto il prossimo anno.
Patel, che avrebbe motivato il suo passo indietro per problemi di carattere “personale”, avrebbe invece rassegnato le proprie dimissioni a causa di tensioni col premier indiano, Narendra Modi, che in diverse occasioni ha tentato di allargare la propria influenza alla politica monetaria della nazione.
La pubblicazione odierna della notizia relativa alla nuova nomina di Shaktikanta Das a capo della banca centrale, ha ridato un po' di fiato alla divisa indiana. Das, ex segretario del dipartimento agli affari economici indiano, è stato nominato governatore per un periodo di tre anni.
In attesa della riunione del consiglio direttivo dell’istituto centrale, in calendario il prossimo 14 dicembre, il mercato si interroga sull’integrità ed il sostegno del sistema istituzionale indiano: prima di Patel, lo scorso giungo, è stato Arvind Subramanian, ex consigliere economico, a rassegnare le proprie dimissioni, preceduto a sua volta dalle doppie defezioni di Arvind Panagariya, ex vicepresidente del think-tank governativo Niti Aayog, e Raghuram Rajan, che ha lasciato la presidenza della banca centrale indiana nel 2016.
Tra le persone vicine a Modi, ad allontanarsi dalle politiche di governo è stato di recente l’economista Surjit Bhalla, membro del consiglio economico. Sebbene nessuno di questi abbia motivato la propria scelta appellandosi a questioni di carattere politico (ma attenendosi a scelte di carattere personale e professionale) gli operatori di mercato hanno avviato nuove riflessioni sulla tenuta dell'esecutivo, riflessioni che hanno portato alle recenti vendite sulla rupia.