Non-farm payrolls: taglio dei tassi Fed sempre più vicino?
Mercato del lavoro a stelle e strisce sotto le attese ed euro/dollaro tornato a testare il livello a 1,1325, sulla debolezza del biglietto verde. Stabile il tasso di disoccupazione al 3,6%. Fed pronta al taglio del costo denaro.
Mercato del lavoro a stelle e strisce sotto le attese ed euro/dollaro tornato a testare il livello a 1,1325, sulla debolezza del biglietto verde.
L'occupazione delle aziende non agricole statunitensi ha registrato a maggio una crescita di 75.000 mila nuovi posti di lavoro inferiore rispetto alle attese a 180 mila; il tasso di disoccupazione complessivo è rimasto stabile al 3,6%. Secondo i dati riportati dal Bureau of Labor Statistics, i settori che hanno registrato il maggior numero di nuovi ingressi sono stati quelli dei servizi professionali ed aziendali e quello dell’assistenza sanitaria. L’ufficio del lavoro ha inoltre rivisto i risultati dello scorso mese, portando il dato complessivo da 263 mila a 224 mila nuovi occupati.
Dopo aver toccato ad aprile i livelli minimi dal dicembre 1969, il tasso di disoccupazione americano si è riconfermato a maggio al 3,6%, con 5,9 milioni di soggetti senza occupazione (erano 5,8 milioni la scorsa volta).
Su base mensile, il numero dei lavori stagionali ha pesato sul dato complessivamente per 164 mila nuovi posti, in calo rispetto ai 223 mila del medesimo mese 2018.
Il dato odierno segue quello sulla variazione dell’occupazione non agricola (ADP) del settore privato, che mercoledì ha mostrato un dato ben al di sotto delle attese, con 27 mila nuovi posti di lavoro creati, contro aspettative di 180 mila, il dato più basso da maggio 2016.
I non-farm payrolls escludono dal calcolo agricoltori, impiegati statali, impiegati domestici e lavoratori di organizzazioni no profit ed offrono un punto di vista diretto sullo stato di salute del mercato a stelle e strisce: più alta è la domanda e dunque la creazione di posti di lavoro, maggiore è il vigore di una economia che cresce e produce.
La negatività del dato, unita ai malumori di una piazza sempre più convinta che il rallentamento economico e le tensioni commerciali porteranno la Federal Reserve a sposare una politica monetaria sempre più accomodante, ha riacceso le vendite sul dollaro.
Il cambio EUR/USD è tornato a toccare i massimi dal 25 marzo in area 1,1325. Analogamente, il dollar index, l’indice del dollaro contro le principali divise di mercato è tornato sui minimi da due mesi e mezzo poco sopra i 96,10.
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