Dow Jones in ribasso, disoccupazione e Pil affossano Wall Street
Wall Street in rosso dopo i dati preliminari sull’economia Usa: -32,9% nel secondo trimestre, il peggior valore mai registrato. Male anche le richieste di sussidi, 1,43 milioni di senza lavoro. Indice Dow in calo dell’1,62%
Nessun segnale di ripresa all'orizzonte per gli Stati Uniti, che oggi attendevano con ansia sia i dati sulle richieste settimanali di disoccupazione (dopo l’inversione di tendenza della volta scorsa) sia, soprattutto, la lettura preliminare del Pil del secondo trimestre.
Gli Usa verso la peggiore contrazione del Pil nella storia?
I dati del Bureau of Economic Analysis fotografano un’economia mai così danneggiata nell’ultimo secolo: una contrazione del 32,9%, laddove nel primo trimestre aveva registrato un calo del solo 5% - e non aiuta il fatto che il consensus del Dow Jones aveva stimato un crollo anche fino al 34,1%. Si tratta del dato peggiore mai registrato dal 1947 (quando il governo ha iniziato a misurare il prodotto interno lordo trimestrale), tre volte più grave del precedente minimo mai registrato (-10% nel secondo trimestre del 1958).
Un crollo come non se ne vedevano dall’inizio del secolo scorso, ma largamente atteso. Il drastico calo della domanda e le misure di distanziamento sociale introdotte per contenere la pandemia di Covid-19 hanno infatti tenuto chiuse le saracinesche delle attività economiche Usa almeno per metà trimestre – mentre la seconda metà è stata quella della falsa partenza: un tentativo di ritorno alla normalità a partire da giugno, salvo poi la retromarcia di molti stati e il rischio di un ritorno all’emergenza nel momento in cui sono stati registrati nuovi contagi da Covid-19.
D’altra parte, già ieri le parole del numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, avevano anticipato come l’economia Usa fosse in grave pericolo e che, dunque, la Banca centrale statunitense avrebbe fatto ricorso a tutti gli strumenti disponibili per supportarla – nell’attesa, di fatto, che il Congresso trovi un accordo per il prolungamento del maxi-pacchetto di aiuti fiscali, in scadenza tra due giorni, per sostentare le famiglie a rischio indigenza per via della crisi scatenata dal virus.
Secondo gli analisti, i sussidi fiscali varati a marzo in supporto alle famiglie (600 dollari a settimana, per una capacità totale del piano di tremila miliardi) hanno evitato conseguenze molto più profonde della crisi. Ora però la battaglia è ancora più politicizzata. Ieri il presidente Usa Donald Trump ha affermato di “non avere fretta” sull’approvazione del nuovo piano dei sussidi, mentre i Repubblicani premono affinché il nuovo piano li veda ridotti (si parlava di una riduzione a mille miliardi totali).
Le contrazioni principali sono state registrate nella vendita dei beni di consumo, nelle esportazioni, nello stoccaggio di scorte (prima fra tutti, la produzione di automobili) e nella spesa per investimenti da parte delle amministrazioni locali.
Il tutto si è tradotto in un calo generalizzato dei prezzi per gli acquisti domestici, scesi dell’1,5% (lo scorso trimestre erano scesi dell’1,4%).
Come hanno reagito le Borse di Wall Street?
I cattivi dati sul Pil trimestrale, ma anche l’immobilismo della Federal Reserve di ieri (che già pesava sui futures Usa) e anche le richieste di disoccupazione settimanali pesano sugli indici statunitensi, che proseguono al di sotto della parità dopo un’apertura negativa.
Quanto alle richieste di disoccupazione, il Labor Department oggi ha annunciato 1,43 milioni di nuovi disoccupati negli ultimi sette giorni: tornano dunque a salire le cifre dei cittadini statunitensi che perdono il lavoro a causa del coronavirus – la settimana scorsa erano stati 1,41, dato successivamente rivisto al rialzo a 1,42.
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Al momento il Dow Jones perde l’1,62% e scende a 26.110 punti, l’S&P 500 segna un ribasso dell’1,23% e cala anche il Nasdaq, che perde lo 0,75% mentre i conti trimestrali delle Big Tech mettono in luce le prime perdite: Amazon -0,02%, Facebook -0,66%, Apple -0,07%.
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