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Huawei nel mirino Usa, Wall Street regge nonostante tensioni con Cina

Nuove sanzioni alla big tech cinese, proprio il giorno dopo il mancato incontro tra le due superpotenze per rivedere l’accordo sui dazi. In rosso il Dow Jones, S&P lanciato verso nuovi massimi

logo huawei Fonte: Bloomberg

Gli indici di Wall Street avevano chiuso la settimana carichi di aspettative, soprattutto in vista dell’incontro tra Cina e Stati Uniti, durante il quale i rappresentanti commerciali delle due superpotenze avrebbero dovuto incontrarsi per rivedere l’accordo di “Fase 1” firmato lo scorso gennaio.

Non solo l’incontro è saltato, ma proprio a partire da venerdì il presidente Usa Donald Trump è tornato a lanciare una serie di provocazioni verso Pechino in grado di tenere alta la tensione: prima minacciando ByteDance, la casa madre cinese della popolare app TikTok, continuando nelle ultime ore con un duro attacco a Huawei.

Le tensioni Cina-Usa

È di poche ore fa infatti la notizia secondo cui Trump avrebbe intenzione di inasprire ancora di più le sanzioni imposte a maggio 2019 contro il gigante tech cinese Huawei. Il Dipartimento del Commercio Usa sta lavorando a una soluzione per cui Huawei si dovrà dotare di una licenza speciale per importare chip e semiconduttore made in Usa – o anche alla cui costruzione gli Usa abbiano partecipato.

“L’amministrazione Trump vede Huawei per quello che è – un braccio del Partito comunista cinese, e abbiamo agito di conseguenza”, ha dichiarato in una nota il segretario di stato Usa Mike Pompeo. Le nuove sanzioni servirebbero per evitare che Huawei riesca a rifornirsi con materiali provenienti da paesi terzi, aggirando così i dazi Usa.

Quanto invece ai rapporti commerciali tra le due superpotenze, l’incontro tra i rappresentanti commerciali sarebbe saltato a causa di una sovrapposizione di agende (presumibilmente quelle di alcuni funzionari del partito comunista cinese, impegnati in questi giorni alla convention di partito) – ma anche e soprattutto per dar modo a Pechino di procedere con ulteriori acquisti.

La Cina si è infatti impegnata ad acquistare 200 miliardi di dollari in prodotti Usa per i prossimi due anni (soprattutto soia), a fronte di un alleggerimento dei dazi commerciali imposti da Trump (su prodotti per un totale di 16 miliardi di dollari).

Nel frattempo si fanno sempre più concreti i piani di importazione di greggio da parte della Cina. Sembra infatti che le compagnie petrolifere cinesi abbiano prenotato petroliere per trasportare circa 20 milioni di greggio tra agosto e settembre.

Tutto pronto per la convention democratica?

A livello interno parte oggi, ma da remoto, la convention democratica. Dopo primarie cariche di promesse ma che hanno quasi subito lasciato campo libero all’ex vicepresidente Joe Biden, quest’ultimo si prepara al rally degli ultimi 90 giorni di campagna presidenziale, in vista del voto del 3 novembre.

Rally che si gioca all’ultimo voto: da giugno infatti il vantaggio di Biden su Trump si è notevolmente ridotto. In un sondaggi condotto dalla Cnn, circa il 50% degli iscritti alle liste elettorali supporta il duo Biden-Harris (Kamala Harris, che prenderà il ruolo di vice presidente in caso di vittoria di Biden), mentre il 46% voterebbe Trump – il restante 4% rientra tra il margine di errore. Per quanto Biden sembri guidare la classifica, il suo vantaggio è meno scontato proprio negli stati che pesano di più nella scelta dei grandi elettori.

Cosa sta succedendo ai servizi postali Usa?

Anche Trump inizia a scaldare i motori: l’ultima mossa è stata il taglio ai finanziamenti del servizio postale nazionale e l’annuncio di una ristrutturazione dello stesso, annunciato nei giorni scorsi dal direttore generale delle poste Usa, Louis DeJoy.

Le ire dei democratici non si sono fatte attendere: il tutto rientrerebbe nella strategia di Trump di evitare a tutti i costi un voto per corrispondenza - a cui avrebbero comunque diritto almeno 180 milioni di americani, ma allo stesso tempo tra le proposte papabili nel caso l’espandersi dei casi di Covid-19 renda necessario un nuovo lockdown, con i cittadini costretti a casa proprio nel periodo delle elezioni..

Come si stanno muovendo gli indici su Wall Street?

Proseguono contrastati gli indici di New York, dove il Dow Jones prosegue in rosso e perde lo 0,25%, mentre l’S&P 500 prosegue la sua scalata verso i massimi da febbraio e guadagna lo 0,30%, a 3.382 punti. Bene anche il Nasdaq spinto in avanti dalla Faang: +0,74%, a 11.101 punti.

Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG Bank declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti.

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