Indice Mib in rosso, in attesa del dati macro PMI. Intanto gli Usa prevedono altri 2,4 milioni di posti di lavoro in meno
Apertura in notevole ribasso per gli azionari europei, che attendono gli indici dei direttori agli acquisti di maggio dopo che, in Giappone, lo stesso dato è sceso ai livelli del 2009. Quotazione Ftse Mib in calo dello 0,71%
Il mondo torna lentamente al lavoro, ma i contagi da coronavirus ancora non accennano a diminuire: nelle ultime 24 ore hanno superato a livello globale la soglia dei cinque milioni, per oltre 320 mila vittime.
Eppure, non senza critiche, l’apertura graduale delle attività da settimane è tornata a far girare l’economia. Oggi in Europa sono attesi i dati preliminari sugli indici Pmi relativi al mese di maggio, le cui attese sono per un aumento generalizzato, ora che il peggio della crisi sembra essere passato.
Cosa annunciano gli ultimi dati macro?
D’altra parte, la pandemia di coronavirus continua a spaventare l’economia globale. Stamattina l’indice giapponese Nikkei ha chiuso in area negativa (-0,21%) dopo i cattivi dati sul saldo della bilancia commerciale, che ad aprile ha subito una variazione di 930,4 miliardi di dollari rispetto al dato precedente (5,4 miliardi). Male anche l’indice preliminare dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero di maggio, in calo a 38,4 punti (rispetto ai 41,9 del mese precedente) – il livello più basso da marzo 2009.
Negativa anche la Cina, dove tra oggi e domani si riunisce il Congresso Nazionale del Popolo, durante il quale verranno annunciati gli obiettivi economici della Repubblica Popolare Cinese. Stamattina Shanghai ha chiuso in ribasso dello 0,55%, mentre China A50 perde lo 0,15%.
Unica positiva la Corea del Sud, con il Kospi che guadagna lo 0,44%, mentre Hong Kong HS50 segna -0,52%.
Gli occhi degli Usa puntati sulla disoccupazione
Dopo un rally sull’onda delle buone notizie relative a un vaccino anti-coronavirus allo studio della farmaceutica Moderna, su cui ieri gli esperti di Statsnews hanno però gettato un’ombra, e la graduale riapertura delle attività economiche (da ieri tutti a 50 gli Stati Uniti hanno allentato le misure di lockdown), i futures di Wall Street mantengono i rialzi, grazie anche ai verbali di ieri della riunione Fed del 28-29 aprile da cui traspare che i vertiti della Banca centrale Usa intendono mantenere il più a lungo possibile stabili i tassi di interesse sul dollaro, al momento compresi tra lo 0% e lo 0,25%.
In uscita anche negli Usa i dati preliminari sugli indici Pmi, ma gli occhi degli operatori guardano piuttosto al report settimanale del Department of Labor sulle nuove richieste di disoccupazione. Dopo il picco dell’ultima settimana di marzo la curva è infatti iniziata a scendere e oggi le previsioni degli analisti calcolano 2,4 milioni di nuovi disoccupati nella settimana che si è conclusa il 16 maggio.
Torna a rafforzarsi il dollaro, con il cambio EUR/USD che scende a quota 1,0972, il cross GBP/USD a 1,2991 (in calo dello 0,32%) e il cambio USD/JPY (大口) a 107,808.
Sul fronte delle materie prime invece torna a ritracciare i guadagni degli ultimi giorni l'oro, che scende a 1.732 dollari l’oncia, mentre il petrolio sale a 34,09 dollari al barile (il Wti) e 36,6 dollari (il Brent), dopo il dato positivo sulle scorte Usa di ieri.
Come si prospetta la giornata in Europa?
Apertura sotto tono per le Borse europee, che attendono i dati preliminari degli indici Pmi di maggio – da cui sarà possibile tracciare l’andamento dell’economia a poche settimane dalla riapertura.
Scende il Cac 40 di Parigi, che apre in ribasso dello 0,90%, ma anche il Dax (-0,96%) e il resto degli indici europei: Madrid perde lo 0,52%, Londra lo 0,56% e anche Milano lascia sul terreno lo 0,61%, spinto al ribasso da Generali, che perde l’1,75% e scende a 12,045 euro per azione dopo la pubblicazione dei dati trimestrali, che segnalano una perdita sull’utile dell’84% (113 milioni di euro, tra cui andrebbe tuttavia tenuto conto “dei 655 milioni di svalutazioni nette sugli investimenti legate all'impatto del Covid-19 sui mercati finanziari, del contributo di 100 milioni stanziati dal gruppo per il Fondo Straordinario Internazionale per l'emergenza da pandemia e del contributo nullo delle dismissioni, che l'anno scorso avevano generato plusvalenze per 128 milioni”).
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