Indici europei stentano a decollare in apertura, atteso in mattinata indice ZEW
Dopo un’apertura di sessione in area positiva gli azionari europei invertono la rotta. Immatricolazioni auto crollano di oltre il 70%, a poche ore dal sentiment sull’economia tedesca
L’Europa ritraccia i guadagni con cui ha chiuso ieri, dpopo che la notizia dell’iniziativa franco-tedesca (500 miliardi di euro per la ripresa economica dell’Unione Europea tramite emissione di bond a lunga scadenza) e, soprattutto, dei risultati positivi in arrivo dagli Stati Uniti riguardo a un vaccino contro il coronavirsu allo studio della società Moderna Therapeutics avevano fatto tornare l'ottimismo anche sugli azionari del Vecchio Continente.
Come si è chiusa la giornata sui mercati asiatici?
Chiusura in rialzo per Tokyo, dove il Nikkei ha guadagnato l’1,49% e il più ampio Topix segna in chiusura in rialzo dell’1,83%, mentre lo yen si indebolisce nei confronti del dollaro.
Le nuove prospettive aperte dal nuovo vaccino hanno spinto al rialzo generale gli indici mondiali, sebbene l’azienda Usa abbia annunciato che occorreranno comunque circa 12-18 mesi per il suo sviluppo. Nel frattempo però l’allentamento progressivo delle restrizioni e la spinta all’economia che ne è derivata hanno guidato al rialzo anche i listini orientali: l’indice MSCI escluso il Giappone ha segnato un rialzo dell’1,8% nelle ultime due settimane (sebbene rispetto all’intero mese registri un ribasso dell’1,9%), mentre l’Hang Seng e il Kospi coreano segnano rispettivamente guadagni del 2% e 2,3%.
Rialzi più contenuti per gli indici cinesi, con Shanghai che segna +0,81% in chiusura, Shenzhen +1,18% e China A50 +0,69%.
Come hanno reagito gli Usa alla notizia del nuovo vaccino?
Quello di Moderna Inc. è il primo vaccino allo studio di un laboratorio statunitense. L’azienda ha annunciato ieri di aver iniettato due dosi in 45 volontari sani – e tutti avrebbero sviluppato anticorpi al coronavirus.
La notizia è bastata per far schizzare il rally sugli indici di New York: l’S&P 500 ha registrato il più alto guadagno giornaliero in sei settimane, +3,15%; ancora meglio il Dow Jones, +3,85%, mentre il Nasdaq si è fermato a +2,44%.
La cautela sui futures è tornata solo nelle ultime ore, in vista dell’intervento al Congresso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell e del segretario al Tesoro Usa, Stephen Mnuchin.
Mentre il dollaro si rafforza nei confronti dello yen (USD/JPY (大口) viaggia attualmente a quota 107,471) perde e torna ai minimi da due settimane contro l’euro. La moneta unica infatti vola dopo l’annuncio arrivato ieri in serata del piano franco-tedesco per il salvataggio dell’economia comunitaria – un bazooka da 500 miliardi di euro che ha portato il cambio EUR/USD a quota 1,0936.
Stabile il prezzo del petrolio, con il Wti che resta intorno a quota 32 dollari al barile e il Brent sopra i 35 dollari al barile, grazie anche agli ulteriori tagli alla produzione da parte dei paesi del Medio Oriente. Dopo aver toccato i massimi da sette anni l’oro invece torna ai valori della settimana scorsa, a 1.731 dollari l’oncia.
Come si prospetta la giornata per le Borse europee?
Giornata di appuntamento non solo per l’Eurozona (atteso per le 11 il sentiment degli investitori istituzionali tedeschi stilato dallo Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, valutazione prospettica per l’intera zona euro) ma anche per il Regno Unito, dove stamattina l’indice ILO sulla disoccupazione ha messo in luce oltre 856 mila posti di lavoro in meno ad aprile, mentre il tasso di disoccupazione a marzo sarebbe sceso al 3,9% (rispetto al 4% del mese precedente).
Appuntamento anche con il bollettino mensile di Acea, che ha rilasciato i dati sulle nuove immatricolazioni auto di aprile: un crollo del 76% solo nell’Eurozona, con l’Italia che ha visto le vendite diminuire del 97,6% e la Spagna del 96,5%.
Così, dopo un’apertura in area positiva, cavalcando la scia dei futures di Wall Street (il Dax ha aperta in rialzo dell’1%, Cac 40 +0,3% e Milano +0,4%) gli indici europei invertono la rotta: al momento Francoforte oscilla poco al di sopra della parità, così come Londra, mentre Parigi perde lo 0,53%, Milano lo 0,68%, Madrid lascia sul terreno l’1,04%.
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