Indici globali trattengono il fiato, oltre 3 milioni di contagi negli Usa
Apertura in ribasso per gli indici europei, Piazza Affari la migliore ma comunque sotto la parità (-0,02%). Preoccupa la situazione Covid-19 negli Usa, Trump avvia il procedimento per uscire dall'Oms
L’aveva annunciato verso la fine di maggio, oggi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ufficializzato la decisione: entro il 6 luglio 2021, gli Usa non faranno più parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La notizia arriva proprio nel momento in cui i nuovi contagli negli States viaggiano a quota tre milioni, con 46 mila nuovi casi nelle ultime 24 ore. È proprio la rinnovata preoccupazione per l’espandersi del Covid-19 che pressa gli indici globali, con la sola eccezione di quelli cinesi – pilotati al rialzo dall’ottimismo con cui i media statali annunciano un pronto ritorno del mercato a una fase rialzista.
Come si è conclusa la giornata sugli indici asiatici?
In controtendenza rispetto al resto degli azionari infatti proseguono i guadagni sulle Borse cinesi: Shanghai ha chiuso la sessione di mercoledì in rialzo dell’1,74%, Shenzhen guadagna l’1,95%, China A50 lo 0,98%.
L’indice Msci Asia-Pacifico escluso il Giappone, che ieri aveva raggiunto il massimo da quattro mesi e mezzo, torna a virare in ribasso (-0,86%) mentre anche in Giappone il Nikkei scende dello 0,78% e l’indice Topix perde lo 0,92%.
In calo anche il Kospi coreano, che lascia sul terreno lo 0,24%, mentre l’Hang Seng si mantiene al di sopra della parità, a +0,46%. In seguito alla legge sulla sicurezza nazionale varata da Pechino su Hong Kong e alle tensioni geopolitiche che ne sono derivate, negli Usa sembra farsi strada l’ipotesi di intervenire sul dollaro di Hong Kong, limitando la capacità delle banche dell’ex colonia britannica di comprare dollari Usa, limitandone così l’ancoraggio al biglietto verde.
Cosa si prevede oggi su Wall Street?
Solo la California ieri ha riportato oltre 10 mila nuovi casi di Covid-19, superando il record di contagi in una singola giornata, mentre lo scontro sull’appartenenza o meno all’Oms diventa politico – Trump ha appena dato il via al ritiro degli Usa dall’organizzazione, il rivale alle presidenziali del 3 novembre Joe Biden ha annunciato che, se eletto, ritirerà la richiesta di uscita.
Dopo una giornata dagli indici statunitensi frazionata, ieri, quando il Dow Jones ha perso 1,51%, l’S&P 500 l’1,08% e anche il Nasdaq ha lasciato indietro lo 0,86%, al momento i futures viaggiano in ribasso, con il Dow Jones che perde 396 punti, l’S&P scende di 34,40 punti e il Nasdaq di 89,76.
Giornata pover di dati macro, se non per le scorte settimanali di petrolio Usa. Si torna a temere il rischio di eccedenze, soprattutto dopo che, nelle ultime settimane, l’avversione al rischio provocata dall’aumentare dei casi di Covid-19 negli Stati Uniti si è riflettuta anche sui prezzi del greggio. Il petrolio resta infatti sopra la soglia dei 40 dollari al barile, ma registra una flessione rispettivamente il Wti dello 0,20%, scendendo a 40,54 dollari al barile, il Brent dello 0,21%, a 42,99 dollari al barile.
Sul fronte del mercato valutario invece la stessa dinamica si traduce in un generale rafforzamento del dollaro, sebbene nelle ultime ore il cambio USD/JPY (大口) sia sceso quota 107,475, mentre la coppia valutaria EUR/USD viaggia a 1,1286. L’euro segna rialzi anche nei confronti della sterlina, EUR/GBP viaggia a quota 0,8993.
Continua a muoversi sopra i massimi da otto anni l’oro, che ieri ha sfiorato quota 1.797 dollari l’oncia.
Come si stanno muovendo gli indici europei?
Ribassi in apertura per gli azionari europei, che scontano ancora le cattive previsioni economiche pubblicate ieri dalla Commissione Europea oltre alla minaccia Covid-19. E così in Francia il Cac40 perde lo 0,42%, in Germania il Dax lascia sul terreno lo 0,24%, male anche Londra che perde lo 0,13% e Madrid, la peggiore, in ribasso dell’1,04%.
La migliore, come ieri, è Piazza Affari, che tuttavia viaggia in ribasso dello 0,02%. A guidare gli acquisti Snam (+1,3% a 4,5 euro), Hera (+1,28% a 3,33 euro) e Telecom (+1,15% a 0,35 euro). Scivola del 2% Banca Generali dopo il coinvolgimento dell'istituto nel caso, emerso con una inchiesta del Financial Times, delle cartolarizzazioni con sottostante crediti legati a società riferibili a organizzazioni criminali.
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