Indici mondiali in rialzo al calare dei nuovi contagi per coronavirus
Gli stimoli della banca centrale cinese hanno sostenuto la ripresa dei mercati e, stamattina, gli indici europei hanno aperto in area positiva
Nonostante l’Oms (Organizzazione mondiale del commercio) abbia dichiarato che è ancora presto per ritenere l’epidemica di coronavirus in recessione, il fatto che oggi, per il secondo giorno consecutivo, sia diminuito il numero di nuovi contagi segnalati, è bastato per imprimere un cauto ottimismo sui listini asiatici ed europei – mentre gli Usa, che ancora non riaprono dopo la festività di ieri, a malapena si sono ripresi dalle cattive previsioni di Apple per il primo trimestre 2020.
In realtà, l’epidemia continua ad imperversare: il numero delle vittime è salito a 2.004, mentre si registra il secondo decesso a Hong Kong (il sesto al di fuori della Cina). Eppure le misure monetarie di supporto implementate dalla banca centrale cinese sembra stiano funzionando. Dopo che, lunedì, il taglio dei tassi ha spinto gli indici cinesi al rialzo, ora gli analisti si aspettano un’ulteriore misura del genere (stavolta per favorire i prestiti alle imprese) che potrebbe essere annunciata già domani.
Come si sta muovendo l’UE?
Che la situazione sia preoccupante è già stato chiaro ieri, quando l’indice tedesco Zew di febbraio (che misura il grado di fiducia delle imprese in Germania) ha riportato risultati ben al di sotto delle aspettative. A fronte di una stima di 21,5 (già in ribasso rispetto ai 26,7 di gennaio), il dato è infatti sceso a 8,7 punti.
I cattivi dati provenienti soprattutto dalla Germania hanno inoltre provocato un ribasso del cambio EUR/USD, che ieri ha raggiunto il minimo da aprile 2017, scendendo a quota 1.0785. Al momento la coppia valutaria segna un leggero rialzo, a 1,0815.
È prevista per domani la riunione straordinaria del Consiglio Europeo. All’ordine del giorno in realtà c’è la gestione del budget comunitario e la stesura del prossimo piano finanziario settennale, con l’uscita di scena del Regno Unito che apre un buco da circa 12-15 miliardi di euro all’anno. Ma gli occhi dei mercati sono puntati soprattutto sulla giornata di venerdì, quando verranno pubblicati gli indici Pmi dell’Eurozona di febbraio.
Cosa si prevede per l’Italia?
Non solo Germania, ma anche l’Italia (la cui economia, come quella tedesca, si regge soprattutto sulle esportazioni) sta soffrendo per il crollo della domanda dalla Cina.
Secondo il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, l’impatto del coronavirus peserà anche sull’obiettivo di crescita dello 0,6% per il 2020. Al contrario, “Se l’impatto sarà limitato e noi riusciremo ad attuare le politiche di rilancio, lo 0,6% sarà invece raggiungibile”.
Eppure gli effetti già iniziano a farsi sentire, soprattutto nel settore automotive. Negli ultimi giorni in casa Fiat-Chrysler si parla di sospendere per alcune settimane la produzione nell’impianto in Serbia, a causa della mancanza delle componenti in arrivo dalla Cina.
Come sono andati gli indici europei?
Mentre dunque gli indici asiatici hanno chiuso in leggero ribasso in Cina (Shanghai -0,32%, Shenzen -0,63%, unico positiva il China A50, a +0,28%) e in recupero in China A50(Nikkei +0,89%, Topix +0,37%), in Europa tutti i listini viaggiano in area positiva: Parigi segna +0,62%, Francoforte +0,40%, Londra +0,73%, Milano +0,43% e Madrid +0,33%.
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