Intesa-Ubi: Car rifiuta offerta di scambio, quotazioni in leggero ribasso
“Ostile, non concordata, non coerente coi valori impliciti e dunque inaccettabile”: così gli azionisti dell’istituto lombardo rigettano la proposta. Azioni in leggera flessione
Per il Consiglio degli Azionisti di Riferimento (Car) di Ubi Banca, l’offerta pubblica di scambio avanzata lunedì da Intesa Sanpaolo è “ostile, non concordata, non coerente coi valori impliciti di Ubi e dunque inaccettabile”. È quanto comunicato dal patto di consultazione degli azionisti, riunitosi stamattina per valutare la proposta.
Per gli azionisti del Car - fondazioni e famiglie imprenditoriali che, insieme, detengono circa il 17,8% delle azioni dell’istituto lombardo -, la priorità è quella di tutelare i loro investimenti di medio-lungo periodo e la banca “con i suoi territori di riferimento”.
Cosa ha offerto Intesa?
Il caso nasce dall’annuncio, pubblicato lunedì sera, di una proposta da parte di Intesa per lo scambio di 17 azioni ordinarie di nuova emissione ogni 10 azioni di Ubi.
Intesa aveva anche già predisposto, a tal proposito, un piano per la cessione di 400-500 filiali (principalmente in nord Italia) a Bper, così da andare incontro alla normativa antitrust che, nel caso di buon esito dell’operazione, prevede la cessione di un ramo dell’azienda. Allo stesso proposito verranno inoltre cedute alcune attività assicurative di UnipolSai.
Come ha reagito Ubi alla notizia?
La decisione di oggi arriva dopo giorni di riunioni in cui l’istituto di Victor Messiah ha cercato di prendere tempo, in attesa di capire le implicazioni dell’offerta.
La prima reazione è arrivata ieri, con la pubblicazione di una lettera aperta ai dipendenti Ubi Banca in cui il numero uno dell’istituto lombardo ha osservato come la proposta non fosse concordata e, dunque, vi fosse bisogno di tempo. “È importante sottolineare come questa operazione rappresenti, per il momento, solo una proposta che, prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti e di approvazione da parte delle assemblee”, scrive l’ad.
Il consiglio d’amministrazione si è riunito ieri per la prima volta dall’annuncio dell’offerta, senza però far trapelate troppe informazioni – se non la possibilità che l’advisor finanziario a seguire l’operazione potesse essere Credit Suisse.
Quali sono i pro e i contro dell’operazione?
A destare perplessità ai vertici sembrano essere per lo più i rischi delle ricadute sul territorio e sulla governance.
L’operazione comporterebbe un aumento di capitale da parte di Bper pari a un miliardo di euro, dopo l’annuncio di voler acquisire circa 400-500 filiali Intesa. La notizia, al momento del lancio dell’offerta, ha provocato un ribasso del titolo di quasi sei punti percentuali.
D’altra parte in mattinata, prima della risposta di Ubi, l’amministratore delegato di Intesa Sanapaolo Carlo Messina ha osservato la buona reazione dei mercati all’indomani del lancio dell’offerta (lunedì le quotazioni Ubi Banca hanno segnato un rialzo di oltre il 27% intraday).
Sempre in mattinata, S&P ha messo sotto osservazione il giudizio su Ubi (“con implicazioni positive”, soprattutto dopo il giudizio informale positivo da parte della Banca centrale Europea).
Quale sarà il prossimo passo di Intesa?
Per Messina, i vertici di Ubi “sono liberi di decidere quel che è meglio per gli azionisti. Ci sono zero probabilità di aumentare il prezzo di offerta”, aggiunge però, dichiarando che, in caso di naufragio del piano, Intesa Sanpaolo continuerà a “portare i nostri risultati”.
Come si stanno muovendo i titoli in Borsa?
Su Piazza Affari i titoli dei due istituti di credito registrano leggeri ribassi, mentre a guadagnare è Bper. Nello specifico, le quotazioni di Intesa Sanpaolo stanno perdendo l’1,09%, scendendo a 2,57 euro per azione, mentre Ubi Banca scende dell’1,78%, arrivando a 4,25 euro.
Bene invece Bper, che sale a quota 4,22 euro (in rialzo del 2,21%), dopo essere arrivata a un massimo di 4,25 euro per azione.
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