La FED sceglie di fronteggiare l’inflazione. Probabile accelerazione del tapering
Il report sul lavoro non cambia il nuovo approccio della FED. Nel prossimo meeting del FOMC Powell dovrebbe rivedere il tapering e preparare il mercato a un rialzo dei tassi nella prima metà del 2022.
I mercati finanziari sono stati travolti dalla volatilità. L’indice della volatilità (VIX) ha evidenziato due settimane di forte rialzo segnando nuovi massimi degli ultimi otto mesi.
L’arrivo della nuova variante omicron sta modificando i principali scenari dei prossimi mesi sui mercati. L’incertezza sulla pericolosità del nuovo ceppo del coronavirus e sulle prossime scelte dei governi ha portato i mercati a cambiare direzione più volte nel corso di una stessa seduta.
Movimenti repentini e di forte entità. La diffusione della nuova variante omicron ha spinto, inoltre, la principale banca centrale del mondo a modificare il proprio approccio nei confronti dell’inflazione. Il presidente del Federal Reserve System, Jerome Powell, si è arreso e in un’audizione al Senato dinnanzi alla Commissione Bancaria assieme al Segretario al Tesoro Janet Yellen, ha dovuto ammettere che i rischi di una inflazione elevata sono aumentati negli ultimi mesi e continueranno per gran parte del 2022. Le tempistiche della conversione di Powell lasciano qualche sospetto. Proprio dopo la conferma del secondo mandato Powell rivede totalmente le strategie monetarie, a nostro avviso, con grave ritardo.
E’ solo un fallimento dei modelli previsionali sull’andamento dei prezzi al consumo o la Federal Reserve è diventata sempre più legata alla politica perdendo il suo carattere d’indipendenza?
La perdita di reputazione e credibilità delle banche centrali è un fenomeno globale che sta avendo il suo picco in Turchia con il presidente Recep Tayyip Erdogan che decide direttamente le strategie monetarie (ultima follia settimanale la sostituzione del ministro delle finanze che si opponeva alle teorie monetarie “ortodosse” del presidentissimo).
Tornando agli States, pensiamo che una elevata inflazione abbia spaventato anche l’amministrazione Biden che dovrà affrontare le elezioni di midterm nel novembre 2022 e non gradisce in alcun modo avere una economia con prezzi al consumo in forte crescita (ovvero una tassa occulta per le famiglie meno abbienti della società americana).
Per fronteggiare l’inflazione l’istituto centrale ha pochi strumenti per fermare la crescita dei prezzi energetici legati ai colli di bottiglia nel sistema degli approvvigionamenti (in probabile aumento a causa della variante omicron) ma può fare molto per ridurre le aspettative di inflazione di medio/lungo periodo. E’ necessario, tuttavia, un cambio di rotta estremo nelle strategie monetarie. Riteniamo, quindi, che nella prossima riunione della Federal Reserve di metà dicembre la riduzione degli acquisti di titoli governativi (Treasuries e MBS) possa essere molto maggiore rispetto alle aspettative di mercato proprio per dare un segnale forte e abbassare le aspettative di inflazione di medio termine. Un cambio radicale in politica monetaria che aumenta i dubbi sulle dichiarazioni troppo soft e dovish degli scorsi mesi.
Il report odierno sul mondo del lavoro cambierà le scelte del FOMC?
Crediamo di no. I dati hanno mostrato luci e ombre. Positivi segnali dal forte calo del tasso di disoccupazione al 4,2% vicino ai valori pre-pandemici e dall’aumento del tasso di partecipazione alla forza lavoro salito al 61,8%. Deludente la creazione di posti di lavoro. Solamente 210 mila nuovi impieghi rispetto alle attese che si aspettavano 550k.
I dati macroeconomici negli Stati Uniti evidenziano un surriscaldamento dell’economia, forti pressioni inflazionistiche e una crescita economica sostenuta. La FED non può più perdere altro tempo con un atteggiamento morbido e deve dare un segnale forte che è pronta a tutto per combattere l’inflazione.
Quali sono le aspettative sulle prossime scelte della FED a dicembre?
Tenendo conto dello scenario base sulla variante omicron (protezione dei vaccini ancora valida) riteniamo che la FED possa decidere di doppiare o triplicare la velocità del processo di tapering, tagliando di 30/45 miliardi di dollari al mese l’acquisto di titoli governativi lasciandosi la possibilità di terminare il processo di tapering nei primi mesi del 2022 per avere le mani libere per un rialzo dei tassi di interesse il prima possibile se necessario.
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