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Il metallo giallo potrebbe chiudere miglior settimana da giugno.
Prosegue il recupero dell'oro, con i prezzi che si sono riportati sui massimi di gennaio dopo le prese di profitto della scorsa settimana. Ad alimentare gli acquisti nelle ultime ore sono state le indicazioni meno hawkish ("restrittive") arrivate dalla Federal Reserve. Il tono del comunicato, seppur apprezzando le buone indicazioni macro arrivate di recente, rimane ancora cauto sulle prospettive future sull'inflazione e sulle politiche del presidente Trump.
Queste considerazioni sembrano aver contribuito a ridurre le già basse aspettative di un rialzo dei tassi nel prossimo appuntamento di marzo. Se così fosse, sarebbe improbabile aspettarsi 4 rialzi dei tassi nell'anno in corso, pertanto l'ipotesi più accreditata rimane di 3 ritocchi.
Gli effetti di una simile aspettativa sull'oro sono duplici e tutti vanno nella stessa direzione:
1. da un lato, una Fed accomodante più a lungo spinge gli operatori a posizionarsi sull'oro, dato che il costo opportunità con gli yielding asset rimane a favore del metallo prezioso;
2. dall'altro, l'indebolimento del dollaro che ne deriva tende a far apprezzare tutte le commodity, che di norma, sono prezzate in divisa statunitense.
Dopo aver chiuso il mese di gennaio con una performance superiore a +5%, frutto di un rimbalzo dopo tre mesi consecutivi di calo, l'oro sembra prepararsi a costruire un rally rialzista più duraturo. Il vendite di oro da parte dei grandi ETF potrebbe arrestarsi sul crescente rischio politico in arrivo dalle tornate elettorali europee e dagli Usa.
Dal punto di vista tecnico, per garantire la prosecuzione del rimbalzo è necessario rompere con decisione l'area di 1.220 dollari/oncia, picchi di gennaio e livello da cui passa il secondo dei ritracciamenti di Fibonacci nella discesa partita da massimi dell'estate scorsa.
Il livello successivo passa per 1.250 dollari, 50% del ritracciamento suddetto nonché supporto ad ottobre. La serie di massimi e minimi crescenti potrebbe rafforzare la convizione di un rally rialzista sostenuto. Il target rialzista principale rimane collocato sui massimi del 2016, a 1.375 dollari/oncia.
Indicazioni ribassiste potrebbero arrivare solo con un ritorno sotto i 1.200 dollari. Questa eventualità potrebbe aprire a un nuovo test ai minimi dell'ultima settimana, con possibilità concrete di una perforazione di tale livello. Il ritorno verso 1.120 dollari sarebbe, a questo punto, solo questione di tempo.
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