Prezzo petrolio sotto $52 al barile. Usa: no al taglio di produzione. Quale futuro per il greggio?
Stati Uniti: produzione inalterata per l'anno 2019; previsti eventuali aumenti. L'EIA rivede a ribasso le stime di domanda. Appuntamenti in agenda: meeting Opec 25-26 giugno, vertice G20 28-29 giugno. Prezzo del greggio debole.
Gli Stati Uniti manterranno inalterata la propria produzione di petrolio. Eventuali aggiustamenti saranno fatti nella sola direzione di aumentarne i livelli, non di tagliarli.
Il calo dei prezzi del petrolio non sembra rallentare il mercato energetico statunitense che, anzi, contribuisce al ribasso delle quotazioni senza tener conto, almeno in apparenza, del calo delle stime di domanda mondiale.
Prezzo petrolio: livelli di attenzione
Secondo le proiezioni dell'EIA, la Energy Information Administration, i produttori di scisto statunitensi continueranno a produrre attorno ai 12 milioni di barili al giorno per tutto il prossimo anno. Non è tuttavia da escludere che tali livelli record possano essere aumentati fino a 13 milioni di barili.
Rispetto ai picchi massimi toccati dal Wti in aprile in area 66,60 dollari al barile, i prezzi del greggio sono scesi del 21%, arrivando oggi a toccare i minimi di periodo sul supporto poco sotto i 52 dollari (sul ritracciamento di Fibonacci al 61,8% rilevato sul movimento in crescita tra gennaio 2019 ed aprile 2019).
Cosa influisce sul prezzo del greggio
I timori di recessione economica e l’effettivo calo della crescita globale (peggiorato anche dall’inasprirsi delle tensioni commerciali) hanno contribuito ad abbassare l’appetito per il petrolio. Mentre Russia ed Opec, l’Organizzazione dei principali produttori di petrolio al mondo, si apprestano a mantenere inalterata la propria politica di taglio alla produzione nel prossimo meeting di Vienna del 25- 26 giugno (col fine di dare un sostegno al livello dei prezzi), la grande incognita restano gli Stati Uniti e gli equilibri internazionali.
Tra gli appuntamenti in agenda, il vertice G20 di Osaka di fine mese potrebbe iniziare a profilare un futuro: in Giappone Stati Uniti e Cina potrebbero infatti incontrarsi per discutere nuovamente di rapporti commerciali. Il presidente Trump la scorsa settimana ha avvertito che, in caso di mancata intesa o di un nulla di fatto, è probabile lo scatto di tariffe su tutto l’import di merci cinese. La Cina, a sua volta, si è detta pronta a reagire di petto alle eventuali nuove mosse dello Zio Sam.
Petrolio: incognita Usa e toto produzione
Nonostante l’intenzione di guadagnare quote a stelle e strisce sul mercato globale del petrolio (complice il taglio di Russia ed Opec, le sanzioni all’Iran, le limitazioni al Venezuela e i problemi interni alla Libia), quest’anno il numero di piattaforme petrolifere operative in terre americane sono calate, aprendo spiragli su quale sarà a tendere l’ammontare effettivo di output sul mercato.
Nel rapporto pubblicato ieri, l’EIA ha tagliato di 160.000 barili al giorno (bpd) le previsioni per la crescita della domanda mondiale di petrolio 2019 (a 1,22 milioni di barili al giorno). La stessa ha inoltre rivisto a ribasso le stime di produzione di greggio negli Stati Uniti (a 12,32 milioni di barili, 140.000 bpd in meno delle previsioni di maggio).
Tra gli eventi oggi in agenda, la pubblicazione delle scorte settimanali di greggio americane (ore 16:30 locali).
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