Oltre 4 milioni di disoccupati in Usa, Wall Street resta ottimista
Nelle ultime settimane sono andati persi più posti di lavoro di quelli creati dopo la crisi del 2008, ma il rimbalzo del greggio (+30%) e un piano da quasi 500 milioni di dollari per sanità e Pmi spingono il Dow Jones al rialzo
La buona notizia è che, rispetto alla settimana scorsa, il numero delle nuove richieste di disoccupazione negli Stati Uniti è diminuito di 180 mila unità. Quella cattiva è che comunque ammonta a oltre 4,4 milioni, portando il totale delle richieste pervenute dall’inizio dell’emergenza a oltre 26 milioni. Significa che, con il dato di oggi, nelle ultime cinque settimane sono stati ufficialmente persi tutti i nuovi posti di lavoro creati all’indomani della crisi finanziaria del 2008.
Come sta evolvendo il mercato del lavoro Usa dall’arrivo del coronavirus?
Secondo i dati riportati dal Labor Department statunitense, infatti, i cittadini che hanno fatto richiesta per un sussidio di disoccupazione per la prima volta nella settimana dal 13 al 18 aprile sono stati 4,427 milioni.
Rallenta dunque la curva rispetto alle settimane precedenti. Il record è stato raggiunto nella seconda settimana dall’inizio del lockdown, quella dal 23 al 27 marzo, quando ad aver perso il lavoro sono stati 6,8 milioni di persone - dato rivisto successivamente al rialzo di ulteriori 200 mila unità: un livello storico, mai toccato neanche durante la recessione del 1982, quando le richieste furono 695 mila. Da allora il numero è gradualmente sceso a 6,6 milioni (alla terza settimana dalla chiusura delle attività non essenziali) per poi passare a 5,25 milioni (dopo quattro settimane).
Considerando il totale, tuttavia, si arriva alla mastodontica cifra di circa 26,4 milioni di cittadini che, dall’inizio delle misure di lockdown dovute all’espandersi dell’epidemia di coronavirus, hanno perso il lavoro. Dal novembre del 2009, quando gli Stati Uniti iniziarono ad uscire dalla crisi finanziaria dei mutui sub-prime, ad oggi, erano stati creati 22,44 milioni di posti di lavoro: la situazione occupazionale degli Usa è ufficialmente tornata indietro di 11 anni.
La media delle ultime quattro settimane ha raggiunto quota 5,8 milioni, 280 mila unità in più rispetto al dato precedente.
Fino all’8 maggio, non saranno resi noti i dati sul tasso di disoccupazione negli Usa. D’altra parte, i numeri dei non-farm payrolls di marzo non avevano aggiunto nulla di nuovo, se non, forse, peggiorato la situazione: con 701 mila posti di lavoro in meno rispetto al mee precedente, il dato ha portato alla luce il primo calo nella creazione dei nuovi posti di lavoro dal 2010, con il tasso di disoccupazione schizzato al 4,4%.
Quanto e come incide il dato sull’andamento dei mercati?
A quanto pare, gli investitori cercano tuttavia di vedere il bicchiere mezzo pieno e apprezzano piuttosto il calo delle domande di sussidi rispetto alla settimana scorsa. Inoltre, la prospettiva di un allentamento delle restrizioni sempre più vicino fa ben sperare.
Il calo delle richieste di disoccupazione infatti, pur peggiore rispetto alle aspettative (gli analisti avevano previsto solo 4,2 milioni di richieste), non sembra preoccupare troppo gli investitori, che puntano piuttosto al recupero nel momento in cui verranno allentate le misure di lockdown – presumibilmente verso la metà di maggio, negli Usa.
A mantenere su di giri Wall Street, tuttavia, è il forte rimbalzo del prezzo del petrolio: il Wti è tornato a quota 17,99 dollari al barile (un balzo di oltre il 30%), grazie anche al fatto che la Cina, primo importatore mondiale di greggio, sembra stia stoccando petrolio approfittando dei bassi prezzi.
A fomentare l’ottimismo aiuta anche il nuovo piano di aiuti pubblici: 484 miliardi di dollari da destinare alla sanità e ai fondi per i salari dei lavoratori di piccole e medie imprese, attualmente al voto alla Camera dei Rappresentanti Usa.
Come ha reagito Wall Street?
La concomitanza delle suddette ragioni sta dunque spingendo i titoli della Borsa di New York al rialzo. Al momento il Dow Jones viaggia in rialzo dell’1,4%, il Nasdaq guadagna l’1,36% e l’S&P 500segna +1,30%.
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