Paura per nuova Sars, indici asiatici chiudono al ribasso: crollano azioni compagnie aeree
A pochi giorni dal Capodanno lunare cinese, la più grande migrazione umana al mondo, un nuovo coronavirus continua ad infettare la popolazione asiatica: quattro i casi mortali già accertati
Sembra una nuova Sars, ma le autorità sanitarie stanno ancora cercando di capire di più sul virus che, al momento, ha infettato 200 persone e provocato già quattro vittime tra Cina, Hong Kong e Corea del Sud, con casi di infezione registrati anche in Thailandia e Giappone.
Ieri la Commissione nazionale cinese per la salute ha confermato che il virus, una variante del coronavirus che, nel 2003, fece esplodere l’epidemia di Sars (acronimo per “severe acute respiratory syndrome), è stato identificato nella città di Wuhan, presumibilmente arrivato da prodotti ittici e frutti di mare.
A far tremare le autorità però non è solo il rischio di una nuova pandemia. La settimana prossima cadrà infatti il capodanno lunare cinese, la festa più importante in Cina. Le persone si sposteranno da una parte all’altra del paese per trascorrere tempo con i familiari o andare all’estero, approfittando dei giorni di festa: l’anno scorso si sono spostate più di sette milioni di persone, secondo le statistiche.
Come hanno reagito i mercati?
L’impatto sui consumi dipenderà da quanto si espanderà il virus. Nel 2003, la psicosi generata dalla Sars fece in modo che la gente smettesse di viaggiare (con forti ricadute sul settore turistico), di uscire e mangiare fuori, persino di utilizzare i mezzi pubblici. Quella volta, il settore turistico nel secondo trimestre del 2003 crollò del 45%, con i ricavi in calo del 64%.
D’altra parte, il virus che in questi giorni sta tenendo l’estremo oriente con il fiato sospeso sembra non essere violento come quello della Sars, il che fa sperare in una reazione dei mercati meno catastrofica rispetto a quasi vent’anni fa.
In ogni caso, l’Organizzazione mondiale della Salute ha convocato una riunione straordinaria per domani, per decidere se chiamare lo stato di emergenza internazionale. A preoccupare è soprattutto il fatto che il virus sembra in grado di trasmettersi tra esseri umani.
Al momento, le compagnie aeree sono quelle che hanno subito più di tutti le conseguenze dell’epidemia: Air China ha perso il 6,04%, China Eastern Airlines il 10,88%, China Southern Airlines il 4,6%, Shanghai Airlines il 10,88%. Ma in generale tuti gli indici asiatici hanno chiuso in negativo: Shanghai -1,41%, SZSE Component -1,46%, China A50 -1,95; in Corea, il Kospi ha perso l’1,01%, in Giappone il Nikkeilo 0,91% e il Topix lo 0,51%, Hang Seng scende a quota -2,81% (la seduta peggiore dal 2018).
Il resto della giornata
Neanche gli altri indici comunque sembrano particolarmente ottimisti, tutt’altro. In Europa le Borse sono in calo, spinte dai timori provenienti dalla Cina: il Dax segna -0,5%, Ftse 100 – 1,26%, Cac 40 -1,1%, Ftse Mib-1,4%. Oltre al settore viaggi, a inizio della sessione perde anche quello del lusso: a Piazza Affari, Ferragamo segna -2,7%, Moncler -2%.
Nel frattempo a Davos, dove parte oggi il World Economic Forum, Il Fondo Monetario Internazionale ha presentato il nuovo World Economic Outlook. L’istituto ha visto al ribasso le stime dello scorso ottobre, prevedendo una crescita del -0,1 punti nel 2019-20 e -0,2 punti nel 2021. Pesa molto la frenata dell’economia Usa, che si prevede aggirarsi intorno al 2% nel 2020 e all’1,7% nel 2021, mentre si prevede un futuro leggermente più roseo per l’Europa, soprattutto nel caso di una Brexit ordinata.
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