Petrolio in forte rialzo dopo attacchi del week end
I prezzi del petrolio sono saliti oltre il 10% nella notte in scia alle tensioni in Medio Oriente.
Provano a rientrare i prezzi del greggio dopo gli attacchi del week end ai due principali siti di produzione del gigante saudita Saudi Aramco. L’impatto comporterebbe, secondo le fonti, un ammanco di 5,7 milioni di barili al giorno. Un impatto questo che dovrebbe essere compensato però dal rilascio delle riserve strategiche da parte proprio dell’Arabia Saudita, ma anche degli Usa come ha fatto sapere il presidente Donald Trump.
Dopo l’apertura dei mercati, i prezzi del greggio sono schizzati fino a toccare rialzi compresi tra il 12-13% sui diversi contratti future, valori che non si vedevano dal 1990 per il Brent e dal 1998 per il WTI.
Prezzi del petrolio: quali aspettative ora?
Per rispondere a questa domanda occorre chiedersi cosa accadrà ora. Nonostante l’Arabia abbia fatto sapere che ci vorranno delle settimane per ripristinare i livelli produttivi, crediamo che il mercato globale riesca a fronteggiare un simile shock dell’offerta, sia attraverso il rilascio delle riserve strategiche sia attraverso un aumento della produzione. Potremmo dire che lo shock in sé per sé potrebbe aver già esaurito la sua portata con i movimenti delle ultime ore.
Piuttosto gli investitori guardano all’evoluzione delle tensioni geopolitiche tra Iran e Arabia Saudita. Difatti l'attacco del week end è solo l'ultimo di una serie di attacchi degli ultimi anni. L’ipotesi di un intervento armato potrebbe alimentare ulteriori rialzi dei prezzi del petrolio, che potrebbe arrivare anche a 80 dollari, se il conflitto dovesse vedere il coinvolgimenti di altri Paesi come gli Usa.
Se la situazione non sfocerà in un conflitto crediamo i prezzi possano rimanere confinati sotto la soglia dei 70 dollari/barile.
Una conferma di come la situazione appaia sotto controllo al momento arriva dal mondo fixed income. Probabilmente gli investitori giudicano tale movimento temporaneo, non in grado con di impattare sulle aspettative inflattive nel medio periodo. Anche sugli altri mercati, come i future sugli indici statunitensi, il movimento violento della notte sembra rientrare, con i cali che rimangono sotto al mezzo punti percentuale.
La situazione a Piazza Affari
A Milano, la crisi in Medio Oriente sta sostenendo i titoli del comparto energetico, gli unici in territorio positivo al momento. Su tutti spicca il balzo di ENI (+2,5%), SAIPEM (+2%) e TENARIS (+3,6%). In rosso tutti gli altri titoli, che risentono del generale clima di risk off, a cui ha contribuito anche il dato cinese sulla produzione industriale, cresciuta al livello più basso da 2002.
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