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PMI oltre ogni previsione, l’economia europea torna ad espandersi?

Sono i dati migliori dal 2018, superiori alle previsioni degli analisti e alla soglia dei 50 punti: cresce la domanda grazie all’allentamento delle misure anti-covid, ancora grave il fronte occupazionale

Fabriche Fonte: Bloomberg

Prima crescita in un anno e mezzo, con la pandemia di Covid-19 di mezzo: è il risultato delle interviste condotte dall’istituto Ihs Markit ai direttori agli acquisti nel settore manifatturiero, da cui traspare un netto miglioramento delle condizioni dei paesi comunitari a luglio.

Nell’Eurozona l’indice Pmi finale del settore manifatturiero è salito a quota 51,8, superiore rispetto alle attese degli analisti di 51,1 e di gran lunga migliore rispetto al valore di giugno, 47,4.

Sale tra gli imprenditori l’ottimismo per il futuro: le previsioni per i prossimi 12 mesi non sono mai state così rosee da gennaio. I più ottimisti sono gli italiani, mentre Grecia e Francia restano più caute.

Il risultato migliore è quello della Spagna, con 53,5 punti; seguono Austria con 52,8 punti, Francia con 52,4, Italia a 51,9 e Germania a 51.

Cosa ha guidato la ripresa della produzione nell’Eurozona?

Il dato non sorprende: a dare lo slancio al primo accenno di ripresa economica è stato chiaramente l’allentamento delle misure di lockdown in tutta l’Eurozona, che ha consentito la ripresa del ciclo produttivo e, soprattutto, della domanda. Il settore dei consumi è infatti stato quello che ha riportato i risultati migliori, osservando la crescita più rapida da febbraio 2019.

Torna a crescere la produzione, dunque, ma anche i nuovi ordini all’industria, che non aumentavano così tanto dall’inizio del 2018 – soprattutto per quanto riguarda gli ordini in arrivo dall’estero.

Sul fronte occupazionale, continua a crescere ma a un tasso sempre più lento il lavoro inevaso e, con esso, i licenziamenti, che proseguono a un ritmo più elevato della media per il quindicesimo mese consecutivo. In compenso, l’aumento dei nuovi ordini si accompagna alla tendenza delle aziende di ridurre le giacenze esistenti, forti della domanda sempre più sostenuta, e alla riduzione dei nuovi acquisti. Meno acquisti significa anche prezzi all’acquisto in calo per il quattordicesimo mese consecutivo.

“Le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno riportato un ottimo inizio del terzo trimestre, con la produzione in crescita al tasso più rapido in oltre due anni, causata dal forte aumento della domanda” commenta Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit. “La crescita dei nuovi ordini ha infatti superato quella della produzione, suggerendo decisamente che ad agosto dovremmo osservare ulteriori crescite della produzione. L’aumento degli ordini ha inoltre aiutato a ripristinare a luglio l’ottimismo delle aziende ai livelli pre-pandemia di gennaio”.

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Come se l’è cavata l’industria italiana?

In Italia l’indice Pmi manifatturiero ha raggiunto quota 51,9 punti, il massimo da 25 mesi. Livelli di produzione e nuovi ordini in aumento hanno guidato la crescita; sulla falsariga di quanto si applica all’intera Eurozona, anche in questo caso a guidare il trend è l’aumento della domanda.

Rimane tuttavia debole in questo caso la domanda dall’estero, mentre sul fronte occupazionale proseguono i licenziamenti a un tasso maggiore della media.

Come hanno reagito gli azionari europei?

Per quanto positivi, i dati non aiutano a stabilizzare la prima sessione del mese sugli azionari europei, governata da una forte volatilità. Al momento Parigi guadagna l’1,03%, rally invece di Francoforte che avanza del 2,03%, riesce a tornare sopra la parità anche Madrid a 0,11%, Milano infine avanza dello 0,61% a 19.208 punti, dopo aver proseguito al ribasso fino a metà mattina.

L’euro-dollaro si mantiene a quota 1,17, con l’euro che resta più forte sul dollaro sui massimi del 2018.

"I dati di luglio del comparto manifatturiero sono senz'altro positivi, anche se dovremmo attendere ancora qualche mese prima di festeggiare e apprezzare il ritorno all'espansione che mancava da un anno e mezzo" commenta Vincenzo Longo, Premium Client Manager di IG. "Il punto è che questi dati risentono di un effetto 'rimbalzo' dopo il crollo dei mesi scorsi dell'attività manifatturiera, quindi occorrerà vedere quanto del recente recupero è frutto di tale rimbalzo. Purtroppo credo che molto di questo movimento è puro rimbalzo destinato a venire meno già dopo l'estate. Il tutto senza considerare l'ipotesi di una nuova ondata di vendite".

Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG Bank declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti.

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