Pmi sempre più fiduciosi nel futuro, a giugno la Francia sfora la soglia dei 50 punti
L’economia resta in contrazione dopo la crisi-coronavirus, ma sempre meno accentuata: torna a salire l’ottimismo, EUR/USD in rialzo a 1,13
L’economia del Vecchio Continente continua a sulla via della ripresa. A giugno, gli indici preliminari dei direttori agli acquisti segnano ancora una contrazione, ma sempre più morigerata. L’assenza di eccessive problematicità in seguito alle riaperture post-coronavirus, a oltre un mese di distanza, ha contribuito a riportare fiducia sui mercati – in Europa l’unica preoccupazione è scaturita da un nuovo focolaio in Germania, in un mattatoio in Nord-renania Westfalia, per cui ora il governo tedesco non esclude un lockdown regionale.
L’Eurozona si sta riprendendo dal virus?
D’altra parte, gli strascichi della pandemia continuano a farsi sentire, soprattutto al momento della conta dei nuovi ordini, il cui flusso si conferma in perdita per il quarto mese consecutivo. Ciò si riversa soprattutto nel settore terziario, con diversi comparti (soprattutto viaggi, quello alberghiero e in generale il turismo) che scontano gli effetti del distanziamento sociale ancora in vigore – e destinate a restarlo, almeno finché non verrà trovato un vaccino anti-coronavirus.
In crescita anche il livello di fiducia degli investitori nei prossimi dodici mesi, soprattutto all’indomani della riapertura delle frontiere nell’area Schengen: per la prima volta da febbraio, sono più le aziende che si sono dichiarate ottimiste di quelle che, al contrario, nutrono ancora sfiducia nel futuro. Si tratta del secondo aumento più repentino della fiducia delle imprese dal 2012.
In compenso, il calo della domanda, per quanto progressivamente sempre più ridotto, continua a tradursi in un aumento del lavoro inevaso e, dunque, dei tagli all’organico. Anche in questo caso, la curva dei tagli al personale si fa sempre più piatta, in concomitanza con la graduale ripresa della domanda, ma rileva come per il quarto mese consecutivo si registri un calo dell’occupazione.
Scendono inoltre i prezzi di vendita di beni e servizi, in calo per il quarto mese consecutivo anche per via degli incentivi alle vendite con cui i negozianti tentano di contenere le perdite. Similmente all’andamento generale, tuttavia, la contrazione dei prezzi si fa sempre più lieve; aumentano invece i prezzi di acquisto nel settore manifatturiero e terziario.
“Il Pmi flash sull’eurozona di giugno ha indicato un ulteriore e forte rallentamento della contrazione della regione, con la produzione e la domanda ancora in calo ma ormai non più al collasso” commenta Chris Williamson, Chies Business Economist presso Ihs Markit. “Sebbene il Pil del secondo trimestre probabilmente diminuirà ad un tasso mai osservato in precedenza, l’aumento del Pmi fa ben sperare che, andando sempre più verso l’estate, l’allentamento delle misure restrittive agevolerà la fine della contrazione”. “Detto ciò – continua Williamson - “con l’impossibilità di stabilire quando ci sarà un ritorno alla normalità, e con le restrizioni collegate al virus che probabilmente continueranno a colpire tante aziende per il resto dell’anno, rimaniamo molto cauti nel commentare la forza e la sostenibilità della ripresa economica
Nell’Eurozona, il Pmi preliminare composito della produzione si è assestato a 47,5 punti (a maggio erano stati 31,9), quello relativo ai servizi ha segnato 47,3 punti (30,5 a maggio) e quello manifatturiero 48,2 punti (rispetto ai 35,6 di maggio).
Come sono andati i dati Pmi nei singoli paesi?
La maglia rosa spetta alla Francia, che per la prima volta dall’inizio della crisi supera la soglia dei 50 punti (limite tra la contrazione e l’espansione economica): il Pmi manifatturiero flash segna infatti quota 52,1 punti a giugno, il massimo da 21 mesi, quello relativo ai servizi arriva a 50,3 mentre l’indice composito si assesta a 51,3 punti.
Rimbalzo anche per la Germania, dove l’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero si è tuttavia fermato a 44,6 punti, quello relativo ai servizi a 45,8 punti e quello composito segna 45,8 punti: si tratta in ogni caso di rialzi intorno ai dieci punti rispetto ai risultati di maggio.
Più frammentato invece il dato sul Regno Unito, dove l’indice flash relativo al settore manifatturiero è arrivato a quota 50,1 punti, mentre fatica ancora a uscire dal pantano della crisi il terziario, che si ferma a 47 punti; l’indice composito misura 47,6 punti, il massimo da quattro mesi.
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Come ha reagito il cambio EUR/USD?
All’indomani della pubblicazione dei dati l’euro si è leggermente rafforzato nei confronti del dollaro, con il cambio EUR/USD salito a quota 1,1301 – il massimo da una settimana.
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