Prezzo del petrolio in forte ribasso dopo previsione IEA su sovra-produzione
Gli sforzi dell’Opec per tagliare la produzione e tenere alto il prezzo del barile potrebbero rivelarsi inutili, stando alle previsioni che contano un surplus di circa 1 mln di barili al giorno
Dopo il rally di martedì, quando le milizie fedeli al generale Khalifa Haftar hanno attaccato un oleodotto in Libia, sembrava che il prezzo del petrolio stesse tornando a salire. Oggi invece le quotazioni sono scese bruscamente, dopo la pubblicazione di un rapporto dell’International Energy Agency (Iea). Sembra infatti che si stia andando verso una sovra-produzione di petrolio, in grado di controbilanciare il rialzo dei giorni scorsi.
Nella prima metà del 2020 vi sarebbe infatti un eccesso di produzione sul mercato, da quantificare in un surplus di circa un milione di barili al giorno. L’allarme è stato lanciato ieri al World Economic Forum di Davos. “Prevedo un’abbondanza di risorse energetiche di petrolio e gas naturale”, ha dichiarato il capo dello Iea, Fatih Birol.
Perché il prezzo sta scendendo?
Per Birol sarebbe proprio tale surplus il motivo per cui, nonostante le tensioni in Iran, Iraq e Libia degli ultimi giorni, il prezzo del petrolio non sarebbe schizzato anche oltre i massimi raggiunti l’8 gennaio e il 20 gennaio (rispettivamente, l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti e l’attacco agli oleodotti della Tripolitania, in Libia).
D’altra parte, all’orizzonte si profilano ulteriori rischi per il prezzo del petrolio, primo fra tutti quello dell’influenza polmonare scatenata da un nuovo coronavirus, simile (ma, apparentemente, meno letale) a quello della Sars. Al momento, le vittime accertate sono nove. Secondo Goldman Sachs, l’espandersi dell’epidemia e le conseguenze sul mercato che ne deriverebbero potrebbero provocare un abbassamento della domanda di petrolio pari a 260 mila barili al giorno.
Inoltre, si prevedono ulteriori aumenti delle scorte di petrolio Usa, che a febbraio potrebbero raggiungere livelli record. Lo ha dichiarato l’Eia (Energy Information Administration, il servizio di informazioni sul comparto energetico statunitense) martedì.
Come ha reagito l’Opec?
In effetti, il dato sulle previsioni delle scorte Usa risponde alla volontà di Washington di annacquare il potere dell’Opec di modificare il prezzo del greggio. A inizio dicembre infatti l’Organizzazione degli stati esportatori di petrolio aveva messo a punto una strategia di tagli alla produzione e, così, provocare un aumento del prezzo del petrolio.
Durante il vertice della riunione di dicembre, tenuta a Vienna, gli stati dell’Opec erano riusciti ad accordarsi su un taglio della produzione di petrolio pari a circa 1,7 milioni di barili al giorno, fino a marzo 2020. Al tempo, l’Arabia Saudita premette per estendere la durata dei tagli almeno fino a dicembre 2020, ma la proposta venne rigettata.
Come si è mosso il prezzo del petrolio?
Già a dicembre, d’altra parte, si prevedeva un calo del prezzo del petrolio nel 2020 anche fino al 30%, proprio a causa dell’aumento delle scorte globali.
Oggi il prezzo del greggio è sceso a livelli che non si vedevano proprio da prima del vertice dell’Opec (il 4 dicembre), con il Wti che è sceso a quota 56,93 dollari al barile e il Brent a 62,66 dollari al barile.
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