Prezzo del petrolio in ribasso del 30%, Arabia Saudita annuncia aumento produzione
Il rifiuto della Russia di aderire a ulteriori tagli ha provocato la reazione di Riad. Il prezzo del greggio potrebbe continuare a scendere nei prossimi mesi tra il 30 e i 20 dollari al barile
Non si vedevano cali del prezzo del petrolio come quelli registrati nelle ultime ore dal 1991, quando il mercato delle materie prime dovette assorbire l’impatto della Guerra del Golfo. Ecco il risultato del nulla di fatto dopo la riunione dell’Opec di venerdì scorso, dopo che la Russia ha rifiutato di aderire agli ulteriori tagli alla produzione di 1,5 milioni di barili al giorno.
Il mancato accordo, non solo sul volume dei tagli ma anche sull’estensione degli stessi (al momento dovrebbero continuare fino alla fine di marzo, ma tra i punti all’ordine del giorno della riunione Opec c’era anche l’eventuale proroga fino alla metà o alla fine del 2020) ha infatti determinato totale autonomia in capo ai membri dell’organizzazione, a partire dal mese prossimo, sulla produzione.
Sabato Riad ha annunciato una diminuzione dei prezzi a partire da aprile, mentre si prepara ad aumentare la produzione a oltre dieci milioni di barili al giorno. La produzione attuale ammonta a 9,7 milioni di barili al giorno, ma la capacità di produzione giornaliera totale del paese può arrivare a 12,5 milioni di barili.
L’Arabia Saudita, principale fautrice dei tagli, ha dunque reagito al no di Mosca con un aumento unilaterale della produzione interna, provocando così un crollo del prezzo del greggio che, in poche ore, ha raggiunto i 32 dollari al barile (il wti) e 35 dollari al barile (il brent). Dal canto suo, Mosca ha annunciato un aumento di 300 mila barili al giorno.
È l’inizio di una guerra dei prezzi?
L’ultima volta che le circostanze hanno portato a un massiccio e arbitrario calo del prezzo del petrolio è stato nel novembre del 2014 (quando la gara alla produzione la giocarono Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti). Ad oggi, sommando la decisione dell’Arabia Saudita al crollo fisiologico del prezzo del greggio causato dal calo della domanda per via del coronavirus, si temono conseguenze ancora più pesanti. Secondo una stima di Goldman Sachs, il prezzo del barile nel secondo e terzo trimestre del 2020 potrebbe scendere a 30 dollari al barile, fino a toccare minimi poco superiori ai 20 dollari al barile.
A quanto è arrivato il prezzo del greggio?
Al momento, il wti ha raggiunto quota 32,29 dollari al barile, mentre il brent viaggia a 35,74 dollari al barile. SI tratta di un calo di oltre 30 dollari sul prezzo fino a poche settimane fa, che potrebbe comportare per gli altri paesi esportatori di petrolio un significativo aumento del deficit di bilancio.
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