Prezzo dell’oro in calo ai minimi di dicembre: cosa succede?
Inversione di tendenza delle quotazioni dell’oro, in contemporanea ai dati macro sull’occupazione Usa che ravvivano timori sull’inflazione
Tornano a scendere le quotazioni dell’oro, che da mercoledì scorso hanno perso oltre il 7% e, al momento in cui si scrive, viaggiano a 1.842 dollari.
Il calo prosegue in concomitanza con il rafforzamento del dollaro. Il dato sui non-farm payrolls Usa, venerdì, ha fotografato un peggioramento del contesto occupazionale statunitense (a dicembre sono andati perduti 140 mila posti di lavoro; gli analisti si attendevano un aumento fino a 71 mila unità), ma d’atro canto il Labour Department ha segnalato anche un aumento della retribuzione oraria media mensile, passata dal 4,4% di novembre al 5,1% di dicembre.
Non solo: negli ultimi giorni ha dato da pensare anche il comune denominatore tra oro e Bitcoin: negli ultimi giorni infatti l’impressione condivisa dagli esperti è stata quella secondo cui anche la valuta digitare inizierebbe a essere presa in considerazione come asset rifugio.
Perché il prezzo dell’oro è tornato a scendere?
Se non fosse che i Bitcoin si sono dimostrati ben più volatili del tradizionale metallo prezioso. E proprio l’aumentare dell’appetito degli investitori per asset più volatili, ma che negli ultimi giorni hanno visto il proprio valore schizzare a livelli stellari (è il caso dei Bitcoin, ma anche le azioni Tesla si confermano un porto tradizionale per gli operatori più avventurosi), potrebbe essere tra le cause dell’indebolimento dell’oro.
In poco meno di una settimana il metallo prezioso ha perso oltre il 7% del suo valore, passando da 1.950 dollari l’oncia agli attuali 1.836, dopo essere sceso in giornata fino a 1.817 dollari. Un’inversione di tendenza che funge da cartina al tornasole degli ultimi avvicendamenti politici, soprattutto negli Stati Uniti.
Cosa sta influendo sul prezzo dell’oro?
Con la campagna di vaccinazione anti-covid ormai avviata pressoché in tutto il mondo e la prospettiva del democratico Joe Biden alla Casa Bianca (la cerimonia di insediamento è in programma per il prossimo 20 gennaio), sembra tornare una certa fiducia nella ripresa economica.
Ripresa che promette di essere trainata soprattutto dall’aumento degli aiuti fiscali previsto nell’agenda dell’amministrazione Biden: agli originari 900 miliardi di dollari, promessi in extremis dal Congresso Usa alla fine dell’anno, potrebbero aggiungersi ulteriori aiuti per un totale di 3.000 miliardi di dollari.
Secondo alcuni esperti, la prospettiva di tali stimoli sarebbe alla base anche del recente balzo del Bitcoin, che nell’ultima settimana ha visto il proprio valore aumentare di oltre il 40% fino a sfondare la soglia dei 41 mila dollari – salvo poi invertire la tendenza già da sabato: al momento la criptovaluta viene scambiata per quasi 32 mila dollari, in calo di oltre il 15%.
E proprio l’immissione di nuova liquidità nel sistema fa temere per il conseguente aumento dell’inflazione e perdita di potere d’acquisto, alla base del rialzo negli acquisti del metallo prezioso in previsione dell’aumento dei prezzi al consumo.
Come si sta muovendo il dollaro?
Nel frattempo il dollaro recupera terreno. Oggi è il terzo giorno di rialzo per il biglietto verde, che si apprezza sulla scia dell'incremento dei rendimenti dei Treasuries (a 1,12% sui titoli a dieci anni) Usa e sulle attese di un ulteriore stimolo fiscale negli Stati uniti.
Conseguenza del rialzo del dollaro è il calo della coppia valutaria EUR/USD, che a mezz’ora dall’avvio della seduta di Wall Street quota a 1,2155, il minimo dal 21 dicembre e in calo rispetto a 1,2349 della scorsa settimana.
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