Quotazioni petrolio: cosa aspettarsi nel 2021?
Secondo l’EIA il prezzo del barile è destinato ad aggirarsi attorno ai 53 dollari nei prossimi mesi, in recupero rispetto ai cali causati dal covid-19 (ma sempre con un occhio alla ripresa della domanda)
Sale la volatilità sulle quotazioni del petrolio: se metà pomeriggio il West Texas Intermediate perdeva oltre un punto percentuale (arrivando a segnare 52,64 dollari al barile, mentre il Brent, benchmark internazionale, lasciava sul terreno l’1,38% a 55,80 dollari), già in chiusura della sessione europea la situazione si è ribaltata, con il Wti a 53,58 dollari e il Brent a 57 dollari.
Il prezzo del petrolio oggi risente solo in minima parte del dato sulle scorte di petrolio greggio settimanali, in arrivo dagli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dall’EIA, l’Energy Information Administration statunitense, nell’ultima settimana le scorte di petrolio sono diminuite di 3,25 milioni di barili: di più rispetto alle previsioni del consensus – che si aspettavano un calo di poco più di 2,26 milioni di barili.
D’altra pare, il dato dell’EIA fotografa un trend negativo per il livello di greggio stipato nelle riserve Usa: la scorsa settimana, infatti, il calo era stato ben più ingente – oltre otto milioni di barili in meno.
Cosa sta succedendo al prezzo del petrolio?
Non va meglio per il resto dei parametri considerati nel report settimanale dell’EIA. Negli ultimi sette giorni sono aumentate più del previsto le scorte dei prodotti raffinati (4,78 milioni di barili in meno rispetto ai 2,67 previsti), mentre l’inventario dei prodotti petroliferi viaggia sulle 4,39 milioni di barili (attesi 2,7 milioni).
A mantenere sugli scudi il prezzo del barile contribuisce comunque ancora l’impegno con cui, a conclusione dell’ultimo vertice Opec+ (all’inizio del mese), l’Arabia Saudita ha confermato la propria volontà di incrementare i tagli alla produzione di greggio in maniera superiore rispetto a quanto concordato in sede di meeting annuale.
I principali paesi esportatori di greggio, insieme ad alleati strategici come Russia e Kazakhstan, dallo scorso aprile perseguono una strategia di taglio della produzione di petrolio, così da pilotarne il prezzo e mantenerlo almeno sopra i 40/50 dollari al barile, in vista di un futuro che, causa covid-19, rendere la ripresa futura della domanda sempre più incerta.
Quali prospettive future per il barile?
I dati dell’EIA seguono il report, pubblicato dalla stessa istituzione solo ieri, sulle previsioni nel breve termine per l’energia.
Per la prima volta, l’orizzonte del report arriva fino al 2022. Nonostante negli ultimi mesi il prezzo del petrolio abbia recuperato i massimi pre-pandemia (era dal 21 febbraio 2020 che non si tornava sopra i 50 dollari al barile), la pandemia di Covid-19 continua a gettare la propria ombra sulle prospettive di crescita.
Dall’altro lato, gli investitori guardano con fiducia all’andamento della campagna di vaccinazione, dal successo della quale dipende il ritorno alla normalità – agli occhi degli operatori, il ritorno a viaggi e, dunque, consumo di combustibili, oltre naturalmente alla piena attività di fabbriche e industrie.
Secondo l’EIA, sia durante il 2021 sia entro il 2022 il prezzo di un barile di Brent si aggirerà attorno a una media di 53 dollari – nel 2020 viaggiava sui 42 dollari.
Se nel 2020 il consumo globale di petrolio e combustibili fossili si è assestato attorno ai 92,2 milioni di barili al giorno (9 milioni in meno rispetto all’anno precedente), nel 2021 è destinato a salire di 5,6 milioni di barili e nel 2022 di 3,3 milioni di barili.
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