Trimestrale Target: utili netti in calo del 90% e il titolo perde il 3,27%
L’aumento delle scorte di prodotti e l’inflazione stanno erodendo i margini del colosso della vendita al dettaglio ma le previsioni sono in miglioramento per il secondo semestre 2022.
I risultati
Target ha pubblicato i suoi dati trimestrali prima dell’apertura della seduta di Borsa ma i risultati hanno deluso fortemente gli investitori che penalizzano il titolo con un calo del 3,27%.
In particolare, la diminuzione dell’utile netto trimestrale a $183 milioni (contro gli $1,8 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso, un calo del 90%) ha spaventato il consensus che ora si attende una guidance in ribasso per l’anno in corso.
Anche gli EPS hanno deluso registrando un dato di $0,39 centesimi ad azione, molto al di sotto delle previsioni che si aspettavano $0,72 centesimi ad azione.
Le vendite, al contrario, hanno toccato quota $26,04 miliardi, in leggero aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 e in linea con le attese ferme a $26,07 miliardi.
Anche il margine operativo è in calo oltre le aspettative - all’1,2% - inferiore alle stime ferme al 2% (margine di un anno fa al 9,8%) a causa dell’incremento dei costi necessari a smaltire i prodotti invenduti. Tuttavia, l’azienda rimane cauta sulle previsioni per l’anno in corso ma crede di poter arrivare ad un margine operativo per la fine dell’anno attorno al 6%.
Non ultimo, nonostante i forti sconti applicati a tutte le categorie di prodotti, le scorte sono comunque aumentate dell’1,6% a $15,3 miliardi in controtendenza rispetto alle stime che prevedevano un calo delle scorte del 21%.
Le cause del calo
Target archivia dunque il secondo trimestre consecutivo in calo anche se il crollo degli utili ha superato quello del 40% registrato nello scorso trimestre. La causa è da imputare principalmente alle scelte dei consumatori che, a causa dell’inflazione record all’8,5% a/a nel mese di luglio, hanno cambiato le loro abitudini acquistando prodotti più economici rispetto a quelli dei settori discrezionali come l’abbigliamento e l’elettronica.
Proprio a causa dell’erosione del potere d’acquisto, i consumatori si sono trovati con un reddito reale inferiore che tende ad essere speso verso prodotti di prima necessità rispetto a quelli di minor utilità (relazione ben descritta dalla Legge di Engel).
Ecco dunque spiegato il calo monstre degli utili visto che Target è molto più sbilanciata verso la vendita di questo tipo di prodotti (segmenti discrezionali) rispetto al suo stretto concorrente Walmart che invece predilige i beni di largo consumo (infatti quest’ultimo ha attutito il calo degli utili con una trimestrale nel complesso positiva).
Le previsioni
Crediamo che il titolo Target sarà sotto pressione ancora nella seconda metà del 2022 a causa delle scorte in eccesso e alla riduzione della spesa dei consumatori verso i segmenti di prodotti prediletti dall’azienda.
Le quotazioni sono in calo di quasi il 25% da inizio anno ma il ribasso si è aggravato dopo la pubblicazione della prima trimestrale che ha portato il titolo da quota $215 fino al livello di $149.
Nonostante ciò, un eventuale raffreddamento delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti potrebbe privilegiare il titolo nel breve/medio periodo con un obiettivo di prezzo che potrebbe raggiungere la resistenza di $182. Al contrario, ulteriori ribassi una volta superato il supporto di $170.
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