Unicredit, tre fattori da tenere d’occhio in vista dei dati trimestrali
Si prevedono perdite in tutto il comparto bancario europeo nell’ultimo trimestre 2019 e i risultati di domani di Unicredit potrebbero confermare il trend
A dispetto degli ottimi risultati comunicati ieri da Intesa Sanpaolo, gli analisti di Equita SIM si aspettano che il quarto trimestre del comparto bancario italiano non sia stato particolarmente brillante: le previsioni stilate dagli analisti per Unicredit confermano il trend.
Perché le trimestrali potrebbero non soddisfare le aspettative?
Si teme infatti un aumento del costo del rischio in seguito a pressioni sugli interessi dei titoli di stato che, dunque, potrebbero averne ridotto i rendimenti: il calo dei rendimenti potrebbe dunque aver creato un ambiente sfavorevole per i conti del comparto bancario.
Bene invece le commissioni, come ha dimostrato anche la trimestrale di ieri di Intesa, per le quali si prevede un aumento medio in tutto il comparto di circa il 3%.
Il consensus stima per Unicredit un importante aumento del dividendo pari al 133%. Gli utili invece si prevedono al ribasso, in linea con l’intero settore, in cui la diminuzione potrebbe essere di 1/1,5%
Le previsioni riportate dallo stesso istituto segnalano una perdita netta nell’intero 2019 di 1,124 miliardi di euro, mentre la perdita lorda ammonterebbe a 1,27 miliardi, per un risultato netto di gestione di 1,96 miliardi di euro e rettifiche sui crediti per 1,75 miliardi.
Sul trimestre, si prevedono ricavi pari a 4,65 miliardi, mentre l’utile sull’intero 2019 ammonterebbe a 3,11 miliardi (nel 2018 erano stati 3,85 miliardi). Eppure, dopo questa fase di pressione, si prevede un rialzo: il consensus ha stimato utili pari a 2,79 miliardi nel 2020, destinati però a salire a 3,98 nel 2021.
D’altra parte, a fine gennaio gli analisti prevedevano risultati al ribasso per l’intero comparto delle banche medio-grandi (non solo in Italia ma a livello europeo), con Intesa Sanpaolo in grado di mantenersi a galla e solo Unicredit con una valutazione attraente; i risultati di ieri dell’istituto torinese, con utili maggiori rispetto alle aspettative, potrebbero dunque far ben sperare.
Cosa comporterà il piano Team 23?
Presumibilmente negli ultimi tre mesi del 2019 l’istituto continuerà a segnalare i risultati del piano industriale Team 23, che prevede la distribuzione di 8 miliardi di euro agli azionisti sotto forma di buyback – oltre a circa 8 mila licenziamenti.
È proprio tale piano che permetterà un aumento della distribuzione di capitale tra il 2020 e il 2022 di oltre il doppio, dal 20% al 40% - e destinata a salire al 50% nel 2023.
Cosa raccomandano gli analisti?
D’altra parte, l’istituto di credito si presenta all’appuntamento dopo una richiesta di capitale aggiuntivo pari all’1,75%, il che ha rassicurato il giudizio degli analisti: l’86% del consensus consiglia il buy, mentre il 13,8% consiglia di mantenerlo in portafoglio e nessuno è per la vendita. Unicredit conta su un prezzo medio per azione a 12 mesi di 15,50 euro, con un potenziale rialzo del 23,3%. Si tratta di un balzo di circa il 40% rispetto ai minimi del 2019 quando, il 14 agosto, il titolo era sceso al 9,19 euro per azione.
Come si sta comportando il titolo in Borsa?
La riunione del consiglio d’amministrazione è prevista per oggi, ma i risultati verranno pubblicati solo domani. Nel frattempo, il titolo Unicredit segna un rialzo dell’1,73%, arrivando a quota 12,80 euro per azione.
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