Usa, cambio euro dollaro volatile dopo discorso Powell
Via libera allo sforamento temporaneo dell’inflazione oltre il tetto del 2% (si terrà conto della media). Mercati globali nervosi, volatilità sull’EUR/USD che torna a quota 1,17
Nell’ultima settimana il cambio euro dollaro era riuscito a scendere rispetto ai livelli (record) raggiunti all’inizio del mese, oscillando intorno a quota 1,18 (come non succedeva dal maggio 2018).
Un andamento cauto che solo il discorso di oggi del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, è stato in grado di far smuovere. È di pochi minuti fa l’annuncio dell’aggiornamento degli obiettivi di lungo termine della Fed: consentito lo sforamento temporaneo del 2% dell’inflazione (purché venga successivamente compensato) e massima occupazione valutata in base ai “cali” rispetto al valore massimo -piuttosto che in base alle “deviazioni”.
Quali novità per la politica monetaria Usa?
Proprio a causa della crisi coronavirus, il tradizionale simposio annuale dei banchieri federali di Jackson Hole (Wyoming) si è svolto in via telematica. Già dall’inizio della settimana si rincorrevano indiscrezioni sull’esito dell’incontro: oltre a dichiarazioni sulla situazione economica Usa e sulle previsioni future, l’attesa era tutta per le dichiarazioni di Powell sulla politica della Fed circa l’inflazione Usa.
Al centro dell’incontro, la revisione del target di inflazione al 2%. Il mantenimento della stabilità dei prezzi è uno dei due obiettivi della Banca centrale Usa, insieme al raggiungimento della piena occupazione - a tal proposito, gli operatori di Wall Street proprio oggi guarderanno anche al dato settimanale sulle richieste di sussidi di disoccupazione, che la crisi coronavirus e il lockdown da essa scaturito hanno spinto negli scorsi mesi ai massimi storici.
L’idea di considerare il valore medio dell’inflazione circolava già da giorni: sarà così possibile tollerare degli allontanamenti – purché in un secondo momento vengano recuperati -, in base a circostanze come quelle attuale, determinate dalla crisi economica scaturita dalla pandemia che ha richiesto massicci interventi da parte della Banca centrale Usa.
D’altra parte, è solo un caso che i due eventi (la pandemia di Covid-19 e la riforma della strategia di politica economica della Fed) siano avvenuti in concomitanza. L’idea di rivoluzionare le modalità di calcolo del target di inflazione era stata avanzata per la prima volta circa due anni fa, alla luce di un’analisi della politica monetaria della Federal Reserve degli ultimi dieci anni.
Per apprezzare le prime mosse in questo senso della Fed, d’altra parte, sarà necessario attendere la prossima riunione della Banca centrale Usa, a metà settembre.
Perché lasciare che l’inflazione aumenti?
Il risultato dello studio di cui Powell ha parlato all’apertura dell’incontro, condiviso all’unanimità dai banchieri della Fed, è che, alla luce dell’espansione economica e del conseguente aumento dei posti di lavoro, entrambi spazzati via dalla crisi pandemica scatenata dal Covid-19, la soluzione per riequilibrare il mercato del lavoro dovrà poter includere anche livelli di inflazione più alti del 2%.
Secondo gli analisti, se lo sforamento del tetto al 2% (istituito nel 2012) venisse confermato “significherebbe tassi bassi e accomodamento monetario più a lungo” il che, oltre a permettere il proseguimento del programma di aiuti monetari implementato all’inizio della pandemia, porterebbe anche a un progressivo aumento dei salari medi e, dunque, di una graduale ripresa economica.
"La Fed sceglie un approccio nuovamente dovish, a conferma che è disposta a fare tutto quello è in suo potere per sostenere l'economia e il mercato del lavoro, segno anche che la situazione attuale è più grave di quanto si pensi o di quanto i continui rally dei mercati facciano pensare" commenta Pietro Bellotti, premium client manager di IG.
Come ha reagito il cambio euro dollaro?
Le parole di Powell hanno portato a un iniziale recupero dei principali indici non solo a New York ma anche in Europa. È così che il Dow Jones in apertura sale di 96,30 punti, lo 0,34%, l’S&P 500 guadagna 1,82 punti, lottando per mantenersi al di sopra della parità, in rialzo dello 0,05%, mentre solo il Nasdaqcede 19,49 punti, lo 0,17%.
Non durano invece i guadagni per l’Europa. Dax e Cac40, che nei minuti immediatamente successivi avevano azzerato le perdite, tornano ora a scendere rispettivamente dello 0,19% e dello 0,06%. Fallisce invece anche il solo tentativo di rimbalzo per Milano, che continua a viaggiare in calo dello 0,51%.
Sale la volatilità sul cambio euro-dollaro. In un primo momento la coppia valutaria era tornata a sfondare di nuovo quota 1,19, come non succedeva dallo scorso 19 agosto, salvo poi tornare a oscillare pochi minuti dopo intorno a 1,1800 e 1,1771.
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