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Usa: scendono le richieste di disoccupazione, ma ancora non basta. In calo il Dow Jones

Gli indici di Wall Street proseguono frazionati, con il Dow Jones che perde lo 0,32%. Sempre meno domande di sussidi, ma la cifra dei richiedenti totali resta record, a 1,31 milioni

Schermi nasdaq Fonte: Bloomberg

Per la prima volta in quattro settimane le richieste per accedere a un sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti scendono rispetto alle previsioni – e, per la prima volta in assoluto, si confermano meno di quelle pervenute al Department of Labor la settimana precedente.

Come si sta muovendo il dato sulle richieste di disoccupazione?

Tra il 29 giugno e il 4 luglio, ad aver avanzato domanda di disoccupazione sono stati 1,31 milioni di cittadini statunitensi: 99 mila in meno rispetto agli 1,37 milioni attesi e in calo anche rispetto agli 1,41 milioni della settimana che si è conclusa il 27 giugno (dato rivisto al ribasso di 14 mila unità rispetto agli originari 1,42 milioni).

Scende anche il numero di richieste di disoccupazione continua, ovvero di coloro che risultano ancora senza lavoro a una settimana dalla richiesta iniziale. Il dato, aggiornato al 27 giugno, segna infatti 18,06 milioni di unità, in calo rispetto a quello precedente, 18,76 milioni di persone: significa che sempre più gente negli Stati Uniti sta lentamente tornando al lavoro, un segno incoraggiante per quanto riguarda la ripartenza della prima economia mondiale.

Continua a virare al ribasso anche la curva della media delle richieste di disoccupazione in quattro settimane: 1,43 milioni, 63 mila in meno rispetto agli 1,5 rilevati dal dato precedente – anch’esso rivisto al ribasso di 3.500 unità.

Una buona notizia?

In totale, le persone attualmente fuori dal mercato del lavoro sono ancora 32 milioni: una cifra storica per gli Stati Uniti.

D’altra parte, il numero rilevato dal Labor Department include i moduli per le richieste di disoccupazione compilati attraverso l’iter tradizionale; a questi ne vanno però aggiunti altri 1,04 milioni pervenuti attraverso il programma temporaneo federale per il supporto all’occupazione post-coronavirus, che fa salire il totale a 2,35 milioni.

Tenendo in considerazione lo stesso programma aumentano inoltre anche le richieste continue,che diventano così oltre 32 milioni: meno, rispetto ai 31,5 milioni della settimana precedente.

Quali sono gli stati più colpiti?

Seguendo l’andamento geografico del Covid-19, gli stati che più di tutti subiscono ripercussioni dal punto di vista occupazionale nell’ultima settimana sono California, Texas, New York, Florida e Georgia.

A preoccupare è la seconda ondata di coronavirus (per alcuni esperti in realtà si tratterebbe ancora della prima, mai sopita), che non ha affatto aiutato il recupero della domanda di cui l’economa Usa aveva bisogno, a fine lockdown.

I livelli della domanda restano infatti ancora bassi, tanto da continuare a spingere alcune attività a ridurre la propria forza lavoro – se non direttamente a chiudere i battenti. La situazione è aggravata dall’imminente scadenza del programma federale di supporto all’occupazione, che prevede un bonus da 600 dollari per chi rimane a casa dal lavoro a causa del Covid-19, e che scadrà a fine luglio.

Come hanno reagito gli indici di Wall Street?

Avvio frazionato per la sessione di scambi statunitense, con i dati dei nuovi contagi da Covid-19 che fanno ancora paura: oltre 59 mila nelle ultime 24 ore, con la California che ha conquistato il triste record del più alto numero di contagi giornalieri (circa 10 mila) mai registrato in nessun altro stato al mondo.

I dati sulla disoccupazione, per quando in relativa discesa, comunque non muovono più di tanto gli indici: per le sedicesima settimana consecutiva il numero si assesta sopra al milione di unità, record storico mai registrato prima nella storia degli Usa.

Dopo un tentativo di apertura in rialzo dello 0,08%, a neanche un’ora di distanza il Dow Jones perde 83,7 punti, lo 0,32%. Leggermente sopra la parità invece l’S&P 500, che si mantiene sopra la soglia dei 3 mila punti con un rialzo dello 0,05%, mentre il Nasdaq prosegue in rialzo sulla scia delle buone performance dei titoli tech e guadagna lo 0,70%.

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