Usa, Wall Street in rialzo: sale l’attesa per esito elezioni (ma anche per Fed e dati macro)
Balzo in avanti per gli azionari di Wall Street, che guardano con ottimismo sia al vantaggio di Biden, ma anche al futuro del nuovo Congresso. In rialzo le azioni tech, Amazon +3%
Mancano ancora sei stati all’appello per scoprire chi sarà il nuovo presidente Usa: Alaska, Arizona, Georgia, Nevada, North Carolina e Pennsylvania, dove già il presidente in carica Donald Trump ha minacciato ricorso alla Corte Suprema per brogli elettorali.
Probabile, ma non certo, un risultato entro stasera. Serata per altro carica di appuntamenti per gli Stati Uniti: alle 20:30 (ora italiana) parlerà anche il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che annuncerà le decisioni di politica monetaria prese dalla banca centrale statunitense – con un giorno d’anticipo rispetto al normale.
Venerdì infatti sarà la volta dei non-farm payrolls, ovvero il numero di buste paga nel settore non agricolo creato nel mese di ottobre. Una serie di appuntamenti importanti per gli Usa, che a quanto pare gli indici di Borsa di Wall Strett danno segno di voler cavalcare.
Wall Street in rialzo, bene il Nasdaq
Gli azionari di New York aprono la seduta di oggi con lo stesso ottimismo con cui ieri avevano chiuso gli scambi. A un’ora dall’apertura il Dow Jones avanza del 2%, l’S&P 500 del 2,14% e il Nasdaq del 2,16%.
Cosa sta tirando così su di morale Wall Street? Non è solo il vantaggio sempre più marcato del candidato democratico Joe Biden – che al momento conduce la gara con 253 grandi elettori dalla sua parte, contro i 213 dell’avversario repubblicano Trump.
In ballo infatti c’è anche il Congresso Usa: lo scorso 3 novembre, oltre al nuovo presidente i cittadini statunitensi hanno votato anche per rinnovare 35 dei 100 seggi del Senato e tutti e 435 i seggi della Camera dei Rappresentanti.
Tutte le proiezioni concordano sul fatto che la Camera dei Rappresentanti resterà in mano ai democratici; restano invece ancora dubbi sul Senato, attualmente a maggioranza repubblicana ma dove in queste ore i due partiti si contendono la nuova formazione, con uno scarto di solo un punto percentuale a separarli dalla maggioranza assoluta.
E dunque, in questo caso, Wall Street spera proprio in un mantenimento dello status quo: con un Congresso ancora diviso tra democratici e repubblicani, quand’anche Biden conquistasse la Casa Bianca sarebbe molto più difficile far passare la serie di legislazioni invise a Wall Street (l’aumento delle tasse sul capital gain, ad esempio) annunciate durante la campagna elettorale dal candidato democratico.
Un Congresso diviso sarebbe anche l’ideale per le società tecnologiche, anch’esse nel mirino di Biden. E così si accumulano i rialzi sulle azioni Amazon (+3,16%), Apple (+2,74%), Facebook (+2,31%), Microsoft (+2,87%) e Netflix (+3,03%).
Disoccupazione Usa: cosa lascia indietro Trump
Nel frattempo oggi il Department of Labor ha pubblicato le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione arrivati negli ultimi sette giorni, in aumento di 19 mila unità rispetto alle previsioni, da 732 mila a 751 mila. Tante sono stati cittadini statunitensi che, nella settimana conclusasi lo scorso 31 ottobre, hanno inoltrato per la prima volta domanda di disoccupazione.
Scende, d’altra parte, il dato sulle richieste di disoccupazione continua, ovvero di chi continua a percepire un sussidio di disoccupazione da più di due settimane: 7,28 milioni di cittadini, rispetto i 7,82 milioni del dato precedente (ma comunque più di quanto previsto, ovvero 7,20 milioni).
Il tutto in attesa dei non-farm payrolls di domani. Gli analisti si attendono un aumento di circa 600 mila buste paga a ottobre – a settembre erano stati 661 mila. Prevista in calo anche la disoccupazione, dal 7,9% di settembre al 7,7%. Dati relativamente positivi, o meglio, per lo meno di nuovo al di sotto del record storico toccato ad aprile, quando in un mese il lockdown ha bruciato oltre 20 milioni di posti di lavoro, facendo schizzare la disoccupazione al record storico del 14,7%.
Uno smacco per la presidenza Trump, che fino a prima del covid-19 poteva fregiarsi di aver raggiunto il tasso di disoccupazione minore degli ultimi 50 anni, al 3,5%. D’altra parte, sembra essere stata proprio la gestione dell’emergenza covid-19 ad aver penalizzato l’attuale presidente in carica.
Niente sorprese in arrivo dalla Fed
Le elezioni Usa e lo scrutinio particolarmente lento e contestato hanno fatto passare in sordina un evento che altrimenti avrebbe catalizzato l’attenzione degli operatori di mercato: il meeting della Federal Reserve, che si concluderà domani con la conferenza stampa del presidente Jerome Powell.
C’era da aspettarselo e, non a caso, non sono previste manovre rilevanti. Gli analisti non si attendono dichiarazioni su eventuali modifiche della politica monetaria o una guidance sulle azioni future; tutt’al più, l’attesa è per i commenti di Powell sull’attuale emergenza coronavirus e per un ennesimo appello, ora più difficile che mai a realizzarsi, sulla necessità di misure fiscali per bilanciare quelle monetarie e, così, imprimere un’accelerazione all’economia Usa.
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