Wall Street in calo teme la riapertura post-coronavirus, ma i dati sulla disoccupazione Usa non lasciano alternative
Sulla Borsa di New York il Dow Jones perde lo 0,61%. Trump e Mnuchin spingono per una riapertura dell’economia nonostante i dati sull’andamento della fase 2 non abbiano ancora fugato il rischio di una seconda ondata
Dopo una settimana di solidi guadagni, la Borsa di New York avvia la prima sessione della settimana in ribasso. Pesano sulle prospettive degli investitori i rinnovati timori di una seconda ondata di contagi da Covid-19, dopo aver già assistito a una risalita dei nuovi contagi in Asia (soprattutto in Corea del Sud) e in Germania, dove le misure di lockdown sono state allentate da due settimane.
In attesa di una seconda ondata di contagi da coronavirus?
In questi giorni si sta consumando il passaggio alla fase 2 della gestione della pandemia di Covid-19. In Francia le misure di isolamento potrebbero essere rimosse dall’11 maggio e le scuole riapriranno progressivamente nelle tre settimane successive, in Germania (dove non è mai stato disposto il lockdown totale) i negozi sono aperti dal 20 aprile e gli studenti sono rientrati in classe il 4 maggio, in Spagna alcune attività hanno iniziato a riaprire dal 13 aprile, ma il lockdown vero e proprio è terminato il 3 maggio.
L’andamento della curva dei contagi nei prossimi giorni sarà la cartina al tornasole per misurare l’efficacia delle misure di distanziamento sociale – e gli Stati Uniti non aspettano altro che il segnale di via libera per tornare in attività: lo stop forzato delle attività produttive ha provocato oltre 20 milioni di nuovi disoccupati solo ad aprile, facendo schizzare il tasso di disoccupazione al 14,7%.
Eppure nelle ultime 24 ore a Seul sono stati confermati altro 75 casi confermati di Covid-19, mentre in Germania, che per prima ha riaperto in Europa, oggi conta 357 nuovi casi e 22 decessi, con l’indice di contagio R0 tornato a oltre 1,10. Per quanto un rinnovato aumento dei casi rientrasse nelle previsioni della fase 2, il dato getta nuove ombre sulla capacità di contenere nuovamente il virus da parte degli altri stati le cui terapie intensive (al contrario di quanto avvenuto in Germania) nei giorni di picco hanno rasentato il collasso.
Si guarda inoltre con attenzione a Wuhan, primo focolaio della pandemia dove, a due settimane dal ritorno alla normalità, sono stati registrati decine di casi di ritorno di Covid-19. Negli Usa i casi sono oltre 1,3 milioni, per 79mila decessi. Tra i contagi c’è anche il virologo della Casa Bianca, Anthony Fauci, tuttora in isolamento.
Quanto è grave la situazione occupazionale Usa?
Venerdì scorso il dato sulla buste paga di aprile ha fotografato un paese allo stremo: 20,5 milioni di persone hanno perso il lavoro solo ad aprile, il 14,7% della popolazione statunitense. Il segretario del Tesoro Usa Stephen Mnuchin ha annunciato ieri che, se gli Stati Uniti non riapriranno entro breve le attività economiche, la disoccupazione potrebbe presto arrivare a sfiorare il 25%.
Venerdì i mercati azionari non avevano dato segno di aver assorbito l’impatto della notizia. D’altra parte, gli analisti di Wall Street si aspettavano dati persino peggiori, fino a 21,5 milioni di disoccupati. Nelle ultime ore prima del week end il Nasdaq è arrivato a recuperare tutte le sue perdite dall’inizio del 2020, mentre l’S&P 500 viaggia ancora in ribasso del 13% rispetto alla media pre-coronavirus.
In assenza di dati macro particolarmente rilevanti nei prossimi giorni, i mercati Usa attendono ora l’intervento della Federal Reserve, previsto per mercoledì sera, quando la banca centrale statunitense potrebbe esprimersi sui tassi di interesse negativi – molto probabilmente, secondo gli analisti, per escluderne un ricorso.
Il 3 marzo la Fed ha portato i tassi di interesse sul dollaro alla forbice 1%-1,25%, con un provvedimento straordinario che ha dato il la alla serie di tagli disposti anche dal resto della banche centrali.
Le tensioni geopolitiche Cina-Usa
Non aiuta il rimbalzo di responsabilità per l’esplosione e la diffusione della pandemia di coronavirus. L’ultima accusa da parte del presidente Usa Donald Trump prevede che la Cina avrebbe interferito nella ricerca di un vaccino al Covid-19. Secondo un report stilato dall’Fbi e dal Dipartimento di sicurezza nazionale, infatti, hacker cinesi avrebbero cercato di rubare “attraverso mezzi illeciti proprietà intellettuali di valore e dati sulla sanità pubblica relativi a vaccini, trattamenti e test” sul coronavirus. L’accusa segue le “prove inconfutabili” annunciate la settimana dal segretario di stato Usa, Mike Pompeo, sulla responsabilità del laboratorio cinese di Wuhan nella creazione e fuoriuscita del nuovo ceppo di coronavirus.
Pechino non è di certo rimasta ad ascoltare. Sabato il sito del ministero degli Esteri cinese ha pubblicato un articolo in cui stila una lista delle “24 bugie” diffuse dagli Stati Uniti e dai media statunitensi “per gettare sulla Cina la colpa della loro risposta inadeguata al Covid-19”. L’articolo è subito stato ripreso anche da Xinhua, l’agenzia di stampa governativa cinese. “Il fatto che a Wuhan il virus sia stato identificato per la prima volta non significa che l’origine del virus sia lì. Infatti, l’origine ancora non è stata identificata”, si legge nell’articolo.
Come si presentano gli indici di Wall Street?
Segnano un leggero rialzo le azioni Apple, che viaggiano a quota 312,20 dollari l’una (in rialzo dello 0,67%) dopo che l’azienda di Cupertino ha annunciato che, da oggi, alcuni degli Apple Store negli Usa sarebbero tornati a lavorare.
Proprio grazie alle aziende tech regge il Nasdaq, in rialzo dello 0,28%, mentre il Dow Jones ha perso almeno di 200 punti rispetto alla chiusura di venerdì e viaggia a 24.134,42 punti, in ribasso dello 0,81%, e l’S&P 500 perde lo 0,49%.
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