Weekend Trading: indici europei chiudono in ribasso
Con gli occhi puntati all’Eurogruppo di martedì, gli azionari europei hanno chiuso la settimana in ribasso. Buone prospettive per il petrolio, che negli ultimi giorni è schizzato del 25%
La settimana appena conclusa ha visto un’altra volatilità sui mercati finanziari, in seguito alla raffica di dati macro che, per la prima volta in Europa, hanno dato un chiaro quadro dell’impatto del coronavirus sull’economia.
Gli indici Pmi compositi e quelli relativi al settore servizi in Europa hanno infatti registrato minimi storici (in Italia l’indice ha sfiorato i 17 punti, il minimo mai registrato dall’inizio del monitoraggio dei dati, nel 1998), che riflettono per l’appunto le misure di lockdown e i conseguenti, drastici cali per le attività.
Lo stesso discorso non vale del tutto per gli Stati Uniti. Il dato più eclatante è stato certamente quello sulle richieste dei sussidi di disoccupazione iniziali, pubblicato giovedì, secondo cui gli americani rimasti senza lavoro sarebbero oltre 6,6 milioni. Quanto ai non-farm payrolls, il dato eclatante (a marzo i posti di lavoro nel settore non agricolo in Usa sono scesi di oltre 700 mila unità) non solo non ha rappresentato una novità per i mercati, che hanno assorbito il colpo senza crolli – ma restando comunque sotto la parità -, ma indica piuttosto solo l’inizio di un movimento molto più profondo. Secondo Bank of America e Goldman Sachs, infatti, gli Stati Uniti dovranno aspettarsi una recessione del Pil fino al 6% e un tasso di disoccupazione in grado di sfiorare il 16%.
In Europa, gli indici hanno tratto solo un temporaneo sollievo alla notizia che la Commissione Europea starebbe lavorando su un piano (cosiddetto programma “Sure”) in grado di fornire sussidi per la Cassa integrazione fino a 100 miliardi di euro.
Eppure, a far da padrone, soprattutto nella seconda metà della settimana, è stato il petrolio. Alla notizia che il presidente Usa Donald Trump potrebbe essere riuscito a trovare la quadra nell’ambito dei dissidi tra Russia e Arabia Saudita, che avevano lanciato una guerra al ribasso aumentando a livelli record la produzione di greggio, ha infatti provocato un picco di quest’ultimo del 25% in poche ore.
Il barile non è comunque ritornato al livello pre-scontro tra le due nazioni produttrici (rispettivamente, la terza e la seconda al mondo), eppure è bastato per tornare intorno ai 25 dollari al barile (Wti) e 29 dollari/b (il Wti).
Come hanno chiuso gli indici europei?
Per l’Europa, la settimana in partenza lunedì potrebbe rappresentare il respiro di sollievo che i principali indici aspettavano, grazie alla riunione dell’Eurogruppo in programma per martedì, durante il quale i leader della zona euro potrebbero arrivare a una strategia per supportare le economie più pressate dall’emergenza coronavirus (Italia e Spagna prima di tutte).
Tuttavia, venerdì sera le Borse europee hanno chiuso in ribasso, ad eccezione dell’Ibex, che segna un rialzo dello 0,11%. Per il resto, Francoforte ha chiuso in ribasso dello 0,47%, il Ftse 100 ha perso l’1,18% (Londra attende il discorso delle regina Elisabetta, che parlerà alla nazione per la quarta volta durante il suo regno), Parigi chiude a -1,57% e Piazza Affari la peggiore, a -2,67%.
Cos’è il week end trading?
Il week end trading permette l’accesso ai mercati del Forex, indici e criptovalute anche il sabato e la domenica. Generalmente si tratta di giornate povere di eventi, ma sarà utile continuare ad accedervi soprattutto in periodi di alta volatilità di mercato, quando una singola notizia può aver ricadute a catena.
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