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I CFD sono prodotti a leva. Il trading con i CFD potrebbe non essere appropriato per tutti e può determinare perdite che eccedono il tuo investimento; accertati di aver pienamente compreso l'informativa sui rischi. I CFD sono prodotti a leva. Il trading con i CFD potrebbe non essere appropriato per tutti e può determinare perdite che eccedono il tuo investimento; accertati di aver pienamente compreso l'informativa sui rischi.

Perché è diminuito il trading ad alta frequenza?

Diamo un’occhiata a cosa si intende per trading ad alta frequenza e al perché è in declino.

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'Le persone non sono più responsabili di ciò che avviene nel mercato, sono i computer a prendere tutte le decisioni', Michael Lewis, autore di Flash Boys.

Più della metà dei capitali azionari negoziati negli Stati Uniti viene svolta da esseri umani ma i super computer capaci di inoltrare milioni di ordini ogni giorno stanno acquisendo un maggiore vantaggio perché agiscono un millisecondo prima della concorrenza. Questo trading ad alta frequenza ha visto i market maker e i principali protagonisti utilizzare algoritmi e dati per generare profitto inserendo grandi quantità di ordini per guadagnare margini sottilissimi.

Ma questi margini si sono assottigliati ulteriormente e, di conseguenza, le opportunità si sono ridotte: il fatturato, lo scorso anno, era circa dell’86% inferiore al valore che aveva quando il trading ad alta frequenza era al suoapice, meno di dieci anni fa. Con una pressione in crescita, il consolidamento ha iniziato a prendere piede nel settore soprattutto quando i trader ad alta frequenza hanno cercato di evitare condizioni ancora più dure.

Diamo un’occhiata a cosa si intende per trading ad alta frequenza e al perché è in declino.

Che cos’è il trading ad alta frequenza?

Si può definire, in sintesi, come la potenza della tecnologia ditrarre vantaggio dall’attività di trading stessa. Nel trading ad alta frequenza le grandi società come le banche di investimento e i fondi speculativi utilizzano piattaforme di trading automatiche che, servendosi di algoritmi, sono in grado di monitorare numerosi mercati finanziari e di eseguire notevoli quantità di ordini.

Ulteriori informazioni sul trading algoritmico e su come funziona

Se viene programmato correttamente, il trading ad alta frequenza offre un vantaggio evidente agli istituti che godono dell’accesso. I potentissimi computer possono individuare nuove tendenze sui mercati finanziari globali e agire automaticamente ben prima che il resto del mercato abbia avuto la possibilità di identificare la tendenza, figuriamoci di negoziarla.

Le caratteristiche generali del trading ad alta frequenza e le aziende che se ne occupano:

  1. Numero di operazioni effettuate insolitamente alto
  2. Annullamento rapido degli ordini
  3. Conservazione delle posizioni per brevissimi periodi di tempo
  4. Nessuna conservazione di posizioni alla fine di ciascuna giornata di contrattazione
  5. Guadagno di margini sottilissimi per singola operazione di trading
  6. Flusso dati e prossimità del servizio
  7. Trading proprietario (quando una banca ecc. investe per il proprio personale tornaconto anziché per conto dei clienti)

Perché esiste il trading ad alta frequenza?

Il trading ad alta frequenza consente ai grandi istituti di acquisire un piccolo ma notevole vantaggio in cambio della fornitura di grandi quantità di liquidità nei mercati. I milioni di ordini che i sistemi di trading ad alta frequenza possono effettuare portano chi li utilizza a ‘lubrificare’ il mercato e, di conseguenza, , a incrementare i profitti sulle loro operazioni di trading e ottenere spread più favorevoli.

La natura del trading ad alta frequenza soddisfa entrambe le parti. Le istituzioni finanziarie possono acquisire un vantaggio che però è basato sul volume. Il rendimento per singola transazione è minimo ed è quindi necessario completare un numero enorme di operazioni di trading per godere di un reale beneficio il che, a sua volta, assicura che venga messa in circolazione sufficiente liquidità nei mercati. Le aziende godono di due flussi di reddito diretti: uno proveniente dallo spread per avere fornito liquidità e l’altro arriva attraverso le commissioni sulle transazioni agevolate che le piattaforme di trading forniscono per rendere i loro mercati più interessanti ai trader ad alta frequenza.

Trading ad alta frequenza: spread e liquidità

Spread e liquidità vanno a braccetto. Il mercato con elevati livelli di attività offrono spread più contenuti mentre quelli con volumi di trading più bassi tendono a offrire spread più consistenti, laddove per spread si intende la differenza di prezzo tra quellodi acquisto e quello di vendita quotati per ogni asset.

Il mercato della valuta estera, ad esempio, con un volume giornaliero di negoziazioni pari a oltre 5.000 miliardi di dollari USA si guadagna il titolo di mercato più liquido al mondo ed è questo notevole volume che permette di tenere basso lo spreade, di conseguenza, assicura concrete opportunità di profitto soltanto se viene negoziato in grandissimi volumi. È questo il motivo per cui molti scelgono di utilizzare la leva nei mercati con alta liquidità come il forex, affinché i volumi siano massimizzati per poter tenere posizioni più consistenti che altrimenti non risulterebbero proficue. Per mercati meno liquidi come le azioni a piccola capitalizzazione gli spread disponibili sono in genere molto maggiori.

Che cosa si intende per leva?

Il trading ad alta frequenza è etico?

Dare alle grandi istituzioni finanziarie un vantaggio sulle aziende più piccole e sugli investitori retail solleva evidenti perplessità sull’eticità e l’equità del trading ad alta frequenza ed evidenziail fatto che esso non promuova un ambiente in cui tutti sono nelle medesime condizioni. Oltre alla concorrenza reciproca, gli investitori retail devono competere con un algoritmo che è di gran lunga superiore al trading umano.

Alcuni sostengono addirittura che la liquidità fornita dai trader ad alta frequenza, il servizio che questi forniscono in cambio dell’acquisizione di vantaggi, non è efficace tanto quanto dovrebbe essere, perché alla velocità a cui opera il trading ad alta frequenza, il flusso di denaro viaggia a battito di ciglia, impedendo ad altri investitori di beneficiarne.

Vantaggi e svantaggi del trading ad alta frequenzaBenefits and drawbacks of high-frequency trading
Vantaggi Svantaggi
Assicura liquidità ai mercati Fornisce una 'liquidità fantasma' che agevola unicamente i trader ad alta frequenza
Rende gli spread più contenuti Può penalizzare altri investitori
Offre posizioni vantaggiose

Le istituzioni finanziarie acquisiscono un vantaggio iniquo sugli altri

Non servono broker/costi inferiori Può penalizzare altri investitori
Contribuisce ad abbassare la volatilità nei mercati

Non tiene conto dell’analisi fondamentale

Quanto sono significativi i volumi di trading ad alta frequenza?

Gli Stati Uniti sono sempre stati il principale nodo del trading ad alta frequenza, che ha rappresentato almeno la metà del volume annuale all’interno del mercato dei titoli azionari USA sin dal 2008. I volumi hanno toccato l’apice al 60% nel 2009 ma, quando la crisi finanziaria ha raggiuntoil mercato, la quota del trading ad alta frequenza è cominciata a calare prima di arrestarsi al 50% per tre anni consecutivi fino al 2016 e di riprendere in seguito la risalita.

High-frequency trading: volume

(Source: TABB Group, Deutsche Bank, ResearchGate)

Il trading ad alta frequenza non è stato altrettanto predominante in Europa, benché comunque molto significativo, e gli Stati Uniti sono stati molto più rapidi nell’adottarlo. Il trading ad alta frequenza è iniziato ad emergere realmente in Europa soltanto nel 2006, quando il metodo rappresentava già circa il 25% dei volumi di titoli azionari statunitensi. Vi è stata una forte correlazione tra i volumi di trading ad alta frequenza sulle due sponde dell’Altantico: i volumi europei hanno toccato l’apice un anno dopo gli Stati Uniti nel 2010 e, da allora, hanno seguito lo stesso andamento.

Perché il reddito del trading ad alta frequenza è crollato?

I ricavi generati dal trading ad alta frequenza hanno raggiunto l’apice nello stesso anno in termini di volumi ma il declino successivo al 2009 è stato decisamente più aggressivo. In 8 anni, i trader ad alta frequenza negli Stati Uniti hanno assistito a un crollo del reddito dei mercati dei titoli azionari da un picco di 7,2 miliardi di dollari USA a meno di 1 miliardo di dollari USA nel 2017 per la prima volta dal crack finanziario, secondo le stime della società di consulenza TABB Group.

High-frequency trading: revenue

(Source: TABB Group, Deutsche Bank)

Sono molte le ragioni per cui i guadagni di questa attività sono diminuiti nel corso dell’ultimo decennio. In breve: maggiore concorrenza, costi più alti e bassa volatilità hanno contribuito al fenomeno. Le società di trading ad alta frequenza sono state spremute sia dal punto di vista dei ricavi che da quello dei costi, e il risultato è stato inasprito dal fatto che è necessario completare milioni di negoziazioni al giorno perché la pratica abbia un senso. Vikas Shah, investitore presso Rosenblatt Securities, ha dichiarato al Financial Times all’inizio dell’anno che i trader ad alta frequenza dispongono di due materie prime che devono gestire in modo efficace: i volumi e la volatilità.

La velocità a cui opera il trading ad alta frequenza è tale che ogni nanosecondo fa la differenza. Ma il trading algoritmico si riduce a una somma zero se si valuta la velocità a cui procede la tecnologia corrente. Nel momento in cui tutti sono alla stessa velocità, i vantaggi delle offerte del trading ad alta frequenza svaniscono. Ciò significa non solo che ogni minimo aggiornamento è essenziale per l’apparecchiatura già altamente costosa ma anche che il valore dei dati essenziali per far funzionare i relativi algoritmi è salito a ritmo esponenziale. Questi dati devono essere acquisiti dalle piattaforme di trading e vengono utilizzati a loro vantaggio appena questenon appena riconoscono la crescita del reddito di un I 'servizi di co-locazione', secondo la definizione corrente, consentono a un’azienda di noleggiare spazio nel centro dati o nel server della piattaforma di trading per assicurarsi un collegamento diretto alla serie di movimenti dei prezzi e di altri dati man mano che emergono. Secondo Deutsche Bank, le tariffe di co-locazione applicate dalle principali borse sono 'raddoppiate o triplicate' tra il 2010 e il 2015. Paradossalmente, quando i volumi crollano, le borse si affidano ad altre fonti di guadagno come la vendita di dati, ma i maggiori costi dei dati sono proprio stati uno dei motivi per cui i volumi di trading ad alta frequenza sono crollati.

L’inarrestabile corsa ad acquisire un seppur minimo vantaggio sulla concorrenza ha persino spinto le aziende a spostare la loro sede fisica più vicino ai server di dati perché, apparentemente, la frazione di tempo recuperata per non dover inviare le informazioni lontano tramite Internet, è davvero impagabile. Questa tendenza ha stimolato l’emergere di una nuova tipologia di fornitori di infrastrutture che puntano a mettere in connessione piattaforme di trading e trader ad alta frequenza con cablaggi sempre più veloci. A prescindere dall’approccio adottato, il costo del trading ad alta frequenza è indubbiamente aumentato e questo lo ha reso inevitabilmente meno interessante.

Trading ad alta frequenza e dark pool

Considerando l’importanza dei dati nel trading ad alta frequenza e il fatto che il costo di tali dati è in aumento, il ruolo delle dark pool è diventato significativo. Si tratta di borse private dove gli investitori istituzionali contrattano grandi volumi l’uno con l’altro senza essere tenuti a rivelare i dettagli dell’accordo a un mercato più ampio. Ciò significa anche che le operazioni condotte nelle dark pool aggirano i server che alimentano il flusso di dati utilizzati dagli algoritmi usati dai trader ad alta frequenza.

Le dark pool rappresentano un argomento controverso. Da un lato vi è il vantaggio per i principali player di negoziare volumi enormi senza stravolgere, né disturbare i mercati finanziari più ampi. Dall’altro latosi ritiene che ci sia poca trasparenza e che le dark pool consentano alle più grandi società di contrattare tra loro e di lasciare tutti gli altri all’oscuro.

Queste borse private non sono una novità. Esistono all’incirca dagli anni ’60 e sebbene il flusso dati di queste borse sia basso, si pensa che il volume delle negoziazionisia cresciuto a fronte del livello del trading ad alta frequenza sui mercati finanziari che è invece diminuito. Ciò è dovuto al fatto che la capacità di negoziare grandi volumi sulle dark pool senza causare sensibili spostamenti di prezzosul mercato significa che i trader ad alta frequenza hanno meno opportunità di condurre operazioni di trading più ampie sui mercati ‘pubblici’, i quali a loro volta hanno rivolto maggiore attenzione alle contrattazioni su volumi bassi per le quali il trading ad alta frequenza non è idoneo. I precedenti 'crack lampo' o gli improvvisi spostamenti di prezzo causati dal trading ad alta frequenza hanno solo reso più appetibilele dark pool.

Consolidamento dei trader ad alta frequenza

La crescente pressione sul trading ad alta frequenza ha portato a un consolidamento nel settore dal momento che le aziende tendono a unirsi per evitare costi più alti e le condizioni di mercato più aspre. Se la maggioranza dei trader ad alta frequenza è formata da privati, nel settore sono coinvolte anche alcune aziende pubbliche quotate in borsa, tra cui Citadel Group, Flow Traders e Virtu Financial.

Virtu Financial è stata quotata in borsa nel 2015 e lo scorso anno ha rilevato l’azienda analoga KCG Holdings con un accordo da 1,4 miliardi di dollari USA che ha rappresentato un’operazionesu cinque condotte sul mercato azionario USA e si è recentemente detto fosse interessata all’Investment Technology Group.

Altri recenti accordi di questo tipo sono stati l’acquisizione da parte di uno dei maggiori trader ad alta frequenza, DRW Holdings, di RGM Advisers lo scorso anno e la fusione di due ulteriori rivali dopo che Hudson River Trading ha acquisito Sun Trading dopo che quest’ultima è stata messa in vendita nel 2017 quando i margini sono stati messi sotto pressione ed è stato perso il vantaggio sulla concorrenza in termini di velocità.

La normativa sul trading ad alta frequenza continua ad evolvere

La 'Reg NMS' è stata concepita per creare parità di opportunità nel mercato azionario USA. Di fatto, ha invece portato all’istituzionalizzazione di una disuguaglianza più pericolosa.ineguaglianza più dannosa. 'A una piccola classe di addetti ai lavori con le risorse per creare velocità è stato consentito di vedere in anteprima il mercato e di negoziare su ciò che vedevano', dice Lewis.

L’evento normativo che si ritiene abbia spronato il trading ad alta frequenza a partire dal 2005 è stata l’introduzione del Regulation National Market System (o Reg NMS) negli Stati Uniti. Questo regolamento ha fornito ai trader gli approfondimenti sulle strategie di altri investitori nella speranza che, in tempi di crisi o durante le fasi di declino, il trading sarebbe proseguito anziché avere come conseguenza broker non comunicativi che evitano di ricevere ordini di vendita come avevano fatto nel crack del 1987.

L’International Financial Law Review evidenzia un aspetto decisamente rilevante della Reg NMS che significa che tutti gli ordini che sono stati inoltrati devono essere eseguiti al miglior prezzo, a prescindere da quale sia la borsa in cui si trovano, consentendo così ai trader ad alta frequenza di osservare le tendenze in una borsa prima di correre ad eseguire la capitalizzazione inoltrando gli ordini su un’altra borsa prima che l’effetto abbia avuto la possibilità di diffondersi. Benché fosse stata concepita per garantire un ambito più trasparente ed equo tra i principali protagonisti nel mercato finanziario, tutti gli altri sono stati messi in difficoltà.

Da allora si è proceduto a un irrigidimento, con la Direttiva dell’Unione europea 2004/39/CE (direttiva MiFID) in Europa e FINRA negli Stati Uniti che comprendono entrambi regole sul trading algoritmico. La London School of Economics and Political Science afferma che un problema sostanziale nella regolazione del trading ad alta frequenza è definire esattamente cosa sia. Benché esista un consenso generale su una serie di caratteristiche, non esiste alcuna definizione universalmente accettata.

Ciononostante, la Direttiva dell’Unione europea 2004/39/CE (direttiva MiFID) ha implementato nuove regole che impongono ai trader ad alta frequenza di ottenere l’autorizzazione dalle autorità del mercato e che richiedono una più accurata archiviazione della documentazione nell’ambito di un tentativo più ampio di sradicare qualsiasi abuso. È tuttavia opinione diffusa che ci sia ancora molta strada da fare per regolamentare il settore.

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