Quali fattori influenzano il prezzo del petrolio?
Il prezzo del petrolio è determinato sostanzialmente dal rapporto tra la domanda e l’offerta. Quali fattori muovono le quotazioni del greggio e in che modo possono influenzarne il futuro andamento?
Il petrolio è una materia prima molto ricercata, una delle risorse più preziose: la maggior parte dell’industria mondiale dipende dal petrolio. Tuttavia, si tratta di una commodity molto volatile, il cui prezzo ed accessibilità dipendono da eventi geopolitici.
Ciò si deve al fatto che la gran parte delle riserve petrolifere più grandi al mondo si trova in Paesi politicamente instabili, quali il Medio Oriente e diverse regioni dell’America del Sud, le cui problematiche interne si riversano sul prezzo dle petrolio.
La chiave per capire come viene determinato il prezzo dell’oro nero sta nel rapporto tra la domanda e l’offerta. I prezzi aumentano in linea con la domanda (assumendo che l’offerta rimanga invariata) e calano se l’offerta sale (assumendo che la domanda rimanga statica). Avendo ben presente questo schema, andiamo a vedere quali sono i driver della domanda e dell’offerta.
Fattori dell’offerta che influenzano il prezzo del petrolio
OPEC
L’OPEC, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, è costituita da un 14 Stati. I membri dell’OPEC costituiscono un cartello che si pone l’obiettivo di unificare e di coordinare le politiche relative all’offerta di greggio.
Nonostante si tratti di una risorsa limitata, molti Stati possono accedere direttamente alle proprie riserve petrolifere e agli stabilimenti di produzione. È stato questo il motivo per cui è stata fondata l’OPEC e cioè con lo scopo di contrastare la corsa al ribasso dei prezzi del greggio che, a breve termine, avrebbe prosciugato le risorse petrolifere degli Stati fornitori immettendo sul mercato più petrolio del necessario. L’OPEC è stata inoltre fondata con l’obiettivo di regolarizzare la produzione del petrolio attraverso un sistema di quote, che avrebbe assicurato ai Paesi del cartello un prezzo di vendita vantaggioso per il loro petrolio, anche se questo avrebbe comportato una riduzione della produzione a breve termine. Nel 2018, gli Stati membri dell’OPEC hanno deciso di limitare la produzione a circa 39 milioni di barili di greggio al giorno, pari a più di un terzo della produzione globale.
L’organizzazione ha avuto man mano sempre più influenza sulla determinazione dell’offerta e, dunque, del prezzo. L’OPEC ha dato la sua prima dimostrazione di forza nel 1973 durante la cosiddetta ‘crisi petrolifera’ quando il prezzo del greggio quadruplicò e le esportazioni subirono un netto ridimensionamento. L’OPEC ha dichiarato recentemente che, a causa di una crescente espansione del fracking americano, il mercato del petrolio dovrà affrontare un surplus di offerta. Il settore del fracking ha portato anche ad un lento declino dell’influenza dell’OPEC negli ultimi decenni.
Lista degli Stati membri e l’anno di adesione all’OPEC
Paese | Anno di adesione |
Arabia Saudita | 1960 |
Iran | 1960 |
Iraq | 1960 |
Venezuela | 1960 |
Kuwait | 1960 |
Libia | 1962 |
Emirati Arabi | 1967 |
Algeria | 1969 |
Nigeria | 1971 |
Ecuador | 1973 |
Gabon | 1975 |
Angola | 2007 |
Guinea Equatoriale | 2017 |
Repubblica del Congo | 2018 |
La Russia collabora con l’OPEC in qualità di Stato non membro. Negli ultimi anni si è impegnata più volte a limitare l’estrazione del greggio e, più recentemente, nel dicembre del 2018, a ridurla a 228,000 barili al giorno.
Stati produttori di petrolio non-OPEC
Fuori dall’OPEC, i maggiori fornitori del greggio a livello mondiale sono gli Stati Uniti, il Canada e la Cina. In termini di produzione individuale, gli Stati Uniti detengono il primato con 13 milioni di barili al giorno nel 2017.
Anche i membri dell’OECD, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, producono circa 24 milioni di barili al giorno. Globalmente, l’output dei Paesi non OPEC si attesta a circa 53 milioni di barili di greggio al giorno.
Fonte: BP, 2017
Shock esogeni
Alcuni eventi esterni alle leggi dell’economia, quali disastri naturali, guerre ed instabilità politica, sono fattori che possono influenzare direttamente il prezzo del petrolio. Ad esempio, l’uragano Katrina che colpì la costa orientale americana nel 2005, danneggiando le linee di rifornimento, ha causato una crisi petrolifera. Di conseguenza, tra il 29 agosto e il 5 settembre 2005, il prezzo del combustibile salì di mezzo dollaro in diverse regioni statunitensi.
La situazione fu inoltre complicata dal delirio mediatico: l’annuncio di un presunto esaurimento delle risorse petrolifere provocò l’assalto ai distributori di benzina. La carenza fu tale che il Presidente George W. Bush rilasciò 30 milioni di galloni di carburante dalle riserve strategiche dell’America con la speranza di fermare l’aumento vertiginoso dei prezzi.
Fonte: US Energy Information Administration, 2005
Fattori della domanda che influenzano il prezzo del petrolio
Rendimento economico globale
Gli Stati Uniti, assieme all’Europa e alla Cina, sono i principali consumatori di greggio. Complessivamente consumano circa 45 milioni di barili di petrolio greggio al giorno. La forza delle loro economie - e la performance economica globale - possono avere un impatto significativo sul prezzo del petrolio.
La crisi finanziaria del 2008 ha rallentato l'attività industriale, portando ad un ridimensionamento della domanda di petrolio. Il prezzo del Brent Crude ha subito un calo pari a $100 nel giro di 5 mesi.
Tuttavia, con la ripresa del settore industriale, il prezzo del petrolio ha ripreso a salire, tornando a costare $100 al barile tre anni dopo il crollo del 2008. A partire da quel momento, si è mantenuto sopra gli $85 dollari fino all’Agosto 2014.
Attualmente, il mondo consuma circa 98 milioni di barili di petrolio greggio al giorno. Ci si domanda se il prezzo rimarrà su questi livelli anche nei prossimi anni, considerato che le energie rinnovabili sono in netto aumento.
Fonti di energia alternative.
Una crescente consapevolezza dei benefici delle energie rinnovabili, specie solare ed eolica, sta facendo sì che ci si affidi sempre di meno al petrolio. Partecipano a questa tendenza anche le macchine elettriche, in scia alle dichiarazioni di diversi governi, che hanno annunciato di voler bandire la produzione di nuovi modelli di macchine a benzina e diesel.
A fronte di un elevato livello di produzione, questo scenario potrebbe portare ad un calo drastico dei prezzi. Se la domanda dovesse calare, gli Stati dell’OPEC e gli altri produttori di petrolio tenderanno a ridurre la loro offerta mantenendo i prezzi del greggio a livelli ragionevoli.
L’Unione Europea ha stabilito inoltre un target in base al quale il 20% dei consumi energetici dovrà provenire da energie rinnovabili entro il 2020, mentre alcuni stati come Danimarca aspirano ad essere completamente indipendenti dal carburante entro il 2050.
I trader interessati al mercato del petrolio dovrebbero dare uno sguardo anche alle opportunità rappresentate dalle fonti di energia alternative per essere in linea con i trend.
La forza del dollaro USA
In base agli accordi presi durante la Conferenza di Bretton Woods nel 1944, il valore del dollaro statunitense è stato legato al prezzo dell’oro e tutte le altre valute sono state legate al dollaro statunitense. Questo ha fatto del biglietto verde una moneta di riserva; a partire da quel momento, il petrolio è stato venduto e acquistato in dollari. Nel 1971 gli Stati Uniti abolirono il sistema aureo, ma il petrolio continuò ad esser scambiato in dollari USA.
Ciò significa che il valore del dollaro ha un elevato impatto sul prezzo del petrolio. Se il dollaro si rafforza, assumendo che gli altri fattori rimangano costanti, il prezzo del greggio tende a calare.
Per contro, con un dollaro debole, il prezzo del greggio tenderà a salire.
Speculazioni di mercato
Il prezzo del petrolio viene fissato sul mercato dei futures, sensibili alle speculazioni di mercato che possono influenzare le quotazioni. Per esempio, se la Cina decidesse di costruire nuove centrali nucleari, la domanda calerebbe.
Un aumento del fracking globale, dall’altra parte, potrebbe portare ad un aumento dell’approvvigionamento petrolifero ed incrementare le speculazioni di mercato. Tuttavia, sebbene diversi governi come quello francese, tedesco e irlandese abbiano bandito il fracking, l’espansione e lo sviluppo dell’industria della frantumazione come fonte alternativa è ancora incerta.
Come fare trading sul petrolio
Per sapere di più su come fare trading sul petrolio è necessario monitorare costantemente i fattori sopraelencati. Nel caso fossi interessato ad investire sull’andamento del petrolio, dovresti fare attenzione alle riunioni dell’OPEC, alle notizie che riguardano un eventuale calo dell’approvvigionamento e a qualsiasi cambio di politica che possa influenzare l’industria del fracking o privilegiare il settore dell’energia rinnovabile.
Bisogna ricordare che il petrolio è senza dubbio uno dei mercati più volatili al mondo. Il suo prezzo è strettamente legato alla politica e alle decisioni prese dai leader mondiali del petrolio e dai loro governi, una situazione più che mai vera ora che il futuro dell’industria si profila così incerto.
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