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Consiglio Europeo: accordo sul Recovery Fund entro il week-end?

L’Olanda di Rutte vuole l’unanimità sul voto delle proposte per la spesa dei fondi. Poche intese anche sul finanziamento del fondo. Chiusura contrastata per l’Europa, bene Piazza Affari a +0,3%

Bandiere UE Fonte: Bloomberg

Prosegue la riunione tra i 27 capi di Stato e di governo europei. La sfida: raggiungere un accordo sul Recovery Fund entro la fine del Consiglio Europeo, domani.

“Siamo all’inizio del vertice, la posta in gioco non potrebbe essere più alta. Se facciamo bene quello che dobbiamo fare, supereremo questa crisi e ne emergeremo più forti”, ha dichiarato all’apertura del summit la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “I rischi del Coronavirus – ha avvertito la presidente della Commissione – persistono ancora, e il mondo intero ci sta guardando, per vedere se l’Europa è in grado di reagire unita e di superare con forza questa crisi”.

Quali sono i punti di scontro?

Il piano prevede 750 miliardi di euro da stanziare parte in sovvenzioni a fondo perduto, parte in prestiti – e proprio qui risiede il pomo della discordia, che vede contrapposte le stesse fazioni della crisi del debito pubblico di dieci anni fa.

Da una parte i rigoristi dell’Europa settentrionale, che nel 2020 hanno anche un nome: i “frugal four” Austria, Olanda, Svezia e Danimarca, fermi fautori di aiuti comunitari da distribuire sotto forma di prestiti, da concedere a fronte di concreti impegni in riforme strutturali.

Dall’altra, il fronte dell’Europa mediterranea – ieri come allora capeggiata dalla Francia, stavolta di Emmanuel Macron, più propensi a sovvenzionare gli aiuti tramite le risorse proprie dell’Unione, per poi ripagare il nuovo debito tramite l’imposizione di nuove imposte comunitarie, per altro figlie di questi ultimi dieci anni: bastino solo l’ipotesi di una Carbon Tax, per incentivare la svolta green dell’Unione, o la Digital Tax.

È di questo che si comporrà il bilancio dell’Unione per il prossimo settennato (2021-27), all’interno del quale far ricadere anche il programma NextGenerationEU, nome ufficiale del Recovery Fund.

Unanimità o maggioranza qualificata?

Per accede alle sovvenzioni i paesi richiedenti dovranno dunque presentare un piano che spieghi come e in quali settori investire i fondi ricevuti. Il fronte dei quattro paesi del Nord Europa, soprattutto l’Olanda, combatte per un obiettivo principale: fare in modo che tali proposte vengano approvate all’unanimità – piuttosto che tramite maggioranza qualificata. Le riforme come contropartita delle sovvenzioni comunitarie sono infatti uno dei cavalli di battaglia dell’Olanda e dei Frugal Four.

“Le possibilità che oggi stesso sia trovato un accordo sono poco meno del 50%” aveva commentato all’avvio del vertice il premier olandese Mark Rutte, ed evidentemente non era un caso: è chiaro come una proposta del genere, di fatto un diritto di veto in capo a ogni stato membro, sarà in grado di rallentare notevolmente l’approvazione delle proposte di spesa.

Come ripagare il debito?

Altro ostacolo da superare, in seconda battuta, sarà come finanziare il fondo. L’idea di introdurre nuove tasse, che contribuiscano a dirottare le politiche interne degli stati membri in una direzione comunitaria più ecosostenibile, faceva parte del progetto dal principio – dall’idea franco-tedesca di un fondo che, a maggio, era fermo a 500 miliardi di euro.

Il consenso tuttavia non è affatto unanime. A destare le maggiori perplessità è la Digital Tax, una tassazione per le grandi multinazionali che operano online, in grado di assicurare equità fiscale e concorrenza leale. Il rischio, sottolineato nelle ultime ore dal premier del Lussemburgo Xavier Bettel, è che un provvedimento del genere non faccia altro che spostare l’attenzione dei grandi colossi tech in altre aree del mondo. “Non voglio lanciare alle aziende il messaggio che l’Europa non sia più (un posto) favorevole per gli affari”, ha dichiarato Bettel. E non a caso: l’amministrazione di Donald Trump negli Stati Uniti sta già affilando le lame per una nuova guerra dei dazi proprio a causa di provvedimenti simili già in lavorazione in Francia e Italia.

Cosa succede se non si trova l’accordo?

Le discussioni si prospettano dunque ancora lunghe e non è scontato che entro domani il vertice possa aver portato a una conclusione. Nell’evenienza, i leader dei 27 si incontreranno di nuovo, presumibilmente a fine mese.

Dalla parte del Recovery Fund infatti c’è la Germania, a capo della presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea e fortemente intenzionata a portare a casa un piano prima della fine dell’estate, così da sperare di riuscire a far vedere la luce al piano anche prima della dara orientativa stabilita – inizio 2021.

Come hanno reagito le Borse?

A fare da padrona, per ora, è l’incertezza: non solo a Bruxelles, ma anche sulle principali Borse europee, che per tutto il giorno hanno subito gli effetti di una forte volatilità. La settimana si chiude dunque contrastata, con il Cac40 francese che perde lo 0,31% mentre il Dax tedesco avanza proprio dell’equivalente. Male Madrid, che perde lo 0,45%, mentre Milano chiude in rialzo dello 0,31%, dopo un inizio di sessione poco tonico, grazie soprattutto alla buona performance di STMicroelectronics (+2,23% a 26,12 euro) e alle utilities.

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