Recovery Fund, 750 miliardi di euro dall’Ue: all’Italia la fetta più sostanziosa
Compromesso tra i frugali del Nord Europa e la proposta franco-tedesca: 500 miliardi in sovvenzioni, 250 in prestiti. Spread in calo, Piazza Affari recupera terreno
Gli indici europei schizzano a metà seduta prima ancora che la Commissione annunci all’Europarlamento il piano per il Recovery Fund, pensato per trainare l’Unione Europea oltre la crisi economica scatenata dalla pandemia di coronavirus. Il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni con un tweet ha infatti annunciato poche ore fa “un fondo per la ripresa da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”. Nel primo pomeriggio la presidente della Commissione Ursula von der Leyen presenterà il piano al Parlamento Europeo.
A quanto ammonta il fondo?
Il piano prevede 500 miliardi da distribuire tramite finanziamenti a fondo perduto, raccolti con l’emissione di obbligazioni a titolo comune - da corrispondere ai creditori nel lungo periodo, “non prima del 2028 e non oltre il 2058”, attingendo direttamente dal bilancio europeo. I restanti 250 miliardi saranno invece erogati sotto forma di prestiti.
Una soluzione di compromesso dunque tra la proposta franco-tedesca avanzata la settimana scorsa, che prevedeva 500 miliardi di finanziamenti comunitari, e la contro-proposta dei paesi del Nord Europa (Austria, Olanda, Svezia e Danimarca), contrari alla mutualizzazione del debito e che invece avrebbero preferito prestiti. Come preannunciato dal vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, il piano supera così i 500 miliardi inizialmente proposti: i 750 miliardi si aggiungono infatti alle misure già predisposte, 1.100 miliardi già stanziati per il bilancio pluriennale.
“Si tratta di una proposta storica una tantum” fanno sapere dalla Commissione, “che riflette la dimensione delle sfide” poste in essere dalla pandemia di Covid-19. Già stamattina la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha definito quella del coronavirus una crisi “simmetrica” ma dagli effetti asimmetrici, che ha colpito gli stati dell’Ue in maniera diversificata a seconda delle rispettive condizioni finanziarie. Intervenendo all’”European Youth Event 2020”, Lagarde ha escluso ormai che il Covid-19 possa avere un impatto leggero sull’economia comunitarie e prevede ora un calo del Pil nel 2020 compreso tra l’8% e il 12%.
Il piano dovrà comunque essere approvato all’unanimità dal Parlamento Europeo. Già si teme l’opposizione non solo dei paesi del Nord Europa, ma anche dell’Est, meno colpiti dalla crisi economico-sanitaria e a cui dunque spetterebbero meno fondi. Gli occhi sono dunque ora puntati al summit del Consiglio europeo, che riunisce i capi di stato e di governo, del prossimo 18 giugno.
Da quali risorse arrivano i finanziamenti?
Nella bozza di Recovery Fund si parla di nuove risorse proprie per sostenere il piano: tasse istituite ad hoc e che, allo stesso tempo, si muovono nella direzione delle nuove priorità di Bruxelles, prima fra tutte la svolta green.
I nuovi titoli Ue saranno finanziati tramite gli introiti provenienti dalla plastic tax, ma anche l’estensione a navi e aerei delle quote da corrispondere a fronte delle emissioni di gas serra e una “carbon border tax” nei confronti dei prodotti inquinanti in arrivo dall’esterno dell’Ue. Il documento presentato stamattina parla anche di una digital tax, per combattere l’elusione fiscale da parte delle grandi aziende tech.
In totale, il massimale delle risorse proprie dell’Ue passerà al 2% del reddito lordo comunitario, il che aumenterebbe il rating creditizio dell’Ue – ai fini dell’emissione delle obbligazioni.
E a quali condizioni?
I 750 miliardi saranno distribuiti tramite la cosiddetta “Recovery and resilience Facility”, in grado di garantirne l’erogazione diretta destinata soprattutto a enti locali, ospedali e piccole e medie imprese.
Ciascun governo dovrà compilare una richiesta dei fondi, indicando le riforme e gli investimenti da implementare grazie ai finanziamenti. Il criterio potrebbero essere le linee guida pubblicate dalla stessa Commissione la settimana scorsa: in quell’occasione, L’Ue aveva raccomandato a Roma di investire soprattutto in sanità, educazione, snellimento della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario.
Resta d’altra parte ancora aperta la questione della suddivisione della quota spettante ad ogni paese e, di questa, quanto sarà versato in sovvenzione e quanto invece in prestiti. Per l’Italia si è parlato di 81,807 miliardi in finanziamenti a fondo perduto e 90,938 miliardi come prestiti – quasi un quarto del totale, la somma più sostanziosa.
Come ha reagito l’Italia?
“Ottimo segnale da Bruxelles; va esattamente nella direzione indicata dall'Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall'inizio. 500 miliardi a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato per liberare le risorse presto. Che le capitali europee lo assecondino”. È il commento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Recovery Fund.
Si accorcia lo spread tra Btp e Bund tedeschi, che scende a quota 190 punti base (14,4 in meno rispetto alla chiusura di ieri), mentre il Ftse Mib scatta in rialzo a 18.106,57 punti, guadagnando l’1,38% e allineandosi al resto degli azionari europei dopo la debole apertura di stamattina.
In forte rialzo l’euro, che sale rispetto al dollaro quasi dello 0,70% dall’annuncio del fondo e arriva a 1,1009, il massimo dall’inizio di aprile.
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