Dove investire sulle materie prime, le migliori opportunità di trading
Abbiamo identificato alcune opportunità di trading di medio termine su petrolio, gas, oro, rame e succo d’arancia che offrono occasioni per chi vuole operare nel mondo delle commodities.
Le materie prime sono un asset class importantissima sui mercati finanziari e nell’economia reale. Infatti, le commodities sono i “mattoni” del sistema economico mondiale a causa del loro utilizzo in praticamente qualsiasi cosa usiamo, produciamo e acquistiamo.
Le principali materie prime sono quelle energetiche come il petrolio, il gas naturale e il carbone che insieme rappresentano la quota maggiore della produzione di energia a livello globale.
A seguire vi sono i metalli industriali come zinco, nickel, rame e piombo utilizzati nelle più disparate industrie per realizzare i beni di cui ci serviamo ogni giorno mentre i metalli preziosi, come oro e argento, hanno scopi di riserva di valore, oltre a quelli nel comparto dei beni di lusso e in quello industriale.
Infine, vi sono le cosiddette soft commodities che includono olio di palma, caffè e zucchero e sono alla base degli approvvigionamenti di derrate alimentari.
Detto ciò, le materie prime sono una componente importante sui mercati finanziari perché permettono, attraverso la compravendita di contratti derivati (futures), di schermare le esternalità negative in cui possono incorrere acquirenti e venditori. Senza la possibilità di poter agevolmente contrattare i prezzi delle differenti commodities il mondo di oggi sarebbe molto diverso.
Cosa influenza i prezzi delle materie prime?
I prezzi delle commodities possono essere influenzati da una miriade di fattori, tra cui in primis la domanda e l’offerta sul mercato. Nonostante ciò, anche eventi atmosferici come terremoti, uragani, siccità o alluvioni possono notevolmente impattare sui prezzi delle materie prime (soprattutto quelle più deperibili come le soft commodities) variandone l’offerta disponibile e causando oscillazioni significative nelle quotazioni.
Per questo motivo, fare trading sulle commodities necessita una certa capacità di analisi essendo fondamentale conoscere approfonditamente il mercato in cui si vuole operare.
Infatti, la volatilità nel mondo delle materie prime è più elevata rispetto a quella di strumenti finanziari più comuni come le azioni e questo richiede una grande comprensione di come posizionarsi per poter trarre profitto dalle violente oscillazioni di prezzo.
I mercati delle commodities possono molto velocemente cambiare direzione e tramutare un guadagno in una perdita o viceversa. Bisogna quindi saper cogliere le opportunità che si presentano in modo repentino così da evitare di incorrere in un rapido cambio di trend da parte del mercato.
Come cogliere le opportunità sui mercati delle commodities?
Per sfruttare gli eventi che influiscono sui mercati delle materie prime è utile usare un misto di analisi fondamentale ed analisi tecnica. La prima si basa sullo studio approfondito da un punto di vista qualitativo delle dinamiche di mercato e delle caratteristiche inerenti alla commodity in oggetto.
L’analisi tecnica, invece, si prefissa l’obiettivo di studiare i grafici grazie a vari indicatori per carpire possibili segnali e anticipare dunque i movimenti di mercato.
Quali sono le occasioni da non perdere sul mercato delle materie prime?
Petrolio
Il petrolio rimane una delle commodities che offre più possibilità di ottenere dei ritorni interessanti. Lo studio delle variabili che influenzano la domanda globale e le possibili decisioni dell’OPEC sono indicatori che possono influire sostanzialmente sul futuro andamento dei prezzi del greggio.
Anche le riaperture in Cina dopo l’eliminazione delle restrizioni anti-Covid, che stanno movimentando tutta l’economia del paese, potrebbero avere risvolti positivi sulle quotazioni dell’oro nero grazie ad un aumento della domanda da parte del paese, il più grande importatore mondiale di questa materia prima.
Al momento le quotazioni del West Texas Intermediate rimangono ingabbiate in un canale laterale compreso tra i $72 e gli $82 dollari al barile con il superamento di una di queste due soglie fondamentali che potrebbe aprire ad un’accelerazione del trend nella stessa direzione. Tuttavia, le prospettive rimangono ottimistiche con i consumi della materia prima che sono previsti in forte accelerazione tornando ai consumi pre-pandemia dopo la completa riapertura delle grandi economie mondiali.
La rottura dell’area resistenziale di €82/barile potrebbe risultare un forte innesco verso la risalita fino ai target di $89/barile e ai picchi del 7 ottobre e del 7 novembre 2022 a $92/barile, proiezione del canale laterale compreso tra $82 e $72.
Gas naturale
Le prospettive sul gas rimangono ribassiste a causa delle temperature miti che in Europa hanno ridotto la domanda per uso domestico e all’aumento delle scorte da parte dei paesi europei che si sono coperti da un eventuale taglio delle forniture da Mosca. Inoltre, l’aumento della produzione da parte di paesi quali Qatar, USA e Algeria sta causando un eccesso di offerta che potrebbe deprimere le quotazioni nei prossimi mesi.
I prezzi sulla piattaforma TTF di Amsterdam, benchmark a livello europeo, sono in continuo calo a €42/MWh, minimo da dicembre 2021, dopo aver toccato un picco lo scorso 26 agosto a €320/MWh. Tuttavia, il gas rimane soggetto ad improvvisi spike di prezzo dovuti ad attività speculative che potrebbero creare opportunità di breve termine anche in direzione opposta al trend primario.
Anche oltreoceano, le quotazioni del gas naturale sono in continuo ribasso fino ad un minimo di $2,10 lo scorso 22 febbraio. Al momento i prezzi sono risaliti fino ad attestarsi in area $2,75 anche se un effettivo target di medio periodo potrebbe attestarsi intorno a $2,5 sebbene siano possibili brevi risalite dovute all’attività speculativa degli operatori sul mercato dei derivati.
Oro
Il metallo giallo sta vivendo un rally importante iniziato dal bottom del 3 novembre scorso che lo ha portato fino al picco di $1.959 a causa di variazioni a livello macroeconomico e fondamentale. In particolare, l’indebolimento del dollaro statunitense ha diminuito il costo-opportunità di detenere oro privilegiandone le quotazioni. Tuttavia, anche i massicci acquisti da parte delle banche centrali hanno alimentato una domanda anormale spingendo al rialzo i prezzi.
Nonostante ciò, nel mese di febbraio, le quotazioni hanno subito un ritracciamento considerevole che però ha già mostrato un inversione verso una nuova fase rialzista. A sostenere la risalita sono anche le tensioni sui mercati che spingono molti investitori a rifugiarsi nel metallo giallo mentre le mosse da parte delle banche centrali (a gennaio record di acquisto da parte dell’istituto monetario turco) potrebbero continuare a sostenere il rimbalzo delle quotazioni.
Il superamento del primo target di $1.900 potrebbe supportare un’ulteriore accelerazione del trend fino al picco di $1.960, livelli del 2 febbraio. La rottura di questo obiettivo metterebbe le basi per il ritorno verso i picchi del 18 aprile 2022 a $1.998.
Rame
Il rame resta la materia prima industriale più importante a livello mondiale. Il suo utilizzo nelle più varie industrie determina l’incremento della domanda e lo rende un affidabile termometro dell’attività economica.
Il “Dr Copper”, come viene soprannominato dagli addetti ai lavori, ha registrato un’incredibile ripresa a partire dall’inizio del 2023 con le quotazioni fino ai massimi di $9.551/tonnellata anche se il trend rialzista si è appiattito fino ad area $8.850.
La risalita delle quotazioni è dettata in gran parte dalle riaperture cinesi che hanno accelerato la domanda a livello industriale ma anche da carenze sul lato dell’offerta da parte dei maggiori esportatori di questa materia prima in America Latina e Africa. Inoltre, l’instabilità politica in Perù, il secondo più grande produttore al mondo, potrebbe mettere ulteriore pressione sul mismatch tra domanda e offerta.
Le prospettive sono dunque ottimistiche con la rottura della soglia di $9.400 che potrebbe indurre un ulteriore risalita fino a $9.800, livelli del 6 giugno scorso. Un ulteriore target sarà dato dal picco di $10.517, picco del 19 aprile 2022.
I prossimi mesi saranno però cruciali per capire se la riduzione dell’offerta di rame implicherà un’accelerazione delle quotazioni e se la domanda da parte dei grandi importatori, Cina in primis, crescerà stabilmente o invece si affievolirà.
Succo d’arancia
La soft commodity per eccellenza ha mostrato molta volatilità a partire dall’inizio del 2023. La domanda rimane costante sebbene vi siano alcune problematiche intrinseche alle attività di coltivazione che hanno causato un cambio di prospettive per l’intero settore.
Infatti, la produzione è focalizzata principalmente in Florida, negli Stati Uniti, anche se i ricorrenti uragani e il dollaro forte hanno indotto ad una predilezione per le importazioni più stabili da paesi come il Brasile, uno dei maggiori produttori.
Inoltre, nello stato del sole si prospetta una produzione in calo anno su anno del 61% a 16 milioni di cassette a causa degli effetti delle tempeste sulle coltivazioni e con la volatilità sui futures che rimane elevata a partire dai primi mesi del 2023. Questo sostiene dunque un continuo rialzo delle quotazioni che sono in forte salita su base annuale.
Le prospettive tecniche di medio periodo sono rialziste nonostante la configurazione di un doppio massimo, che però non si è ancora innescato, intorno al livello di $257 massimo del 9 e del 28 febbraio scorso. Il superamento della soglia di $240 potrebbe quindi spingere le quotazioni fino all’area resistenziale di $257. Obiettivi più ambiziosi saranno dati dal raggiungimento di $291 target fissato dall’ampiezza tra i minimi di $223 e i massimi di $257.
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