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Andamento euro-dollaro di nuovo a 1,19, sui minimi da due mesi

Il divario tra le prospettive di ripresa economica Usa e quella europea si allarga. Al Congresso i dem accelerano sul pacchetto di aiuti fiscali da 1.900 miliardi di dollari

Euro-dollaro Fonte: Bloomberg

Per la prima volta dall’inizio di dicembre il cambio euro-dollaro scende sotto quota 1,20 e, alle 15:34, viaggia a quota 1,1984.

Il dollaro ha iniziato a invertire il proprio corso nell’ultima settimana, complice un rimbalzo dei rendimenti e la prospettiva di un rialzo dell’inflazione. Non solo: il rapporto con la moneta unica continua a scendere pressato dalla fatica con cui la zona euro tiene dietro alla crescita Usa, fomentata dalla prospettiva del Relief Plan a firma democratica, attualmente in lavorazione al Congresso.

Cosa sta influendo sull’andamento del dollaro?

Ieri il presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, ha parlato di buone prospettive di ripresa economica per gli Usa grazie anche all’andamento della campagna vaccinale.

Nell’ultimo mese la curva dei contagi da covid-19 negli Stati Uniti è tornata a scendere: nella prima settimana di gennaio si è registrato il picco di nuovi casi, oltre 300.000 in un giorno per una media settimanale a 259.564 casi; nelle ultime 24 ore i casi sono scesi a 114.234, che diventano 141.146 in media a sette giorni.

Per Bullard, la pandemia dovrebbe allentare la presa entro la prima metà dell’anno per fare strada a una crescita dell’economia Usa “molto forte” durante tutto il 2021. La campagna vaccinale renderà possibile tornare lentamente alla normalità e, con essa, a livelli di spesa delle famiglie persino superiori a quelli pre-pandemici, grazie ai risparmi e alle risorse finanziarie rimaste finora congelate, a causa delle restrizioni.

Le politiche monetarie e fiscali sono state particolarmente aggressive e i conseguenti effetti macroeconomici sono risultati notevolmente migliori di quanto atteso”, ha dichiarato Bullard.

Uno sguardo allo stato dell’economia Usa

La dichiarazione arriva alla vigilia del dato sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione settimanali. Secondo il Department of Labor, nella settimana che si è conclusa lo scorso 30 gennaio sono stati 779.000 i cittadini statunitensi che hanno inoltrato per la prima volta domanda per un assegno di disoccupazione.

Il dato è inferiore rispetto a quello della settimana precedente, quando erano stati 812.000, e rispetto alle previsioni degli analisti, che se ne aspettavano almeno 830.000. Il numero delle richieste continue, ovvero di chi continua a percepire l’assegno anche dopo la prima settimana (aggiornato al 23 gennaio) scende 4,592 milioni, rispetto ai 4,785 milioni della rilevazione precedente: un trend positivo, in attesa dei non-farm payrolls di domani, indice del numero dei nuovi posti di lavoro creati a gennaio.

Insieme ai non-farm payrolls, domani il Bureau of Labor Statistics rilascerà anche il dato sulla variazione della disoccupazione nell’ultimo mese. A fronte di previsioni che lo vedono stabile al 6,7%, Bullard prevede un calo fino al 4,8% “nei prossimi mesi”. Prima della pandemia, la disoccupazione in Usa era al 3,5% - livello più basso degli ultimi 50 anni.

A che punto è il Relief Plan Usa?

Nel suo discorso, Bullard non implica un collegamento tra la velocità della ripresa e il maxi-piano di stimoli fiscali da 1.900 miliardi di dollari elaborato dall’amministrazione Biden. D’altra parte, tra i sostenitori del piano si aspettano una netta accelerazione nelle assunzioni, una volta approvato.

E proprio ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha incontrato i democratici al Congresso che si preparano a far avanzare il suo piano di aiuti anti-pandemia nonostante l'opposizione dei repubblicani (che temono ripercussioni del piano sul debito pubblico e all’inizio della settimana hanno avanzato una controproposta per un piano da 618 miliardi di dollari).

E l’andamento dell’euro?

Nel frattempo continua a perdere terreno l’euro, mentre la situazione covid-19 continua a destare preoccupazione e nonostante il dato positivo delle vendite al dettaglio, che a dicembre nell’Eurozona sono aumentate più del previsto (complice anche lo shopping natalizio, nonostante le misure di lockdown reintrodotte durante le feste).

In mattinata Eurostat ha evidenziato un rialzo del 2,0% su base mensile a dicembre, battendo il consensus di un sondaggio Reuters che indicava un aumento dell'1,6%, mentre Rispetto a dicembre 2019, le vendite al dettaglio sono salite dello 0,6% nonostante i lockdown dovuti alla pandemia di Covid-19, il doppio di quanto previsto dagli economisti.

Al momento in cui si scrive il cambio euro-dollaro perde lo 0,39% e viaggia a quota 1,1988, sui minimi dal 1 dicembre.

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