Crisi energetica, l’UE presenta piano razionamento ma intanto Uniper rischia la nazionalizzazione
L’UE propone nuovi razionamenti sul consumo di energia elettrica in vista dell’inverno ma il più grande importatore tedesco di gas russo è in crisi di liquidità e sta per essere nazionalizzato.
I piani di razionamento dei consumi elettrici
Dopo la riunione dei ministri dell’energia di venerdì scorso, dove si era palesata una grossa frammentazione dei paesi membri dell’UE riguardo alle azioni da prendere sulla crisi energetica, ora la Commissione Europea propone un aggiornamento al proprio programma di razionamento dei consumi di energia elettrica.
In particolare, Bruxelles propone tagli obbligatori dei consumi durante le ore di punta (tra le 9 e le 12) dell’ordine del 5%, anche se spetterà ad ogni paese fissare i dettagli relativi all’orario e all’ammontare della riduzione. Nonostante ciò, la Commissione Europea consiglia un taglio di 3-4 ore per ogni giorno feriale.
Su base mensile, invece, la riduzione dovrebbe essere intorno al 10%.
Tuttavia, non sono mancate le critiche al progetto visto che se dovesse essere approvato avrebbe come obiettivo primario la riduzione dei consumi della sola energia elettrica e non di gas, che è la vera fonte di penuria.
Inoltre, sembra che gli sforzi maggiori dovranno essere sopportati dai cittadini (che dovranno ridurre le temperature del riscaldamento domestico e le ore di utilizzo).
Al contrario, ancora poco è stato delineato in merito alle riduzioni di riscaldamento ed elettricità per quanto riguarda i locali pubblici. Non ultimo, la Commissione ha annunciato che il piano di decoupling (o disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas naturale) entrerà in vigore a partire dalla fine del 2022.
Il caso Uniper
Intanto, in Germania il più grande importatore di gas russo del paese è in un enorme crisi di liquidità a causa dello stop alle esportazioni russe attraverso il gasdotto Nord Stream 1.
Per questo motivo, Uniper sta attualmente bruciando quasi tutte le sue riserve di capitale finanziario alla disperata ricerca di gas naturale che però ha acquistato, sulla piattaforma TTF di Amsterdam, a prezzi elevatissimi (fino a €320/MWh).
Infatti, dall’inizio delle operazioni militari in Ucraina, la società ha sofferto a causa delle tensioni geopolitiche e delle possibili ritorsioni di Mosca che ora però sono diventate realtà.
Nel primo semestre del 2022 Uniper ha riportato una perdita di €12,3 miliardi e ora sta disperatamente cercando nuovi fonti di finanziamento. A questo punto la società ha già siglato una linea di credito statale da €13 miliardi anche se alcune indiscrezioni fanno sapere che avrebbe bisogno di ulteriori €8 miliardi.
Di conseguenza comincia a delinearsi un’influenza statale importante nella compagnia energetica dopo l’acquisto, a luglio, del 30% del capitale da parte del governo tedesco. Nulla è ancora chiaro ma molti credono che la società possa subire una piena nazionalizzazione nel breve termine a causa della situazione eccezionale.
A causa di ciò le azioni Uniper sono crollate del 17% nella giornata di ieri fino a chiudere la seduta a ridosso della soglia dei €4. Oggi, invece, il titolo ha mostrato un rimbalzo del gatto morto in apertura di seduta per poi ritracciare e ritornare sui livelli della chiusura di ieri.
La situazione si fa disperata per la società tedesca anche se gli investitori avevano già sottopesato il titolo dai loro portafogli visto che le azioni perdono l’89% del proprio valore dal 24 febbraio scorso, inizio dell’invasione russa in Ucraina.
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