Exchange Traded Products: cosa sono e come funzionano
Negli ultimi 30 anni il mercato degli ETP ha avuto un indiscusso successo, tanto che oggi giorno se ne contano migliaia. In questo articolo andiamo a scoprire cosa sono gli ETP e le motivazione del loro successo.
Cosa sono gli ETP?
Un Exchange Traded Product (ETP) è uno strumento d'investimento che replica la performance di una serie di asset, come indici, valute o materie prime. Dato che replicano perfettamente il mercato sottostante, la loro performance non supera mai quelle del mercato di riferimento. Verrebbe da chiedersi allora perché scegliere gli ETP quando si può operare direttamente sul sottostante. In realtà, fare trading con gli ETP può spesso essere più gratificante che negoziare direttamente nel mercato sottostante.
Come avviene per le azioni, gli ETP sono scambiati su una borsa regolamentata e sono quotati continuamente nell'arco della seduta. A differenza delle azioni, però, gli ETP possono essere configurati in modo da seguire un paniere di beni, quali un indice azionario o un particolare settore. Per esempio, esistono degli ETP che seguono il Dow Jones, l'indice francese CAC 40, il settore minerario USA e altro ancora.
Esempi di ETP
Con l'ETP sugli UK Top 100 Tracker potete seguire i successi delle 100 società più importanti sulla Borsa di Londra con un unico trade. Questo vi consente di risparmiare sulle spese di commissione che avreste dovuto corrispondere per ogni singolo trade e agevola la gestione del contratto.
Allo stesso modo, l'ETC (Exchange Traded Commodity) sul Dow Jones AIG (DJ-AIG) Industrial Metals segue le performance combinate delle società alluminio, rame, zinco e nichel su Wall Street, garantendo una visione più ampia del settore rispetto a quanto si potrebbe ottenere con un'unica materia prima e riunendo tutte queste società in un unico trade.
Vantaggi del trading con gli ETP
Il vantaggio principale di utilizzare gli ETP è che con una sola operazione si può operare su un’ampia gamma di titoli, su un indice o un settore. Quindi, anziché acquistare le singole azioni delle singole società che compongono un indice, si può acquistare un ETP sull’indice stesso e costruire così un portafoglio che replica tutti i titoli sottostanti. Oltre a semplificare la gestione del portafoglio, una simile strategia riduce notevolmente le commissioni.
Oltre alla semplicità operativa, esistono anche altri vantaggi legati all’operatività con gli ETP. Tra questi evidenziamo:
un maggior grado di diversificazione, dato che gli ETP sintetizzano un paniere di beni e non risentono della performance di un singolo titolo. Il rischio idiosincratico viene così eliminato dal portafoglio;
la negoziazione continua che li differenzia dai fondi comuni. La possibilità di negoziare in qualsiasi momento durante gli orari di apertura dei mercati consente di raggiungere più facilmente un particolare obiettivo di prezzo e, inoltre garantisce una maggiore trasparenza a questi prodotti;
la possibilità di esporsi su mercati sottostanti su cui altrimenti non sarebbe possibile operare. Non tutti gli asset infatti sono replicati da dei derivati finanziari e quando ci sono, spesso i costi di transizione sono molto alti. Gli ETP sono abbastanza diffusi e offrono oggigiorno una copertura pressoché globale degli asset finanziari (anche indici e azioni “esotiche”);
i costi contenuti. Gli ETP sono più economici di altri strumenti finanziari, non solo perché consentono di risparmiare sulle spese di commissione, ma anche per una serie di altri motivi. Per esempio, in Inghilterra non vengono applicati costi accessori né imposte di bollo sugli ETP e le spese di gestione sono generalmente inferiori a quelle applicate sui fondi;
la flessibilità operativa data dalla possibilità di vendere allo scoperto, acquistare in marginazione, utilizzare gli stop-loss e gli ordini con limite, oltre che dalla mancanza di un investimento minimo;
godono di una fiscalità agevolata, a seconda di dove vengono negoziati. Nel Regno Unito, i capital gain sugli ETP si realizzano solo alla vendita dell'intero ETP e vengono quindi tassati in un'unica soluzione, mentre per i fondi i capital gain vengono tassati non appena matura un profitto su uno qualunque dei beni inclusi nel fondo.
Tipologie di ETP
Il primo ETP è stato negoziato in America nel 1989 e, nonostante gli iniziali ostacoli legislativi, ha acquisito rapidamente sempre più popolarità. Oggi gli ETP sono disponibili su una vasta gamma di mercati e vengono offerti da un numero crescente di provider. Esistono:
gli Exchange Traded Fund (ETF) che seguono un particolare indice azionario, come il FTSE 100 o l’S&P500. Sono disponibili su un'ampia gamma di indici, coprendo diversi settori e aree;
gli Exchange Traded Commodity (ETC) funzionano esattamente come un ETF, consentendo però di prendere posizione su materie prime anziché indici. Alcuni ETC seguono direttamente le performance di una particolare materia prima, quale l'oro o il petrolio, mentre altri possono replicare un indice di materie prime. Per esempio, esistono ETC basati sul Deutsche Bank Liquid Commodity Index, che riflette la forza delle materie prime appartenenti a settori diversi;
i bond ETP che riscuotono particolare successo durante periodi di recessione, quando gli investitori tendono a favorire la sicurezza dei bond governativi rispetto ai prodotti azionari potenzialmente più volatili. Per esempio, l'iShares Euro Inflation Linked Bond Fund offre esposizione a bond emessi dai governi europei e indicizzati all'inflazione;
i currency ETP che seguono le valute. Per esempio, il PowerShares DB US Dollar Index Bullish Fund replica una posizione lunga sul dollaro USA contro un particolare insieme di valute estere: EUR, JPY, GBP, CAD, SEK e CHF.
Esistono poi anche degli ETP a leva, che aumentano l’esposizione sul mercato sottostante. Occorre precisare, però, che la leva amplifica sia i profitti che le perdite potenziali. Questi prodotti si adattano meglio a una operatività di breve e non di lungo termine.
Un limite degli ETP è che sono strumenti standardizzati che non possono essere modificati in base alle esigenze dell'investitore. Investire in un ETP su un indice vuol dire che si è vincolati ad investire su tutte le società che compongono l’indice stesso.
Il trading con gli ETP
L’operatività con gli ETP è del tutto simile a quella con le azioni. Occorre avere un conto di trading con un broker che permette l’accesso a questi prodotti. Come già detto sopra, è possibile negoziare gli ETP in marginazione (con la leva finanziaria), depositando solo una parte dell’esposizione complessiva. Inoltre è possibile vendere allo scoperto, utilizzare gli stop loss e gli ordini a limite.
Come per gli altri titoli negoziati in borsa, anche il trading con gli ETP prevede il pagamento di una commissione data dalla differenza tra il miglior prezzo denaro e il miglior prezzo lettera (generalmente detta spread). La dimensione dello spread varia in base a una serie di fattori, tra i quali la liquidità e la volatilità del mercato sottostante.
Di norma solo i grandi investitori istituzionali (definiti ‘partecipanti autorizzati’) negoziano le azioni di un ETP direttamente con il gestore del fondo. Successivamente essi agiscono come operatori indipendenti, consentendo ai singoli investitori di negoziare gli ETP sul mercato secondario.
Questi partecipanti autorizzati immettono liquidità sul mercato e contribuiscono a garantire la correlazione tra il prezzo intraday e il net asset value effettivo dei sottostanti. Di norma lo scostamento tra il prezzo di mercato e il net asset value è inferiore al 2%.
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