Vendere allo scoperto: significato ed esempi di Short Selling
Chi opera sui mercati finanziari sa che un asset può essere acquistato (andare long) o venduto (andare short). Se il concetto di acquisto è diretto, il concetto di vendere qualcosa che non si possiede è certamente meno immediato.
Cosa significa vendita allo scoperto (andare short)
La vendita allo scoperto (o short selling) è la pratica di vendere un bene che non si possiede realmente, nella speranza che il prezzo scenda così da riacquistarlo in futuro a un prezzo più basso e ottenere un profitto. Il guadagno sarà dato dalla differenza tra il prezzo al quale avete venduto il bene e il prezzo più basso pagato per riacquistarlo. La vendita allo scoperto è la modalità di trarre profitto da una discesa dei prezzi di un determinato asset finanziario, tipicamente le azioni.
Come funziona la vendita allo scoperto: due esempi pratici
Quando si apre una posizione corta sulle azioni, i titoli vengono prestati da terzi (normalmente un broker) e successivamente vengono venduti sul mercato al prezzo corrente. L’operazione è più semplice di quello che sembra ed è automatica.
L'immagine sotto può chiarire il funzionamento del processo.
Esaminiamo due esempi per comprenderne meglio il funzionamento.
Esempio: operazione che genera un profitto
Supponiamo che il titolo Fiat Chrysler Auto (FCA) sia attualmente quotato a 14 euro ad azione. Si decide di vendere allo scoperto 1.000 azioni FCA per un totale di 14.000 euro (1.000 azioni x 14 euro ad azione). Poco dopo, a causa degli utili deludenti, il prezzo del titolo scende a 13,50 euro. Si possono acquistare a questo punto 1.000 azioni FCA per 13.500 euro. Le azioni acquistate saranno restituite al broker (o in generale, a colui che le ha prestate), che accetta di riavere lo stesso numero di titoli prestati, senza tener conto del fatto che il valore di mercato delle azioni sia sceso.
La differenza di 500 euro, data dal prezzo al quale avete venduto le azioni e il prezzo più basso pagato per riacquistarle, rappresenta il profitto lordo, a cui andranno sottratti la commissione e gli interessi sul prestito.
Esempio: operazione che genera una perdita
Ipotizziamo che il titolo Intesa SanPaolo sia quotato a 2 euro. Si decide di vendere allo scoperto 2.000 azioni per un controvalore di 4.000 euro (2.000 azioni x 2 euro ad azione). Subito dopo, il prezzo del titolo sale a 2,30 euro. Si deve chiudere la posizione per rispettare i vostri obblighi nei confronti di colui che ha prestato i titoli, restituendo lo stesso numero di azioni. Si acquistano pertanto 2.000 azioni Intesa SanPaolo per 4.600 euro (2.000 x 2,30).
In questo caso si realizzerà una perdita di 600 euro, data dalla differenza tra il prezzo di vendita delle azioni e il prezzo più alto pagato per riacquistarle, a cui andranno aggiunti la commissione e gli interessi sul prestito.
Perché si vende allo scoperto?
Il primo vero motivo che spinge gli operatori a vendere allo scoperto è quello di speculare sul movimento ribassista dei prezzi di mercato in modo da realizzare un profitto. Questo permette di aggiungere valore al proprio portafoglio anche in un mercato orso.
Talvolta, infatti, eventi macroeconomici indesiderati o problemi finanziari posso causare il declino di un titolo azionario. I venditori allo scoperto (in inglese, short seller) tendono a prestare la massima attenzione a queste oscillazioni del mercato, sperando di trarre profitto dalla discesa dei prezzi. Senza la vendita allo scoperto sarebbe difficile guadagnare da un mercato ribassista.
La possibilità di trarre profitto non è l’unica motivazione che spinge gli investitori a vendere allo scoperto. Un’altra valida spiegazione è la possibilità di proteggere un altro investimento o il portafoglio. Questa procedura è nota come hedging. Se si hanno un certo numero di posizioni lunghe in portafoglio, si può scegliere di proteggerle dall’andamento avverso dei mercati. In questo caso, l’investitore può decidere di coprirsi con delle posizioni corte.
Ad esempio, se si possiedono una serie di titoli azionari che compongono l’indice FTSE 100, si può utilizzare un contratto derivato per tenere una posizione corta sull'indice FTSE 100, in modo da coprirsi contro andamenti avversi del mercato.
L'operazione di copertura consente di ridurre al minimo il rischio sul portafoglio, così come farebbe una polizza assicurativa sulla casa o sull'automobile. L'hedging è diverso dalla speculazione, dato che il fine è di ridurre il rischio e non aumentarlo.
Esempio di hedging
Supponiamo che un investitore abbia un portafoglio composto da titoli azionari che fanno parte dell’indice FTSE 100 del valore di 60.000 sterline. L'investitore si attende che il mercato salga, quindi preferisce detenere la posizione speculativa lunga.
Se decide di coprirsi contro il rischio di un andamento ribassista del mercato dovrà aprire una posizione di vendita allo scoperto del future sul FTSE 100. Il future FTSE 100 è quotato 6.000 punti.
Vendere allo scoperto un contratto del FTSE 100 che vale 10 sterline per punto, vale a dire avere una posizione corta di 60.000 sterline, che bilancia perfettamente con il valore del portafoglio di titoli.
Pochi giorni dopo, delle notizie negative sul settore finanziario causano un'importante discesa dei prezzi azionari. Il FTSE 100 scende del 10%, così come anche i titoli presenti nel nostro portafoglio. La sintesi delle nostre posizioni sarà:
Posizione long sui titoli
Valore iniziale: 60.000 sterline
Valore finale: 54.000 sterline, da cui si ha una perdita di 6.000 sterline (£60.000 - £54.000)
Posizione short sul future sul FTSE 100
Venduti allo scoperto a 6.000 punti
Attualmente a 5.400 punti, da cui si ha un profitto di 6.000 sterline (600 punti x £10/punto)
Le due posizioni, quella sul future e quella sui titoli, si compensano e il portafoglio risulterà perfettamente coperto. Senza la copertura si sarebbe realizzata una perdita di 6.000 sterline sulla posizione lunga.
Occorre precisare che nella realtà è improbabile che il vostro portafoglio titoli si muova esattamente nella stessa percentuale dell'indice FTSE 100.
I limiti alla vendita allo scoperto
L’operatività allo scoperto ha dei limiti che vanno presi in considerazione quando si sceglie di operare con questa modalità. In particolare:
- Rischio illimitato. Teoricamente non esiste un limite alle perdite con la vendita allo scoperto, dato che il prezzo del titolo azionario che è stato venduto potrebbe salire all’infinito. Solo nel caso in cui l’operazione abbia finalità di copertura, la perdita massima potrebbe essere limitata o pari a zero. È possibile comunque inserire uno stop-loss sulla posizione per limitare la perdita massima potenziale;
- Operazioni sul capitale. Non si gode del pagamento di dividendi, dato che si sta scommettendo contro il titolo senza possederlo. In effetti, poiché è il prestatore a possedere il titolo, bisogna corrispondergli i dividendi maturati durante il periodo in cui il titolo è stato prestato. Allo stesso modo, anche le altre operazioni sul capitale, come il frazionamento (stock split) o la distribuzione di dividendi speciali, impatteranno sulla posizione short;
- Restrizioni. In alcuni momenti le autorità regolamentari potrebbero decidere di vietare la vendita allo scoperto per vari motivi. Per esempio, se molte persone vendono allo scoperto le azioni del settore bancario, la fiducia dei depositanti potrebbe venire meno, dato che gli investitori credono che i prezzi siano destinati a scendere ancora.
I partecipanti del mercato
L’operazione di vendita allo scoperto di norma coinvolge due tipologie di attori: coloro che vendono allo scoperto (short sellers) e coloro che prestano i titoli.
I venditori allo scoperto
Ad utilizzare maggiormente le vendite allo scoperto sono tre tipi principali di attori:
- Gli investitori privati. I privati vendono allo scoperto tramite un broker sia per finalità di hedging che per finalità speculative;
- I grandi investitori. Tendono a possedere un portafoglio d'investimento molto importante e l’operatività allo scoperto è parte integrante della loro strategia di trading;
- Gli hedge funds. La vendita allo scoperto è uno strumento importante per i manager degli hedge dato che questi soggetti prendono spesso posizioni speculative corte.
Chi presta i titoli?
La vendita allo scoperto è possibile solo quando sul mercato è presente un soggetto disposto a prestare i titoli in suo possesso. Qualcuno si potrebbe chiedere perché un azionista dovrebbe prestare i suoi titoli?
Il motivo è che gli azionisti possono ottenere degli interessi sul prestito del titolo, che il broker farà ricadere direttamente sullo short seller. I fondi pensioni, per esempio, sono tra i principali prestatori di titoli sul mercato, dato che questa operazione consente loro di realizzare ulteriori profitti dai loro investimenti a lungo termine.
Se, tuttavia, la vendita allo scoperto produce una visione eccessivamente ribassista che spinge i prezzi delle azioni ancora più in basso, i prestatori potrebbero richiedere la restituzione dei titoli (possono farlo in qualsiasi momento).
Le modalità di vendita allo scoperto
Quando vendete allo scoperto, il vostro broker venderà il bene per voi e verserà il ricavato sul vostro conto. Al momento di chiudere la posizione, dovrete ricomprare la stessa quantità di titoli e restituirli al vostro broker. Di solito è il broker che fa da controparte all’operazione dato che possiede molti titoli in portafoglio.
Nella maggior parte dei casi, potete tenere una posizione corta per tutto il tempo che volete, sebbene vi verranno addebitati gli interessi maturati durante il periodo in cui il bene vi è stato prestato. In alcuni casi, invece, il datore del prestito può decidere di ritirare il bene prestato.
Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG Bank declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti.
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