Il prezzo di un’azione indica quando potrebbe costare l’acquisto di un’azione di una società. Il prezzo non è fisso, ma fluttua in base alle condizioni di mercato: è probabile che aumenti se la società viene ritenuta affidabile o che scenda se la questa non soddisfa le aspettative.
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Inizialmente, i prezzi delle azioni vengono determinati attraverso l’offerta pubblica iniziale (IPO) di una società, durante la quale il prezzo di un’azione è fissato in base all’offerta e alla domanda per i titoli di quella compagnia. Solitamente, i prezzi sono fissati da un bookrunner, una banca capofila che viene nominata specificamente per aiutare la società a determinare un prezzo appropriato per l’IPO.
Dopo l’IPO, il prezzo di un’azione di una società dipende da una serie di fattori. Ad esempio, supponendo che la domanda rimanga invariata, un eventuale aumento del numero di azioni sul mercato potrebbe portare a una riduzione del prezzo. Allo stesso modo, con un offerta costante ma a fronte di un qualsiasi calo della domanda, come a seguito di avvicendamenti nella leadership senior di una società, il prezzo delle azioni potrebbe scendere.
Infine, anche altri fattori possono incidere sul prezzo delle azioni di una società, come notizie di settore previste o inattese, comunicati di dati macroeconomici e annunci di soggetti politici.
I prezzi delle azioni possono essere analizzati efficacemente sia attraverso l’analisi tecnica che l’analisi fondamentale. L’analisi tecnica mira a valutare le variazioni future del prezzo delle azioni osservando i dati storici riportati sui grafici. Attraverso lo studio delle precedenti tendenze del prezzo delle azioni, gli analisti tecnici possono spesso identificare se un titolo tende al rialzo o al ribasso.
L’analisi fondamentale cerca di comprendere se un titolo sia sopravvalutato o sottovalutato. A tal fine, esamina la capacità percepita della singola società di generare profitto, concentrandosi su dati macroeconomici, rendiconti finanziari e decisioni prese dai membri al vertice dell’amministrazione.
Sono diversi i motivi per cui le società puntano a incrementare il prezzo delle loro azioni. Ad esempio, un prezzo elevato dei titoli trasmette un certo prestigio e può scoraggiare le acquisizioni. Oltre a generare maggiori entrate per la società può anche significare la possibilità per i dirigenti, o per i dipendenti in generale, di ricevere un bonus in alcuni momenti dell’anno.
Un modo in cui una società può incoraggiare l’incremento del prezzo di un’azione è pagare dividendi ai suoi azionisti come ricompensa per il loro investimento. I dividendi non solo attirano nuovi investitori, fattore che aumenta la domanda e fa salire il prezzo delle azioni, ma induce gli attuali azionisti a conservare le proprie azioni piuttosto che venderle. Questo è positivo per la società, perché le cessioni possono far scendere il prezzo di un’azione man mano che il mercato si adatta all’aumento dell’offerta.
Se una società desidera che il prezzo delle sue azioni scenda, ad esempio per renderle più accessibili agli investitori, può optare per un frazionamento azionario. I frazionamenti azionari riducono il prezzo delle azioni di una società aumentandone il numero di titoli in circolazione sul mercato. Se, ad esempio, una società procede al frazionamento azionario due per uno, il numero totale di azioni raddoppia, il che significa che il prezzo viene dimezzato.
Tuttavia, il frazionamento delle azioni non implica che la capitalizzazione di mercato della società diminuisca, in quanto la riduzione del prezzo delle azioni è proporzionale alla quantità di nuove azioni emesse.
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