Amazon taglia 18.000 posti di lavoro, titolo al +2,44% nel premarket
Il gigante dell’e-commerce necessita di un forte taglio dei costi per tornare profittevole e invertire il trend ribassista delle azioni.
Il caso
Amazon ha dichiarato che taglierà più di 18.000 posti di lavoro, un numero molto superiore a quanto precedentemente annunciato. La riduzione dei costi era iniziata già l’anno scorso e avrebbe dovuto interessare circa 10.000 dipendenti.
Nonostante ciò, la società di Seattle si è resa conto presto che aveva assunto troppo personale durante il boom della pandemia e che ora il suo organico aziendale risultava sovra proporzionato rispetto alle attuali condizioni macroeconomiche. A settembre Amazon contava circa 1,5 milioni di dipendenti, dunque, il taglio dichiarato rappresenterebbe all’incirca l’1% dell’intero personale.
Amazon è solo uno dei tanti colossi del tech che hanno annunciato corposi tagli al personale. Snap, Meta Platforms e, recentemente, Salesforce hanno tutte dichiarato di voler ridurre i propri costi per poter migliorare la loro profittabilità nei confronti degli investitori, invertendo il trend ribassista delle proprie quotazioni di Borsa.
Sembrerebbe dunque che i titoli tecnologici abbiano fatto “il passo più lungo della gamba”, godendosi straordinari profitti durante il biennio 2020-2021, ma crescendo troppo per poter rimanere al passo con l’attuale rallentamento economico.
Le previsioni
Nel 2022 Amazon, come molti altri titoli tech, ha sofferto molto a causa del mutamento delle condizioni macroeconomiche. Il rallentamento della crescita economica e l’aumento dei tassi di interesse ha portato la società a dover prendere misure drastiche per poter supplire al calo dei profitti e dei margini (di per sé già molto esigui almeno per quanto riguarda il settore del commercio online).
Il nuovo CEO Andry Jassy ha impostato un piano per tagliare i costi non necessari dichiarando lo stop al finanziamento di progetti sperimentali come quelli legati alla telemedicina. Il taglio dell’organico aziendale è dunque solo un’extrema ratio per poter tornare a macinare utili e riconsolidare le quotazioni a Wall Street.
Tuttavia, da un punto di vista grafico le azioni Amazon rimangono intrappolate nel trend primario ribassista, iniziato a gennaio 2022, e che ha portato il titolo a perdere il 50% del proprio valore. Infatti, le attuali condizioni macroeconomiche - con un continuo aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali - tendono a svantaggiare le azioni di titoli molto indebitati e legati al comparto dei tecnologici (con una correlazione quasi perfettamente negativa).
Dal lato tecnico, crediamo che le prospettive di breve possano rimanere ribassiste. L’eventuale cedimento dei minimi delle ultime due sedute a $83,30 creerebbe i presupposti per una discesa in direzione dello strategico sostegno di lungo periodo a $81,70, bottom del 28 dicembre e minimo da marzo 2020. Sotto $81,70 via libera verso obiettivi short ipotizzabili a $78,34 (minimo di febbraio 2019).
Al contrario, un possibile rialzo delle quotazioni sarà evidenziato solo dopo il break-out rialzista della resistenza significativa posta a $96,24 e massimo del 13 dicembre preludio per un possibile ritorno in area $100.
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