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BCE Preview: Lagarde si impegnerà per aumento tassi a luglio

Un elemento molto interessante sarà capire quale soluzione adottare per proteggere i paesi più indebitati dopo la fine dei piani di acquisto di bond governativi.

Fonte: Bloomberg

Le aspettative sulla riunione

Nella riunione di giovedì 9 giugno non nella usuale Francoforte ma nella sede della banca centrale olandese ad Amsterdam, il governatore della BCE, Christine Lagarde dovrebbe dare ulteriori informazioni sulle prossime azioni dell’istituto centrale. Nelle ultime settimane Lagarde e il capo economista Philip Lane sono stati già molto eloquenti e chiari sul sentiero che la banca centrale dovrà affrontare per calmierare le crescenti pressioni inflazionistiche.

La riunione del 21 luglio è la data che viene indicata per l’effettivo aumento dei tassi di interesse, prima volta dal 2011. Tuttavia, rimane qualche minimo dubbio tra gli investitori riguardo all’intensità del rialzo stesso. Tenendo conto che, nonostante le lucide ed esaustive dichiarazioni di Lane, un impegno a rialzare di 25 punti base quasi 2 mesi prima dalla data della riunione lascia qualche perplessità anche perché i dati macroeconomici sull’andamento dei prezzi al consumo potrebbero peggiorare ulteriormente.

La BCE ha davanti a sé uno dei periodi più complicati degli ultimi dieci anni. Tre sono i principali dilemmi sul tavolo dell’istituto di Francoforte: le crescenti pressioni inflazionistiche, la stagnazione della crescita economica e l’aumento del costo dei debiti sovrani soprattutto dei paesi del Sud Europa (Grecia, Italia, Spagna, Portogallo).

Il duo Lagarde e Lane ha affermato come il principale problema da affrontare sarà quello di riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2% nel medio termine. E la soluzione, secondo gli esperti di BCE, sono due modesti rialzi dei tassi di interesse di 25 punti base. Il ragionamento dietro a questi graduali rialzi, ben diversi rispetto a quelli molto più sostanziosi che saranno adottati dalla Federal Reserve, è che l’inflazione europea è alimentata da elementi temporanei legati agli shock dell’offerta e non da quelli della domanda (consumi-salari).

Le nostre aspettative sono che la BCE ormai non può cambiare traiettoria rispetto alle parole già pronunciate da Lagarde e Lane, quindi fine del piano di acquisti netti di titoli governativi da fine giugno/inizio luglio e due rialzi di 25 bps dei tassi nei prossimi meeting di luglio e settembre. Il rischio è ora molto alto dopo gli impegni che si sono assunti le principali autorità della BCE. Uscire da queste attese potrebbe scalfire notevolmente la reputazione della banca centrale, riducendo lo spazio di manovra della BCE e diminuendo gli effetti della politica monetaria sull’economia reale.

Quali saranno gli elementi più interessanti della riunione?

La comunicazione di Lagarde sarà determinante per capire se esistono anche limitate possibilità di uno spiraglio per una leggera flessibilità sulle prossime azioni. Al momento lo scenario è quello di una banca centrale che si è legata le mani dietro alla schiena. Altro elemento di particolare interesse soprattutto per i mercati finanziari italiani sarà quello di capire la soluzione per proteggere i paesi più indebitati da possibili attacchi speculativi. Il piano che è circolato dalle indiscrezioni di stampa è quello di anticipare i reinvestimenti del programma PEPP in un fondo con un ammontare pari all’incirca di 200 mld di euro. A nostro avviso una soluzione temporanea che potrebbe non funzionare in caso di forti tensioni nel medio periodo. Riteniamo che l’argomento sarà notevolmente discusso e si potrebbe arrivare anche a una soluzione ben più forte di quelle prospettate in questi giorni come una revisione delle operazioni OMT o un fondo con un ammontare ben superiore ai 200 mld di euro.

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