Indice PCE Core in lieve ribasso rispetto alle previsioni
Il benchmark utilizzato dalla Fed per gestire la politica monetaria ha registrato un dato migliore delle aspettative ma Wall Street non apprezza e affonda.
I risultati
L’indice PCE Core di maggio ha fatto registrare un dato migliore del previsto al 4,7% rispetto alle previsioni che si attestavano al 4,8%, sintomo che il programma di rialzo dei tassi di interesse - attuato sin da marzo - sta forse sortendo i suoi primi deboli effetti. Infatti, il risultato risulta in leggero calo anche rispetto al precedente dato di aprile del 4,9%.
Sebbene sia un ribasso molto moderato, questo potrebbe aiutare i mercati a superare il periodo di incertezza posto dall’aumento delle pressioni inflazionistiche e dal conseguente innalzamento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.
Infatti, al momento, sembra che i mercati abbiano già superato le paure dovute all’incremento delle spinte inflazionistiche e, al contrario, stiano già cominciando a scontare le probabilità di una recessione indotta da un inasprimento della politica monetaria da parte della Federal Reserve.
Proprio oggi dal forum di Sintra il presidente della banca centrale statunitense, Jerome Powell, ha parlato di rischi calcolati per poter rallentare l’economia statunitense e - fra questi - ha affermato che una recessione è una possibilità concreta da tenere in conto.
Detto ciò, attualmente risulta complicato percepire che direzione avranno i mercati - e l’economia - nei prossimi mesi. L’indice PCE, al 6,3% a/a, è rimasto invariato rispetto al dato precedente di aprile, e ciò fa sperare che si sia raggiunto una sorta di apice nella crescita delle pressioni inflazionistiche. Ma il mercato del lavoro statunitense rimane forte e molto dipenderà dai dati sui Non-farm Payrolls e sulla disoccupazione in pubblicazione la settimana prossima.
La reazione del dollaro
Dopo la pubblicazione del dato, il dollaro si rafforza contro tutte le principali valute, in particolare contro l’euro, ma poi ritorna su livelli più elevati. Infatti, durante la reazione iniziale, il mercato aveva scontato una prospettiva più accomodante del previsto riguardo ad un aumento dei tassi di interesse e stava prefigurando un allentamento della possibilità di un rallentamento economico. Infatti, la coppia EUR/USD è passata da 1,041 fino a un minimo di 1,038, per poi stabilizzarsi sulla soglia di 1,041.
Anche il cambio GBP/USD subisce degli scossoni e compie una leggera flessione passando da 1,213 fino a toccare 1,211 per poi ritracciare e superare i precedenti livelli a 1,216.
Gli effetti sui mercati
Anche i principali indici statunitensi reagiscono negativamente al dato PCE. All’apertura delle contrattazioni, il NASDAQ perde oltre il 2,5% mentre l’S&P 500 e il Dow Jones registrano entrambi un -1,8%.
Anche i principali indici del Vecchio Continente subiscono gli effetti d’oltre oceano che li fa sprofondare ulteriormente di quasi tre punti percentuali, in scia alla giornata già molto negativa.
I mercati non hanno dunque apprezzato adeguatamente il lieve calo dell’indice PCE Core in quanto lo scenario macroeconomico pone molte altre incognite alla ripresa completa del mercato azionario.
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