Indici PMI Flash: componente servizi traina la crescita e porta il valore composito al massimo di 11 mesi
L’indagine condotta da HCOB (Hamburg Commercial Bank) ed elaborata da S&P Global ha mostrato che il settore manifatturiero resta debole ma dal lato servizi non ci sono particolari criticità.
I risultati
I dati relativi alle stime preliminari degli indici PMI mostrano che l’attività economica nell’Eurozona resta molto polarizzata con la spinta che deriva quasi esclusivamente dalla componente dei servizi mentre il settore manifatturiero è ricaduto in una fase di contrazione (sotto la soglia di neutralità fissata a 50) a causa di una continua riduzione della domanda di beni.
Nonostante ciò, le pressioni inflazionistiche stanno diminuendo grazie anche alla riduzione dei disagi lungo le catene di fornitura. Anche l’ottimismo degli attori economici è rimasto stabile e nettamente superiore ai valori minimi registrati lo scorso anno e nonostante le recenti tensioni nel comparto bancario.
Pertanto, nell’Eurozona il valore composito flash, che si basa circa sull’85% delle risposte al sondaggio ed è una buona previsione del valore finale, si è portato al massimo da 11 mesi a 54,4 rispetto al 53,7 del mese di marzo. Il trend è quindi molto positivo perché si tratta del quarto mese di accelerazione consecutiva, in marcato contrasto con i sei mesi di declino della fine del 2022.
Come già anticipato, tuttavia, all’interno della componente composita la crescita si fa molto disomogenea con il settore dei servizi che ha mostrato la crescita maggiore da un anno mentre, al contrario, il comparto manifatturiero è risultato in calo al massimo dal mese di dicembre. Ciò che l’indagine mostra come rilevante, è il fatto che non si è mai registrata un’espansione così alta nei servizi e contemporaneamente una contrazione così profonda nel manifatturiero.
Sul piano dell’inflazione, i prezzi di acquisto sono scesi per il secondo mese consecutivo e al ritmo maggiore dal maggio 2020 sostenuti da un calo delle quotazioni dei beni energetici. Sul lato dei prezzi di vendita di beni e servizi, invece, questi hanno continuato a salire rispetto alla media di lungo termine dell’indagine anche se l’accelerazione si è parzialmente ridotta al valore più basso in due anni.
A pesare positivamente su questo aspetto è stato il calo della domanda e la riduzione dei ritardi nelle catene di approvvigionamento.
Mercati: Borse giù, EUR/USD volatile
Le Piazze finanziarie europee sono in calo nella giornata di oggi con i valori degli indici PMI che non rassicurano gli investitori preoccupati per le incognite macroeconomiche e per le trimestrali americane dai risultati misti.
Sul Forex, l’EUR/USD mostra un aumento della volatilità toccando un minimo intraday a 1,0938 per poi recuperare e portarsi a 1,0972. Successivamente il cross è stabile intorno ad area 1,0955.
Le previsioni
Il quadro macroeconomico del Vecchio Continente resta polarizzato con il settore dei servizi che sta trainando il più debole manifatturiero, indice di segnali di debolezza nei fondamentali dell’economia. Nonostante ciò, le banche centrali restano ancora convinte che il nemico numero uno, l’inflazione, sia ancora troppo elevata, in particolar modo nella sua componente core - che esclude i beni alimentari ed energetici.
Le prossime mosse della BCE saranno dunque ancora volte a restringere le condizioni economiche alzando i tassi di interesse almeno per altre tre riunioni portando il tasso sui depositi al 3,75% dal 3% odierno mentre quello benchmark sulle operazioni di rifinanziamento principale potrebbe toccare il 4,25%.
Detto questo, molto dipenderà dai prossimi dati macroeconomici che potrebbero indicare una debolezza maggiore nell’economia e cambiare il pensiero dei membri dell’Istituto di Francoforte che hanno più volte dichiarato di non seguire un sentiero prefissato per quanto riguarda le decisioni di politica monetaria.
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