Inflazione UK maggiore delle attese al 10,4%. Sterlina si rafforza

I risultati

Questa mattina l’Office for National Statistics (ONS) ha rilasciato i dati sull’indice dei prezzi al consumo nel Regno Unito nel mese di febbraio. Il CPI è salito nel periodo considerato al +10,4% su base annuale contro le stime del consensus che si attendevano un rallentamento al +9,9% e rispetto al +10,1% di gennaio.

Anche su base mensile l’inflazione headline ha indicato un’accelerazione al +1,1% contro attese per un +0,6% (dato di gennaio al -0,6%).

L’indice core, che esclude i beni energetici e alimentari, è aumentato al +6,2% su base tendenziale battendo le aspettative del consensus al +5,7% (valore di gennaio al +5,8%). Mese su mese questo è salito del +1,2% contro attese per un +0,8%.

I dati sull’inflazione hanno quindi sorpreso gli operatori che si attendevano un calmieramento delle pressioni inflazionistiche.

L’ONS spiega che l’aumento dell’inflazione è dovuto in gran parte alla crescita dei prezzi dei beni alimentari che sono saliti del +18%, il ritmo più rapido dal 1977. Di solito l’inflazione tende ad essere più elevata nei primi mesi dell’anno a causa delle nuove merci che sostituiscono quelle della passata stagione anche se quest’anno l’aumento tra gennaio e febbraio è stato il maggiore dal 2012.

Dal lato dei servizi, invece, indicatore molto osservato dalla Bank of England perché può anticipare una sostanziale crescita dei salari, l’inflazione è salita al +6,6% contro il +6% del mese precedente.

Gli effetti sui mercati

I valori sopra le attese sul CPI britannico influenzano l’apertura del FTSE 100 a Londra che è in rosso del -0,3% fino ad un minimo intraday di 7.500 punti. Modesto rimbalzo verso metà mattina fino a 7.530 punti.

Effetti più concreti sul cross GBP/USD con la sterlina che si apprezza notevolmente portando la coppia valutaria a 1,2288. Al momento della pubblicazione del dato il cable balza di quasi 30 pips.

Le previsioni

L’inflazione nel Regno Unito continua a mostrarsi elevata sebbene la BoE abbia intrapreso una massiccia campagna di rialzo del tasso di interesse di riferimento che è stato portato fino al 4%. Nonostante i risultati sul CPI, il mercato continua a privilegiare un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base per la riunione di domani sulla base dei dati raccolti da Refinitiv.

Il compito della BoE resta dunque ancora arduo in quanto dovrà bilanciare la propria azione tra la lotta ai prezzi e la preservazione della stabilità finanziaria del settore bancario domestico.

Le nostre attese sono che la BoE continuerà ad alzare il costo del denaro in maniera graduale (domani un quarto di punto) così da non affaticare la già provata economia britannica che soffre, più delle controparti europee, a causa degli effetti macroeconomici e di quelli della Brexit.

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